L’annientamento del superbonus può avere delle ragioni legate ai conti pubblici, ma questo processo non deve toccare il portafoglio dei piccoli proprietari, spesso anche condòmini, che si sono semplicemente fidati di una legge dello Stato.
Le risposte date ieri dal Governo possono anche sembrare accomodanti con alcune categorie, ma non tengono minimamente conto di quei 18 milioni di famiglie che abitano nella casa di proprietà.
La tutela di chi ha iniziato i lavori è quindi al centro dell’azione dell’U.P.P.I. – Unione Piccoli proprietari immobiliari, che chiede una soluzione urgente per chi ha avviato i lavori ma ora rischia di non finirli perché le imprese non trovano acquirenti del loro credito.
Quando l’impresa fallisce è un dramma per le famiglie di chi ci lavora ma anche per centinaia di migliaia di piccoli proprietari che si trovano con lavori appena iniziati o anche a stadi avanzati e non potranno ultimarli, senza asseverazioni saranno costrette a restituire i soldi all’Erario (in qualche caso con le sanzioni) e a pagare due volte l’intervento. Ma con quali denari?
Nei correttivi che il Parlamento dovrà fare al decreto-legge n. 11/2023, l’U.P.P.I. chiede anche, con forza, la reintroduzione, per i lavori con CILA successive al 16 febbraio, della possibilità della cessione delle detrazioni per gli incapienti e, per i bonus edilizi minori (come ristrutturazioni 50%, ecobonus 65%, sismabonus 85% e barriere architettoniche 75%), che venga reintrodotta almeno la “prima cessione” aperta a tutti e non solo alle banche.
Il Segretario Generale – dr. Jean-Claude Mochet
Il Presidente Nazionale – avv. Fabio Pucci