Oltre trenta punti di raccolta firme a Milano organizzati dal Sunia, fino alla metà di aprile. Scopo? Provare a modificare la proposta di legge di riforma del Testo Unico dell’edilizia residenziale pubblica (legge regionale 27/2009) di Regione Lombardia, chiedendo per gli inquilini canone e spese sopportabili, e per i Comuni la possibilità di adottare un bando unico per le assegnazioni.
“Questa è una battaglia che portiamo avanti da tempo – spiegano il segretario della Camera del Lavoro Metropolitana, Massimo Bonini, e il segretario generale del Sunia, Stefano Chiappelli -. La crisi di Aler non deve ricadere su inquilini e lavoratori. E, con la petizione, vogliamo dare loro voce. A punti di raccolta firme si aggiungono le assemblee, un paio a settimana, già partite e che teniamo nei caseggiati popolari. Abbiamo poco tempo, ma vogliamo raccogliere quante più firme per consegnarle in Regione. Perché noi chiediamo:
* il rilancio di un modello di servizio e di gestione pubblica delle case popolari;
* che venga destinato l’1% del bilancio di Regione ad un fondo di finanziamento per la manutenzione, il recupero dei quartieri e nuovi programmi di costruzione;
* che il canone e le spese possano essere sostenibili, con criteri fissati per legge, tenendo in considerazione le reali capacità economiche delle famiglie o il peggioramento delle stesse condizioni economiche;
* che venga salvaguardato il patrimonio di edilizia pubblica, cessando la vendita delle case popolari e affittando a canoni sociali gli immobili sfitti o sottratti per altre destinazioni e, in ogni caso, escludendo qualsiasi possibilità di mobilità forzosa;
* che i Comuni possano di nuovo programmare e gestire l’offerta abitativa pubblica e sociale;
* che venga garantita la funzione sociale di Aler e di tutti i gestori, assicurando il sostegno finanziario per il risanamento di Aler e tutelando e garantendo livelli occupazionali e la professionalità degli operatori dell’azienda”.
“Chiediamo, infine, – concludono Bonini e Chiappelli – che i Comuni possano adottare un bando unico per le assegnazioni delle case popolari, non solo per accelerare i tempi, ma anche per garantire trasparenza e dare una risposta a una domanda abitativa che è diventata varia e diversificata”.