Secondo dati dello studio Symbola Cresme, il patrimonio edilizio italiano è il più grande d’Europa con 599 abitazioni per 1.000 abitanti rispetto a una media europea di 506. Secondo un’indagine ENEA si calcola un totale di 12 milioni di edifici residenziali (88%)*, rispetto a 1 milione e mezzo di edifici pubblici (pari all’11,9%). il 46,7% di queste strutture si trova in zone fredde, dove il tema dell’efficienza energetica assume un’importanza ancora maggiore. Si pensa erroneamente che questi numeri siano dovuti solo al grande peso degli edifici storici ma, come confermano i dati ISTAT quasi la metà delle costruzioni esistenti è stata edificata tra gli anni ‘50 e il 1991, anno in cui è entrata in vigore una prima normativa sull’efficienza energetica.
Queste sono le riflessioni emerse in occasione del tavolo di lavoro Changemakers and Policy Dialogue organizzato da Building Performance Institute Europe al quale hanno partecipato Cecilia Hugony, AD di Teicos e presidente di Renovate Italy, la rete italiana che raccoglie numerose realtà imprenditoriali e no profit che promuovono attività e progetti per la riqualificazione energetica del costruito e che fa riferimento a Renovate Europe.
Riqualificare il 2% degli edifici ogni anno: è l’obiettivo posto dall’Europa nell’iniziativa “renovation wave” per aumentare la sicurezza energetica del nostro continente e ridurre le emissioni di CO2.
«Gli edifici italiani, a seconda della loro destinazione d’uso, hanno un consumo energetico medio compreso tra 150 e 600 kWh/m² annui. Gli edifici NZeb – Nearly Zero Energy Building hanno invece un consumo energetico medio pari a circa 75 kWh/m² annui. Dobbiamo lavorare per ridurre i consumi energetici e al contempo aumentare la salubrità e il comfort delle case in cui viviamo. Quando si parla di “adaptation to climate change” si intende infatti quell’insieme di misure che assicurano la salute delle persone di fronte ai cambiamenti climatici in atto (pensiamo ad esempio alle ondate di calore) e queste comprendono necessariamente gli interventi sugli spazi abitati. Su queste linee guida possiamo proseguire il percorso per la riqualificazione del nostro patrimonio edificato» prosegue Hugony.
Comunicato stampa