A causa del considerevole aumento dei costi dell’energia, in tanti hanno pensato di passare al pellet. Anche questo combustibile ha però subito un fortissimo incremento dei costi. La scelta, dunque, si è davvero rivelata conveniente? Pare di sì, grazie a dei bonus per la realizzazione degli impianti.
Cos’è il pellet
Il pellet rappresenta una delle scelte più green che è possibile fare in materia di combustibili fossili. Si ottiene infatti dagli scarti della lavorazione industriale del legno e dagli scarti agricoli attraverso un processo di compressione meccanica. Il risultato di questo processo sono dei piccoli cilindri del diametro di circa 7 millimetri.
La combustione del pellet per l’energia termica domestica è più rispettosa dell’ambiente rispetto alla maggior parte delle alternative. La materia prima, inoltre, è particolarmente conveniente rispetto al gasolio e al metano. A patto, però, di disporre di impianti con una canna fumaria di dimensioni adeguate, scegliere una stufa o una caldaia ad alta efficienza, con manutenzione costante, e prodotti certificati e a bassa umidità.
Pellet o gas
Come gli altri beni, energetici e non, anche il pellet ha visto il suo prezzo aumentare notevolmente nel corso del 2022. Un sacco da 15 kg è passato da costare mediamente tra i 3 e 5 euro a ben 10 euro, anche 14 o 15. I motivi dei rincari sono numerosi, a partire dal fatto che la guerra in Ucraina ha scatenato un effetto domino su tutta la filiera, al punto che oggi le fabbriche spendono anche il 50% in più per la sua produzione, a causa soprattutto degli aumenti in bolletta.
Il pellet rimane comunque un’alternativa conveniente a gas e gasolio.
Nonostante i timori iniziali, inoltre, i produttori hanno rassicurato i consumatori sul fatto che non ci sarà penuria di pellet nei negozi, nonostante una diminuzione dei flussi provenienti dai Paesi del Centro e del Nord Europa. Non ci sarà dunque la temuta carenza di pellet sugli scaffali.
Bonus stufe a pellet
Il costo più importante è però quello degli apparecchi. Si va da un minimo di 1.500 euro per una stufa a pellet ad aria a un minimo di 2.500 euro per una ad acqua. L’impianto può costare anche 300 euro, ai quali bisogna aggiungere l’eventuale costruzione di una canna fumaria, laddove non sia possibile, ad esempio, convertire quella esistente del camino. In questo caso la spesa si può aggirare anche attorno ai 50 euro al metro quadro.
Lo Stato mette però a disposizione diversi strumenti, noti come bonus stufe o bonus pellet, che permettono la costruzione di nuovi impianti a costi agevolati.
Conto termico
Il conto termico è erogato dal GSE (Gestore Servizi Energetici). Incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. L’intervento per caldaie e stufe a biomasse riguarda in questo caso solo la sostituzione di un impianto preesistente e non una nuova installazione e copre fino al 65% del costo dei lavori.
Ecobonus
L’Ecobonus dà diritto o a un rimborso del 65% fino a un massimo di 30 mila euro per gli interventi di riqualificazione energetica per gli immobili già iscritti al catasto o con pratica di iscrizione già avviata o a un rimborso del 50% fino a un massimo di 96 mila euro per i lavori di ristrutturazione edilizia. La stufa a pellet, in questo caso, deve avere un rendimento pari o superiore al 70%.
Bonus regionali
Esistono inoltre dei bonus regionali. I più importanti sono quelli della Regione Lombardia, della Regione Veneto e della Regione Emilia Romagna. Gli importi stanziati e i requisiti cambiano nei diversi territori, ed è bene consultare nel dettaglio i bandi sui siti e le piattaforme dedicate per capire se è possibile beneficiare di questi ulteriori incentivi locali.