La discussione in Senato per la conversione del cosiddetto decreto “Salva-spese”, o “Salva Superbonus”, ovvero per la conversione del Decreto Legge n. 212/2023, è fissata per il 20, 21 e 22 febbraio 2024.
Il percorso sembra ormai segnato dal rigoroso Stop del Governo ad ogni tentativo di alleggerimento della misura.
Ma sono molte le associazioni del settore che ancora sperano che all’ultimo minuto venga accettata una mini-proroga del Superbonus al 90 o al 110%. O almeno un Sal straordinario che potrebbe salvare aziende e condomini da quello che si prospetta possa trasformarsi in un vero e proprio disastro.
In base alle stime dell’Enea e del Mase, infatti, i cantieri incompiuti sarebbero 40mila, per un totale di circa 10 miliardi di euro di lavori e un valore dei contratti pari a 28 miliardi di euro. Le famiglie coinvolte sarebbero 350mila.
Secondo l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) i cantieri condominiali incompiuti rischiano non solo di rimanere incompiuti, ma soprattutto di provocare decine di migliaia di contenziosi tra condomini e imprese vanificando, di fatto, l’obiettivo della riqualificazione degli edifici in chiave energetica ed antisismica.
Nel corso dell’audizione che si è svolta davanti alla Commissione Finanze della Camera, Ance aveva criticato aspramente il cosiddetto decreto “Salva spese” o “Salva Superbonus”.
Lo aveva definito come una mera sanatoria che consente ai contribuenti di mantenere gli incentivi fruiti sino al 31 dicembre 2023 anche in caso di mancata conclusione dei lavori.
Una sanatoria che però non riduce in nessun modo il problema delle famiglie e delle imprese e rischia piuttosto di favorire l’abbandono dei cantieri, lasciando sul campo “un cimitero” di opere incompiute.
Nell’occasione Ance aveva valutato negativamente anche la modifica apportata alla disciplina delle opzioni della cessione del credito o dello sconto in fattura. Il rischio è, infatti, quello di bloccare iniziative in corso a causa dei tempi diversi che regolano i piani attuativi rispetto agli interventi diretti.
Inoltre, Ance aveva proposto due soluzioni alternative: una mini-proroga del Superbonus o un Sal straordinario:
1) una mini-proroga del Superbonus sino al 29 febbraio 2024, nella stessa percentuale di detrazione riconosciuta al 31 dicembre 2023 (110% o 90%) per gli interventi “trainanti” e “trainati”:
– effettuati su condomini, o su edifici composti da massimo 4 unità e interamente posseduti da una
persona fisica,
– per i quali è stata esercitata l’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura,
– realizzati, al 31 dicembre 2023, per almeno il 60% dell’intervento complessivo.
2) possibilità, solo per gli interventi condominiali o su “mini condomini in mono-proprietà”, di esercitare le opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura per tutti i lavori realizzati entro il 29 febbraio 2024, certificati da un Sal “straordinario” da emettere necessariamente entro tale data, anche laddove, sempre alla medesima data, non si sia ancora raggiunta la percentuale prevista per i singoli Sal dall’articolo 121 comma 1-bis, del decreto legge n. 34/2020 (30%, 30% e 40%).
Le proposte formulate dall’Ance sono state sostenute anche dalle altre associazioni e organizzazioni del settore, ma ad oggi sono rimaste inascoltate. La conversione del Decreto Legge n. 212/2023, fissata per il 20, 21 e 22 febbraio 2024, sembra ormai cosa fatta. A meno di ripensamenti dell’ultima ora.