Portare al Governo le istanze di Confindustria sulla bozza di Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico sin merito ai meccanismi di incentivazione delle energie rinnovabili diverse dal fotovoltaico per il 2015-2016. Questo il principale ordine del giorno della riunione del Comitato Energia di Confindustria, nel cui contesto ANIE Rinnovabili ha presentato le osservazioni dell’associazione, che sono state valutate positivamente dai componenti del gruppo di lavoro.
ANIE Rinnovabili, in particolare, osserva che la bozza di Decreto del MISE rischia di ridimensionare fortemente il mercato delle rinnovabili perché, oltre a ridurre drasticamente gli incentivi e a rendere insostenibile il ritorno economico e la finanziabilità dei progetti, non tiene conto né del reale sviluppo delle diverse fonti nel corso degli anni né delle reali assegnazioni avvenute nelle aste e registri precedenti.
Secondo ANIE, nel testo del decreto si nota una sproporzione nell’assegnazione delle risorse a favore di impianti a biomasse e biogas, a scapito di impianti mini idro, mini eolico e termodinamici, che in Italia hanno ricadute occupazionali notevoli e un alto livello di sviluppo tecnologico.
“Le poche industrie delle fonti rinnovabili non fotovoltaiche che riescono a continuare l’attività in questo momento di difficoltà, sono un comparto basato su una filiera prevalentemente italiana che, nell’ultimo quinquennio, ha generato importanti ricadute industriali e occupazionali, oltre ad essere riuscito a penetrare sui mercati export grazie all’eccellenza delle soluzioni tecnologiche sviluppate. – ha puntualizzato Emilio Cremona, Presidente di ANIE Rinnovabili -. Questa filiera continua ad investire in nuove tecnologie nonostante l’instabilità del sistema incentivante e le continue rivisitazioni degli ultimi due anni. Spiace quindi constatare nella bozza di decreto del MISE la scarsa conoscenza del livello industriale raggiunto dai FER e delle conseguenti ricadute occupazionali del comparto industriale”.
Partendo da tali premesse, ANIE Rinnovabili ha presentato un documento dettagliato di proposte e osservazioni che Confindustria si farà carico di sottoporre, in quanto interlocutore privilegiato, al Ministero dello Sviluppo Economico, in un’ottica di salvaguardia dell’intero settore. Costruttori di componenti e impianti, produttori di beni e servizi e consumatori rappresentano la stessa famiglia di imprenditori, nella logica del prosumer verso cui si sta movendo il settore dell’energia rinnovabile in Italia e nel mondo con la convinzione che solo facendo sinergia in ottica di sistema si possono ottenere risultati.
QUALI PROPOSTE
Tra le proposte di ANIE Rinnovabili:
* supportare maggiormente gli impianti mini-eolici e segmentare le diverse taglie con tariffe in decrescita ma sostenibili e con ammortamenti fiscali accelerati o esenzioni fiscali per nuovi investimenti;
* incentivare i piccoli impianti termodinamici, idonei al mercato italiano, caratterizzati da un’efficienza maggiore rispetto a quelli di grossa taglia, aumentando la quota di potenza e assegnando maggiori risorse agli impianti che oltre le ore diurne effettuano accumulo termico con fonti rinnovabili rispetto agli impianti che invece utilizzano il gas;
* alzare la soglia degli impianti mini idro ad acqua fluente che accedono direttamente agli incentivi fino a 250 kW, al pari degli impianti su canali o reti.
ENTITÀ DEI FONDI
ANIE Rinnovabili concorda sull’analisi confindustriale nella quale si mette in evidenza come il limite di spesa non debba superare i 5,8 miliardi di euro annui e si fa notare che ad oggi risultano ancora a disposizione degli operatori, non prevedendosi deroghe, circa 100 milioni di euro, attualmente liberi sul contatore del GSE, e la somma delle risorse che si andrebbero man mano liberando, sia per termine naturale degli incentivi (stimate in 100 milioni di euro) sia per revoche agli incentivi assegnati (stimate in 50 milioni di euro).
A questo proposito ANIE Rinnovabili ritiene opportuno che il GSE comunichi il raggiungimento dell’obiettivo limite con un anticipo di almeno sei mesi, con specifiche a cadenza mensile sulle risorse residue disponibili. ANIE Rinnovabili è anche convinta che il nuovo decreto, con le opportune modifiche, possa generare nel 2015-2016 nuove installazioni stimabili in 1200 MW.