Il 2021 è stato “un altro anno sprecato” per lo sviluppo delle rinnovabili in Italia e, “ogni anno che passa, questo spreco diviene sempre più impattante, allontanando decisamente il raggiungimento degli obiettivi al 2030 (72% di fonti rinnovabili nella generazione elettrica) e ancora di più quelli al 2050”.
E’ l’amaro messaggio emerso dal ‘Renewable Energy Report 2022’ del gruppo Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano.
Le installazioni sono ripartite con la ripresa post-pandemica, ma la quantità di nuovi impianti fotovoltaici ed eolici, secondo il Rapporto, è solo di poco superiore a quella del 2019. A differenza dell’Europa, che procede a passi molto più spediti ed è ormai prossima al traguardo complessivo dei 700 Gigawatt.
La capacità di rinnovabili installata in Italia durante il 2021 è stata complessivamente di 1.351 Megawatt, con un incremento del 70% di potenza rispetto ai 790 Megawatt del 2020, quando era diminuita del 35%. Questo ha portato il Paese a superare la soglia dei 60 Gigawatt: l’aumento è stato trainato dalla nuova capacità di fotovoltaico (+30%), seguito dall’eolico e, più distanziato, dall’idroelettrico, mentre le bioenergie sono addirittura in diminuzione.
“La ripresa è ancora troppo lenta. Con questo ritmo – avverte Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy & Strategy – arriveremmo tra otto anni a un parco eolico e fotovoltaico di poco superiore ai 50 GW, ben lontani dall’obiettivo (aumentato con il Piano per la transizione ecologica) di un installato totale di rinnovabili tra i 125 e i 130 GW. Per raggiungerlo dovremmo crescere tra le 4 e le 7 volte più velocemente”.
Per centrare gli obiettivi europei al 2030 si dovrebbero installare in Italia almeno 60-65 Gigawatt di nuova capacità produttiva da fonti rinnovabili non programmabili, “ma non è possibile senza una semplificazione normativa, in particolare nelle autorizzazioni, e un più facile accesso agli incentivi”.
FONTE: Agenzia Ansa