Le imprese edili aperte e poi chiuse nel periodo del Superbonus sono 11mila secondo i dati di InfoCamere elaborati dal Sole 24 Ore.
Un dato che mette in luce come il mercato abbia registrato un forte incremento dalla metà del 2020, quando sono aumentati gli iscritti al Registro delle imprese per esercitare un’attività nei codici Ateco dell’edilizia, dalle costruzioni agli impianti, per poi sgonfiarsi nel 2022-2023.
Il periodo d’oro è durato qualche anno. Infocamere segnala infatti 10.924 cessazioni. Tra queste, una buona parte è rappresentata da imprese nata sull’onda del Superbonus e in alcuni casi improvvisate.
Secondo Ance si tratta di soggetti che, sull’onda di una normativa favorevole e dell’assenza di regole rigide all’ingresso di nuove imprese, hanno provato a intercettare il mercato. Solo dal 2022 verrà infatti imposta la qualificazione Soa per i lavori oltre i 516mila euro con bonus edilizi.
È infatti a partire dal settembre 2020 che il superbonus 110 per cento trova piena attuazione, dopo la sua introduzione avvenuta con il decreto Rilancio in vigore da metà maggio 2020. A partire poi da aprile 2022 cominciano a cambiare le cose, vengono stabiliti nuovi limiti e a fine 2022 il superbonus passa dal 110 al 90%, fino all’ulteriore taglio a fine 2023 che ha portato il superbonus al 70%. Tutto questo ha spinto le imprese edili nate con l’obiettivo di intercettare il nuovo promettente mercato a chiudere i battenti.
In base a quanto emerso, nel secondo e terzo trimestre 2022 si contano tra le 1.200 e 1.300 unità in meno; a fine 2022 si arriva sopra alle 1.700 unità in meno per superare le 3.000 uscite all’inizio del 2023; nel secondo e terzo trimestre del 2023 si arriva a 1.800 imprese in meno.
La presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, commenta i dati: “Purtroppo è un numero che non ci sorprende e che ricorda quello che era già successo ai tempi del bonus facciate. È un dato che corrisponde alla realtà del mercato, perché noi abbiamo visto troppi casi di imprese nate dal nulla, arrivate alla Camera di commercio dalla sera alla mattina per gestire anche lavori da milioni di euro. Sin dall’inizio avevamo chiesto che a eseguire lavori per il mercato privato con accesso ai bonus edilizi fossero imprese qualificate; sarebbe interessante capire anche quante frodi sono attribuibili a queste imprese”.