Con la pubblicazione, da parte del Gse, del bando per la presentazione delle richieste di accesso alle agevolazioni, diventa operativo il Reddito Energetico, la misura dedicata alla realizzazione di impianti fotovoltaici domestici in favore delle famiglie in condizione di disagio economico.
L’entrata in vigore del Reddito Energetico Nazionale era prevista da molto tempo, quando nel 2020, con la delibera CIPE n. 7 del 17 marzo, il Governo Conte stanziò il primo budget per la misura: 200 milioni di euro. Ma le crisi e il cambio dei poteri, che hanno caratterizzato questi anni, hanno di fatto accantonato il tema. Fino all’agosto 2023, quando con decreto ministeriale il MASE ha compiuto il primo passo concreto per disciplinare tali risorse.
Obiettivo del Fondo è realizzare nel biennio 2024-2025 almeno 31mila impianti fotovoltaici di piccola taglia in favore di altrettante famiglie meno abbienti.
Il Fondo, che ha una dotazione iniziale di 200 milioni di euro del Piano di sviluppo e coesione del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è di natura rotativa e sarà alimentato dai proventi derivanti dalla valorizzazione dell’energia elettrica immessa in rete in eccedenza rispetto a quella autoconsumata.
Le risorse, stanziate per il biennio 2024-2025 sono così ripartite: l’80% per le Regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), mentre il restante 20% è destinato alle restanti Regioni o Province autonome.
Gli importi servono a coprire interamente anche servizi obbligatori (per una durata non inferiore a 10 anni) come una polizza assicurativa multi-rischi, manutenzione e monitoraggio delle performance dell’impianto.
Non rientrano invece nel finanziamento a fondo perduto i costi di esercizio connessi al servizio di misura dell’energia prodotta svolto dal gestore di rete competente, gli obblighi risarcitori correlati ai casi di decadenza dal beneficio e la disinstallazione di tutti i componenti di impianto alla fine del ciclo di vita.
Le linee guida approvate lo scorso 27 maggio definiscono nel dettaglio i requisiti delle famiglie che possono beneficiare gratuitamente dell’impianto fotovoltaico in assetto di autoconsumo.
Si tratta dei nuclei:
• con un valore ISEE inferiore a 15mila euro;
• con un valore ISEE inferiore a 30mila euro e con almeno quattro figli a carico.
I beneficiari devono essere titolari di un valido diritto reale sugli edifici, coperture/superfici o sulle aree e spazi pertinenziali dove verrà realizzato l’impianto fotovoltaico.
Inoltre i beneficiari, o un’altra persona del nucleo familiare a fini ISEE, devono risultare intestatari del contratto di fornitura di energia elettrica delle utenze di consumo. L’impianto di produzione per il quale si richiede il contributo in conto capitale dovrà essere di nuova costruzione e rispettare i requisiti descritti nel paragrafo 2.5 del regolamento.
Ogni beneficiario può presentare una sola domanda, una per nucleo familiare, e può ricevere l’agevolazione una sola volta.
Per la realizzazione degli interventi è concesso un contributo in conto capitale.
I costi ammissibili sono riconosciuti direttamente al soggetto che realizza l’intervento da parte del Gestore dei servizi energetici S.p.a (GSE).
Per poter accedere all’agevolazione sono previsti due passaggi:
• richiesta di accesso al beneficio: gli interessati inviano la domanda, impegnandosi a realizzare un impianto che rispetti le caratteristiche individuate. La richiesta si può inviare solo dopo aver individuato un soggetto realizzatore che abbia effettuato un sopralluogo e fornito un preventivo;
• richiesta di erogazione del contributo in conto capitale: dopo l’entrata in esercizio dell’impianto, il soggetto realizzatore richiede l’erogazione del contributo che sarà accreditato sul proprio conto corrente.
Le richieste di agevolazione devono essere inviate tramite l’apposita piattaforma informatica messa a disposizione da GSE operativa a partire dalle ore 12:00 del 5 luglio 2024 fino alla fine dell’anno.