La partita su sfratti e nuovo regime dei minimi non è ancora chiusa. Come spiegato in una conferenza stampa dai relatori del provvedimento, Maino Marchi (Pd) e Francesco Paolo Sisto (Fi), è in discussione, nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera, una modifica al Milleproroghe, che insieme alla Legge di Stabilità tante polemiche aveva suscitato nelle scorse settimane.
In materia di partite Iva, secondo le prime indiscrezioni l’aggiustamento già ventilato recentemente dal premier Renzi si tradurrebbe in una delle seguenti soluzioni: possibilità di scegliere tra il vecchio e il nuovo regime forfetario, oppure slittamento di un anno dell’entrata in vigore di quest’ultimo, giudicato da molti professionisti estremamente penalizzante rispetto al precedente.
Per quanto concerne gli sfratti, invece, smentita dallo stesso ministro alle Infrastrutture Lupi l’ipotesi di una mini-proroga di 3 mesi, resta in piedi un’altra strada: quella dell’allocazione di una parte di risorse del Fondo affitti a misure che consentano il passaggio indolore degli inquilini sotto esecuzione, dall’appartamento che devono liberare ad un’altra soluzione abitativa.
Ma sul tema degli sfratti è intervenuto, prontamente, anche il Sunia: “Nei giorni scorsi, con un comunicato trionfalistico, il Ministro Lupi ha annunciato la ripartizione tra le Regioni del finanziamento per il 2015 di 100 milioni per il Fondo di Sostegno all’affitto affermando che questa è la prova che si può e si deve affrontare il disagio abitativo in modo concreto, senza continuare a rinviare il problema come si è fatto per lunghi anni con la proroga degli sfratti, che ha dimostrato di non essere uno strumento risolutivo dell’emergenza, anzi che ha solo protratto l’emergenza.
Ebbene: è proprio perché siamo convinti che servano atti concreti per dare una risposta a questi cittadini che l’entusiasmo del Ministro è fuori luogo”.
Secondo il sindacato inquilini; “Il Ministero dovrebbe sapere che il Fondo di Sostegno all’affitto è destinato ad aiutare gli inquilini con un regolare contratto di locazione che hanno difficoltà a pagare l’affitto. I cittadini con lo sfratto per finita locazione che non hanno più la proroga ovviamente non hanno un contratto di locazione, ma debbono lasciare l’appartamento in cui vivono, quindi l’eventuale contributo che gli verrebbe concesso dovrebbe essere subordinato alla stipula di un nuovo contratto di locazione per un alloggio diverso, ammesso e non concesso che sia possibile trovare sul mercato affitti compatibili con i redditi di queste famiglie. E non è sufficiente mettere dei tempi ristretti per l’erogazione del contributo come viene riportato dalla nota del Ministero, perché la realtà e la concretezza dimostrano che anche i Comuni più virtuosi non riescono ad erogare i contributi prima di un anno dalla ripartizione del Ministero”.
Tra l’altro, il Sunia ricorda che “ancora debbono essere ripartiti tra le Regioni i Fondi per il recupero degli alloggi pubblici inutilizzati (circa 16.000) che dovrebbero essere assegnati in via prioritaria a queste famiglie e che, visti i bassi redditi, probabilmente rappresentano la vera soluzione. Il Decreto Legge che stanziava i Fondi è del marzo del 2014, sono già passati 10 mesi. Anche ipotizzando la ripartizione tra le Regioni entro pochi giorni, i primi alloggi non saranno pronti prima di un anno (a voler essere molto ottimisti). E non saranno 16.000 perché il Ministro dimentica sempre di dire che, i 467 milioni stanziati, sono distribuiti in dieci anni”.