A febbraio, per il secondo mese consecutivo, scende la fiducia dei consumatori, che arriva a toccare il minimo da maggio 2021. Risale un pochino, invece, dopo il calo di gennaio, la fiducia delle imprese.
Lo rivela l’Istat, che fotografa un andamento altalenante di famiglie e imprenditori, tra pessimismo e ottimismo. Attese e giudizi potrebbero però peggiorare a breve, sulla scia del conflitto in Ucraina e sugli effetti ancora da fronteggiare del caro prezzi, bollette e carburanti in testa.
L’Istat, intanto, rileva che a febbraio l’indice di fiducia delle imprese torna ad aumentare dopo il deciso calo registrato lo scorso gennaio (passando da 105,3 a 108,2). Il recupero si deve ad un miglioramento della fiducia nel comparto dei servizi e in quello delle costruzioni, mentre al contrario diminuisce nel settore manifatturiero e nel commercio al dettaglio.
A calare è invece l’indice di fiducia dei consumatori, passato in un mese da 114,2 a 112,4. A determinare la diminuzione è il peggioramento dei giudizi sia sulla situazione economica generale, sia su quella personale. I dati sulla fiducia di famiglie e imprese sono “destinati a peggiorare nelle prossime settimane, a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina. Una situazione incandescente” che insieme “all’emergenza bollette, all’allarme sui prezzi e alla crisi dell’energia potrebbe avere conseguenze pesanti” sui consumi e sull’economia, afferma il Codacons.
Dello stesso avviso l’Unione nazionale consumatori, secondo cui pesa “l’effetto caro bollette, caro benzina e carovita”, e per questo chiede al Governo di intervenire ancora per tagliare i costi di luce e gas e di ridurre le accise sui carburanti: “Gli italiani vedevano già un futuro buio prima dell’invasione dell’Ucraina, figurarsi cosa succederà a marzo”.
Il clima di fiducia registrato a febbraio “riflette in misura abbastanza puntuale le difficoltà dell’economia italiana”, afferma Confcommercio. L’Associazione evidenzia in particolare i “segnali di sofferenza” che arrivano dal manifatturiero e dal commercio al dettaglio tradizionale, con i negozi ed i piccoli esercizi che faticano a tenere il passo delle vendite online e della grande distribuzione. Difficoltà anche per gli operatori del turismo, tra i più colpiti dalla crisi pandemica.