La tragedia di Genova prima, e il polverone scatenatosi intorno alla vicenda della nave Diciotto poi, hanno per buona parte oscurato qualunque altra questione di carattere politico. Tra queste, la polemica sollevata le scorse settimane dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, in merito alla norma contenuta nel decreto milleproroghe, che, in estrema sintesi, blocca fino al 2020 i fondi per la riqualificazione delle periferie (si veda anche Riqualificazione periferie, Sicet: “Serve un tavolo sull’abitare”).
“Stiamo assistendo a un furto con destrezza – aveva dichiarato con forza Decaro in replica al sottosegretario all’economia, Laura Castelli -. Siamo in presenza di un governo che straccia un contratto scritto, viene meno alla parola data. E tanti saluti alla leale collaborazione tra istituzioni. Sul bando periferie si fa confusione, mischiando sentenze, interessi politici e risorse economiche che nulla c’entrano tra loro, solo per non dire la verità: si stanno privando i Comuni di fondi necessari per rendere più sicure e vivibili quelle delle nostre città che soffrono situazioni di degrado economico e sociale”.
“Ristabiliamo la verità”, sostiene Decaro, che lo scorso 9 agosto ha scritto una lettera al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, al ministro degli Affari regionali Stefani ed al presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini. “È falso che non ci sia copertura per il miliardo e 600 milioni destinati ai 96 progetti del bando periferie. Ottocento milioni sono stati stanziati con delibere Cipe. Altri ottocento milioni attraverso il comma 140 di una legge di bilancio di due anni fa. Del resto tutte quelle convenzioni, che ora il governo vuole considerare carta straccia, avevano avuto la verifica e la registrazione della Corte dei Conti. Non un organismo politico quindi, ma il massimo organismo di validazione contabile”.
Decaro conclude invitando il governo a un ripensamento. “Non abbiamo cercato lo scontro. Non abbiamo voluto fare muro contro muro. Anzi, tutti i sindaci hanno cercato un’interlocuzione con il governo che richiamiamo a quel patto di reciproca collaborazione che dovrebbe sempre guidare le istituzioni, con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei cittadini. Anche per questa vicenda del bando periferie, sarebbe bastato vedersi, parlarsi. Ora una cosa deve essere chiara ai nostri interlocutori istituzionali: i sindaci non si fanno prendere in giro”.