Dal 1° gennaio è scattato il secondo step della riforma delle tariffe elettriche per i clienti domestici. In particolare, dal 2017, per la sola tariffa di rete viene eliminata ogni progressività e ogni sussidio tra clienti domestici, ripristinando l’equità di contribuzione e l’aderenza ai costi del servizio. Dopo oltre 40 anni, viene infatti soppressa la vecchia differenziazione tra tariffa D2 (residenti fino a 3 kW) e tariffa D3 (residenti con più di 3kW e non residenti), con la nascita della tariffa di rete TD, indistinta per i clienti domestici e variabile solo in ragione della potenza impegnata e del kWh prelevato dalla rete dal singolo cliente.
La differenziazione tra clienti residenti e non residenti (indipendentemente dal livello di potenza) viene mantenuta per le componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema, prevedendo l’applicazione di una quota fissa per i non residenti (in modo da limitare i possibili impatti sui clienti domestici residenti basso-consumanti), mantenendo 2 soli scaglioni di progressività (fino a 1.800 kWh/anno e oltre 1.800). Rimane poi un elemento di progressività per la componente DISPBT4 applicata ai clienti non residenti, strutturata sugli stessi due scaglioni degli oneri generali. Per poter selezionare il valore della potenza più adatta alle proprie esigenze, rendendo più efficienti i propri consumi, dal 2017 il cliente finale può scegliere tra un maggior numero di livelli (con scatti di 0,5 kW per le fasce più popolate dell’utenza domestica, rispetto alla storica granularità di 1,5 kW) e, a partire dal prossimo 1° aprile, ci sarà una riduzione dei costi richiesti una tantum per effettuare il cambio di potenza.
Per le famiglie in stato di bisogno, a basso reddito, rimane a disposizione il bonus sociale di sconto, potenziato dall’Autorità anche per il 2017, capace di ammortizzare eventuali effetti negativi della nuova tariffa. Potenziamento del bonus che dovrebbe essere ulteriormente esteso dal decreto del Ministro dello Sviluppo Economico di rafforzamento del suo importo, in coerenza con quanto proposto dall’Autorità con la segnalazione n. 287 del giugno 2015.
Ma, sempre dal gennaio 2017, ha preso il via un’ulteriore riforma. Per la propria fornitura di energia elettrica, le famiglie e le piccole imprese ancora in maggior tutela possono ora scegliere, in modo volontario, anche l’offerta di Tutela SIMILE, il nuovo meccanismo transitorio istituito dall’Autorità che permette di aderire, solo attraverso il sito web www.portaletutelasimile.it, ad un’offerta di mercato libero, ma con una struttura contrattuale omogenea indicata dal Regolatore, differenziata solo nel prezzo, pari a quello della maggior tutela scontato del bonus una tantum che i diversi operatori hanno proposto. Sono circa 30 le aziende ammesse alla Tutela SIMILE, che rispettano ex ante i requisiti previsti, con uno sconto medio annuo proposto per i clienti domestici intorno ai 50 euro (per una possibile riduzione di circa il 10% della spesa annua, al lordo delle tasse, della famiglia tipo). Lo sconto medio per i non domestici invece è intorno a 80 euro. Con la Tutela SIMILE, cioè simile ad una fornitura del mercato libero, l’Autorità vuole garantire ai consumatori in Maggior Tutela l’opportunità di sperimentare una forma di offerta più vicina a quelle del mercato libero, definendo uno strumento-ponte per accompagnare verso forme tipiche del mercato libero, l’unica modalità di fornitura possibile quando termineranno i regimi di tutela di prezzo.