Dopo il piano “Rinascita Urbana” preannunciato nei giorni scorsi e finalizzato a contrastare il disagio abitativo mediante lo stanziamento di un miliardo di euro a favore delle riqualificazioni e del sostegno all’affitto, ecco un’altra misura innovativa sul versante dell’abitare. Si tratta del cosiddetto bonus facciate, introdotto nella legge di bilancio 2020 approvata questa notte dal Consiglio dei Ministri al fine di inviare tempestivamente il relativo documento programmatico a Bruxelles.
Non soltanto, dunque, la proroga delle detrazioni per la riqualificazione energetica, per gli impianti di micro-cogenerazione e per le ristrutturazioni edilizie, oltre a quelle per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata a seguito di ristrutturazione della propria abitazione.
La legge di bilancio vede confluire nell’alveo dei bonus fiscali sulla casa e sul condominio, anche un provvedimento tutto nuovo. Si tratta, appunto, del bonus facciate; di quella, cioè, che nella sua nota stampa ufficiale lo stesso Governo definisce una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici al fine di dare un nuovo volto alle nostre città.
Alla misura aveva già fatto riferimento nei giorni scorsi il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini: “Prendiamo spunto da quanto già realizzato in Francia con un provvedimento che ha cambiato il volto di molte città. Penso a un bonus fiscale del 90% per tutti, privati, condomini e case singole, che vogliano rimettere a posto le facciate di case e palazzi. Un incentivo con un arco temporale limitato di due anni, che permetterebbe di prendere più piccioni con una fava: fare le nostre città e periferie più belle a spese dei privati e a tutto vantaggio dell’economia e della piccola e media impresa”.
Per l’effettiva concretizzazione della misura, nonché per i dettagli circa l’entità delle detrazioni e la durata del provvedimento occorrerà, ovviamente, seguire il complesso, delicato e articolato iter che porterà al varo della legge di bilancio per l’anno 2020. Di certo, le premesse sono interessanti e potrebbero dare un ulteriore slancio al comparto dei lavori di riqualificazione in ambito condominiale.