[A cura di: Assindatcolf] “Inaccettabile aver escluso le famiglie datrici di lavoro domestico dagli incentivi previsti per chi assume percettori di reddito di cittadinanza. Quello della copertura economica è un falso problema: riteniamo infatti che dietro la bocciatura dell’emendamento del M5S ci sia una precisa volontà, l’ennesima disattenzione della politica dei confronti delle famiglie e di un comparto che, al contrario, avrebbe potuto rappresentare un bacino privilegiato di posti di lavoro nei quali ricollocare percettori di RdC”.
È quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, che lo scorso 4 febbraio è stata audita in Senato sul D.L. 4/2019 per chiedere che i benefici previsti all’art. 8 per le imprese venissero estesi anche ai datori di lavoro domestico.
“Non concedere incentivi alle famiglie che assumono colf, badanti e baby sitter – ha spiegato – significa infatti aver definitivamente chiuso le porte ad un settore in espansione e che, con i suoi 2 milioni di addetti, avrebbe potuto garantire sicura ricollocazione per i disoccupati percettori di reddito di cittadinanza”.
“Come abbiamo avuto modo di spiegare alla Commissione Lavoro in Senato – ha concluso – il problema della copertura economica non esiste. Al contrario, concedere le agevolazioni alle famiglie avrebbe comportato un risparmio per lo Stato poiché i contributi che si versano per i domestici sono notoriamente molto più bassi di quelli previsti per altre occupazioni. Per questo riteniamo tale bocciatura incomprensibile. Un’occasione persa per aiutare le famiglie ma anche per far emergere una quota rilevante di lavoro sommerso, che nel comparto conta 1,2 milioni di lavoratori. Nato per sostenere le famiglie indigenti e per incentivare l’occupazione, il reddito di cittadinanza rischia in questo modo un sicuro effetto boomerang”.