[A cura di: Daniele Barbieri – segr. gen. Sunia] La pubblicazione in questi giorni da parte del Ministero dell’Interno dei dati relativi agli sfratti emessi ed eseguiti nel 2017 conferma sostanzialmente un trend, che si trascina da alcuni anni, che vede la morosità come motivazione di gran lunga prevalente tra gli sfratti emessi: oltre l’88% del totale.
In valore assoluto, parliamo di 52.590 sentenze su un totale di 59.609. Numeri che in realtà possono essere significativamente superiori perché nel documento del Ministero sono incompleti i dati di 11 province tra le quali Roma, Venezia, Napoli, Bari e Catania: cinque aree metropolitane che rappresentano una fetta consistente del mercato dell’affitto.
Confrontando i dati con quelli del 2016 (anche questi incompleti), nel 2017 il numero degli sfratti per morosità emessi è comunque inferiore del 4,25% (52.590 contro 54.829). Ma è troppo poco per affermare che ci sia una inversione di tendenza. Si conferma quindi la necessità di affrontare al più presto ed in maniera organica il problema del disagio abitativo, superando la visione emergenziale che ha ispirato i pochi provvedimenti e le scarse risorse di questi anni.
Una analisi seria ed approfondita del disagio e del fabbisogno; un piano pluriennale di aumento dell’offerta di alloggi sociali in affitto a canoni sostenibili all’interno dei processi di rigenerazione urbana; il rifinanziamento del Fondo di sostegno alla locazione; un diverso approccio per il Fondo destinato alla morosità incolpevole; un rilancio del ruolo dell’Edilizia Residenziale Pubblica; un uso razionale e trasparente di questo patrimonio: sono questi i punti principali su cui chiediamo al nuovo Governo ed in particolare al Ministro delle infrastrutture di aprire un confronto costruttivo con le parti sociali