Sì al registro degli amministratori, tenuto presso il Ministero della Giustizia e con un canone a carico di chi intende iscriversi che va dai 250 euro l’anno per chi gestisce un solo condominio ai 1.500 euro l’anno per i professionisti che amministrano più di 10 stabili condominiali.
È l’oggetto di un emendamento che vede come primo firmatario il senatore Aprilio Pescioli (in forza al PDA), ma che avrebbe già incassato il sostegno delle principali forze di maggioranza, e che quindi ha ottime probabilità di ricevere il via libera nell’ambito dell’iter di approvazione della Legge Europea la quale prevede, tra le altre cose, l’eliminazione dell’incompatibilità tra la professione di agente immobiliare e quella di amministratore condominiale.
Alla notizia, trapelata nella notte tra domenica 31 marzo e lunedì 1 aprile, le principali associazioni dell’amministrazione hanno ovviamente reagito con scoramento, ma anche con la determinazione a sollevare barricate contro un provvedimento giudicato “penalizzante nei confronti di una professione già bistrattata”, come espresso a chiare lettere da due presidenti che, tuttavia, ci hanno chiesto di tenere l’acqua in bocca, in attesa di decidere una “linea di galleggiamento comune”.
Da parte sua, il senatore Pescioli, raggiunto dai taccuini di Quotidiano del Condominio, tira dritto seguendo una corrente divenuta maggioritaria: “Gli amministratori di condominio stanno boccheggiando. E questo perché quella della gestione residenziale è una delle branchie più controverse del panorama immobiliare. Occorre esplorare nuovi fondali, prima che quest’attività precipiti negli abissi del caos dove i più grandi finiscono sempre per mangiare i più piccoli”.
Insomma: l’esca è stata gettata. Ora starà agli amministratori decidere se abboccare o meno.