Il Superbonus ha trainato il reddito dei professionisti, che nel 2022 è cresciuto notevolmente rispetto al 2021 e al 2020. È quanto emerge dall’ VIII Rapporto sulle libere professioni in Italia, presentato da Confprofessioni.
In generale, il rapporto mostra che nel 2022 il reddito medio annuo dei professionisti iscritti alle casse di previdenza private è salito a 38.752 euro, in aumento rispetto ai 33.269 euro del 2021 e ai 33.938 del 2020. Secondo Confprofessioni, rispetto al periodo precedente alla crisi pandemica si è verificato un aumento del 14,2%. L’aumento del reddito dei professionisti sarebbe dovuto in gran parte al Superbonus, che ha trainato prevalentemente le professioni tecniche.
A crescere maggiormente è stato il reddito dei geometri, che nel 2022 è aumentato quasi del 37,7% rispetto al 2020. Seguono i geologi (+29,8%), gli architetti (+28,4%) e gli ingegneri (+25,9%).
Per quanto riguarda gli iscritti alle Casse di previdenza private, il numero dei geometri è sceso del 2,6% e quello dei geologi dell’1,4%. Al contrario, il numero degli architetti iscritti ad Inarcassa è aumentato del 4,6% e quello degli ingegneri del 3,2%.
Una crescita consistente, dunque. Ma non per tutti. Confprofessioni segnala infatti il divario reddituale di genere intervenuto nell’ultimo anno, che indica come a beneficiare della ripresa siano stati prevalentemente i professionisti maschi, mentre tra le donne la crescita appare attenuata.
Infatti, mentre nel 2021 la differenza tra il reddito medio di un ingegnere maschio e uno femmina, iscritti a Inarcassa, ammontava a quasi 18mila euro; nel 2022, nonostante il reddito medio sia cresciuto sia per gli ingegneri maschi sia per le femmine, la differenza è salita a 22mila euro. Questo significa che gli ingegneri maschi hanno registrato aumenti del reddito medio più consistenti.
Dal ridimensionamento del Superbonus, possibile impatto per il reddito dei professionisti
Nel rapporto, Confprofessioni ricorda il ridimensionamento del Superbonus, operato dal Governo, e le interlocuzioni intraprese per segnalare i rischi di tali misure per il mercato.
Il riferimento di Confprofessioni è al Decreto “Aiuti- quater”, che ha abbassato l’aliquota del Superbonus per i condomìni nel 2023 e al “Blocca Cessioni”, che ha eliminato le opzioni dello sconto in fattura e della cessione del credito.
Confprofessioni ha più volte inviato al Governo la richiesta di riattivare il circuito della cessione del credito e rivedere complessivamente del sistema di detrazioni fiscali nel settore dell’edilizia “eventualmente accorpando tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale di portata inferiore”.
Al momento, però, il Governo è fermo sulla sua posizione di ridimensionare il Superbonus, senza concedere ulteriori proroghe o deroghe. Le proposte presentate in modo bipartisan dalle forze politiche non sono andate a buon fine e dal 2024 intraprendere interventi incentivati col Superbonus diventerà meno conveniente. Una situazione che avrà sicuramente ripercussioni sui redditi dei professionisti tecnici.
Confprofessioni conclude la relazione sul rapporto indicando che il rilancio delle libere professioni si gioca sulla transizione digitale ed ecologica per promuovere la sostenibilità e lo sviluppo della dimensione imprenditoriale degli studi professionali.
Il rapporto segnala che la revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il pacchetto REPowerEU rappresentano un nuovo impulso per valorizzare le competenze dei professionisti e per recuperare il ritardo nella “messa a terra” di una strategia di sviluppo del sistema professionale italiano.