Nonostante l’emergenza climatica, la crisi energetica e la necessità di raggiugere obiettivi di decarbonizzazione al 2030 sempre più sfidanti, in Italia l’effettiva realizzazione di nuovi impianti da fonti pulite “resta timida e insoddisfacente, quasi un miraggio”.
A sostenerlo è l’edizione 2023 del report “Scacco matto alle rinnovabili”, realizzato da Legambiente. Secondo l’associazione, infatti, lo sviluppo di queste fonti di energia pulita continua a subire rallentamenti a causa di norme obsolete e frammentate, lentezza degli iter autorizzativi e lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali.
Dai dati del report emerge in particolare come attualmente nel nostro Paese ci siano ben 1364 impianti di energia rinnovabile ancora in fase di VIA, di verifica di Assoggettabilità a VIA, di valutazione preliminare e di Provvedimento Unico in Materia Ambientale a livello statale. Di questi progetti il 76% è situato in Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
Dunque, nonostante siano molte le richieste di autorizzazioni per impianti rinnovabili, i progetti rimangono imbrigliati nella rete di una burocrazia troppo lenta. Nel 2022, ad esempio, solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha ricevuto l’autorizzazione. “Nel 2019 a ricevere l’autorizzazione sono state il 41% delle istanze, per poi scendere progressivamente al 19% nel 2020 e al 9% nel 2021”, è scritto nel report di Legambiente.
Dal report di Legambiente emerge anche che questo stallo nella realizzazione di nuovi impianti non dipende dalle imprese e neppure dai cittadini. Le aziende si mostrano infatti sempre più disposte ad accettare sfide poste dalla transizione ecologica e a investire nelle rinnovabili. Sono infatti oltre 1.300 i progetti in attesa di valutazione. E anche nei cittadini il cosiddetto effetto Nimby (Not In My Back Yard = non nel mio cortile) sembra coinvolgere solo una minoranza di persone ed è, secondo Legambiente, soprattutto espressione della mancanza di regole certe, chiare e trasparenti in grado di guardare verso una corretta valorizzazione dei territori.
Per cercare di abbattere gli ostacoli che frenano lo sviluppo delle rinnovabili, secondo il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, è indispensabile che il Governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo. Nello specifico, è necessario semplificare l’iter dei processi autorizzativi per garantire certezza dei tempi e potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando.
Oltre a questo bisogna riordinare la normativa sulle rinnovabili e aggiornare il Piano Nazionale Integrato per l’energia e il clima (PNIEC) rispondendo al nuovo scenario energetico, con l’obiettivo di raggiungere i target di decarbonizzazione al 2035 e di far penetrare il più possibile le energia rinnovabili nei territori.