“Il problema del bonus è stato cambiare le regole in corsa. Questa situazione significa rischiare di nuovo l’implosione del sistema. È vero che questa misura ha un costo ma è anche vero che il fallimento di tante imprese forse è addirittura superiore”.
Lo ha affermato Federica Brancaccio, presidente nazionale Ance, a margine di un evento presso la sede napoletana dell’associazione, parlando del superbonus e del blocco della negoziazione dei crediti fiscali.
La leader nazionale dei costruttori ha evidenziato che “la misura era nata per risollevare il settore che veniva da 12 anni di crisi terribile e anche con un obiettivo più di lunga visione: riqualificare il patrimonio immobiliare.
Di conseguenza – ha proseguito Brancaccio – le imprese hanno cominciato a strutturarsi dal 2020 in poi, ma poi da novembre con il cambio delle regole in corsa, che era necessario per il bonus facciate così come avevamo detto fin dall’inizio, si è bloccata la monetizzazione dei crediti”.
“Poiché Ance è un’organizzazione seria e responsabile, al Governo dico: convocateci a un tavolo in cui mettiamo a punto una exit strategy da questa situazione che cambia regole ogni settimana e mette le imprese con le spalle al muro. Una exit strategy – propone Brancaccio – che abbia al proprio interno una rimodulazione sostenibile dei bonus e la conferma dell’ obbligo di qualificazione per chi fa questi lavori, ma anche una politica industriale di medio e lungo periodo per il settore delle costruzioni con una strategia forte per il risparmio energetico sul patrimonio immobiliare in linea con le raccomandazioni Ue”.
Secondo la presidente Brancaccio, “si procede a strappi, si cambiano le carte in tavola, si rischia davvero di far saltare il settore, con un costo sociale enorme – conclude -. Alle imprese prima si è reso disponibile un plafond di crediti per finanziare i lavori, ora si dice che il plafond non c’è più. Mettiamoci al tavolo e ragioniamo con serietà prima che sia troppo tardi. L’Ance vede conseguenze drammatiche, le vedo anche per i lavoratori: “Il settore, che ha fatto un altro +10% di ore lavorate, rischia anche di perdere i posti creati con questa ripresa. Ma non sarà solo un terremoto sociale: senza una exit strategy delineata bene e subito, un prezzo grave lo pagherà il Paese intero”.
Fonte: Agenzia Ansa