Le contrapposizioni tra inquilino e proprietario di casa sono molto frequenti. È quindi fondamentale che entrambe le parti conoscano bene quali siano i loro rispettivi obblighi.
Partendo dal locatore, sono diversi gli obblighi definiti per legge all’interno di un contratto d’affitto, così come evidenziato dall’articolo 1575 del Codice Civile. Il proprietario, infatti, deve:
– concedere l’immobile in un buono stato di manutenzione;
– consegnare l’obbligatorio Attestato di Prestazione Energetica (APE);
– eseguire tutte le riparazioni di manutenzione straordinaria dell’edificio;
– permettere all’inquilino di godere pacificamente dell’immobile per tutta la durata dell’affitto;
– evitare interventi che potrebbero inficiare il godimento dell’immobile da parte dell’inquilino;
– restituire la cauzione al termine del contratto d’affitto, se non vi sono danni sull’immobile.
All’inquilino è richiesto di:
– riconsegnare l’immobile nelle stesse condizioni in cui l’ha ricevuto;
– evitare danneggiamenti o mutare la destinazione d’uso dell’immobile;
– provvedere regolarmente al pagamento del canone di locazione definito dal contratto;
– sostenere le spese di manutenzione ordinaria.
Le parti si possono inoltre accordare autonomamente per benefici o vincoli aggiuntivi rispetto a quelli previsti per legge, purché l’accordo sia specificato in forma scritta.
Verificate le condizioni riportate sul contratto, con i relativi vincoli normativi, sono comunque numerosi i temi che solitamente contrappongono l’inquilino al proprietario dell’immobile.
Generalmente, le questioni più comuni riguardano proprio la gestione del contratto di locazione:
– la mancata registrazione dello stesso contratto o l’opposizione alla regolarizzazione da parte del proprietario, con l’emersione di una locazione in nero di fatto;
– il mancato rispetto delle tempistiche d’avviso per il rifiuto al rinnovo del contratto alla sua naturale scadenza;
– la modifica unilaterale degli accordi stabiliti da contratto, come ad esempio un aumento improvviso del canone, prima della scadenza.
Altrettanto frequenti sono le discussioni relative agli obblighi sul sostenimento delle spese. Ad esempio:
– quando l’inquilino si trova a dover pagare interventi di manutenzione straordinaria di tasca propria e il locatore non vuole corrispondere il dovuto;
– quando il proprietario richiede il pagamento di spese accessorie non incluse nella manutenzione ordinaria né specificate da contratto;
– quando il proprietario nega di aver ricevuto il pagamento del canone di locazione e minaccia di attivare la procedura di sfratto per morosità, mentre l’affittuario sostiene di essere in regola con i versamenti.
Vi possono essere poi ragioni di diversa natura, come nel caso di un proprietario che non permetta al conduttore di godere pacificamente dell’immobile, anche cadendo nella molestia. Ancora, altrettanto comuni sono le dispute sullo stato di conservazione dei locali concessi in locazione.
Il primo passo per risolvere una contrapposizione con il proprietario di casa è tentare la via della conciliazione verbale, per verificare se vi siano le condizioni per risolvere rapidamente le questioni rimaste in sospeso. Se ciò non è possibile, sono diverse le vie da percorrere, a seconda del problema rilevato. Di norma, ci si può affidare al proprio avvocato di fiducia, alle associazioni e ai sindacati di tutela degli inquilini o, per fatti particolarmente gravi o di rilevanza penale, alle Forze dell’Ordine.
Non sempre le contrapposizioni tra proprietario e inquilino si riescono a risolvere in modo semplice e, sovente, diatribe di grande entità possono irrimediabilmente incrinare il rapporto reciproco tra le parti. È quindi abbastanza fisiologico che l’inquilino, in una situazione difficile da gestire, possa valutare di abbandonare casa prima della naturale scadenza del contratto.
Di solito, l’inquilino può far causa al locatore per richiedere che il giudice invalidi il contratto, permettendogli così di recedere anticipatamente rispetto alla scadenza o, ancora, alle tempistiche di preavviso. È però necessario che vi siano motivazioni di grave entità, come ad esempio un guasto tanto rilevante da rendere impossibile il godimento dell’immobile o, ancora, l’impossibilità di approfittare del diritto all’intimità domestica. Se le condizioni le prevedono, oltre alla chiusura del contratto l’inquilino potrebbe aver diritto anche a un risarcimento o, ancora, alla restituzione delle spese sostenute.