Con sempre maggiore frequenza rimbalzano sulle cronache casi di città sporche, con strade e quartieri dove la spazzatura non viene raccolta. Di conseguenza aumentano le proteste dei cittadini, costretti a pagare per un servizio spesso insufficiente o che addirittura non viene effettuato.
Ma sono in pochi a sapere che i cittadini hanno diritto al rimborso di parte della Tari, nel caso di servizio di raccolta rifiuti non effettuato. A stabilire questo diritto è una sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Roma, che ha riconosciuto agli abitanti di un quartiere un rimborso della Tari pari all’80% di quanto versato per non aver ricevuto il servizio pagato.
La Tari è l’imposta sui rifiuti ed è dovuta da tutti coloro che sono in possesso, a qualsiasi titolo, di locali oppure aree suscettibili alla produzione di rifiuti. Viene utilizzata per finanziare i costi per il servizio di raccolta. Attiva dal 2014, è una tassa comunale, quindi il versamento deve essere fatto in favore del Comune di riferimento. Sempre al Comune bisogna rivolgersi in caso di problemi o errori.
Nel caso in cui il servizio non venga offerto, a parte venir meno il decoro urbano e le condizioni igienico sanitarie adeguate alla vita umana, viene meno anche l’obbligo di pagare per un servizio che di fatto non si riceve.
Per questo motivo, proprio a causa dei disservizi nella raccolta della spazzatura, a Roma, gli abitanti del quartiere Settebagni hanno chiesto il rimborso della Tari, riferita agli anni 2017 e 2018, con l’appoggio di un’associazione pro bono di avvocati. Il rimborso, inizialmente approvato al 20%, ora è dell’ 80%.
La sentenza emessa a favore dei residenti nel quartiere Settebagni è di fondamentale importanza, in quando costituisce un precedente che consente anche ad altri cittadini di poter chiedere il rimborso nel caso in cui si trovassero nella medesima situazione.
La vicenda è iniziata anni fa, quando alcuni abitanti del quartiere romano di Settebagni avevano ottenuto un rimborso del 20% della Tari per gli anni 2017/2018, con una sentenza del 2020. Il quartiere era uno di quelli più toccati dalla crisi dei rifiuti romana, con tutte le conseguenze del caso: immondizia che si accumula, la comparsa di cinghiali, ratti, e blatte e conseguenti pericoli per la salute umana.
Il problema era stato segnalato all’amministrazione comunale a più riprese, con tanto di foto. Ma non era servito a nulla. Il consiglio di quartiere ha così deciso di rivolgersi a un’associazione pro bono, che ha portato avanti una battaglia legale. Nel 2020 è stato riconosciuto il rimborso del 20%, ma Roma Capitale ha scelto di fare ricorso.
A pochi giorni dalla fine del 2022, è arrivata la decisione della Corte di Giustizia Tributaria, che non solo ha dato torto alla città di Roma e all’Ama, l’Azienda che gestisce il servizio di raccolta rifiuti, ma ha anche aumentato il valore del rimborso all’80%, in quanto nel frattempo la situazione di Settebagni non era migliorata.
La sentenza ha dato al Comune 120 giorni di tempo per rimborsare circa 40 abitanti del quartiere, per un totale di quasi 20mila euro.