Il pole position la telefonia; a seguire, gas ed energia elettrica in ambito domestico. Sono i due settori che – secondo un’indagine effettuata dall’Unione Consumatori – si possono fregiare del poco lusinghiero titolo di leader dei reclami da parte dell’utenza.
Come spiega il presidente di Unc, Massimiliano Dona, “tra gli oltre 20 mila reclami raccolti nell’ultimo anno (dal solo sportello nazionale e quindi senza tener conto delle segnalazioni ricevute dalle sedi locali), il 25 per cento riguarda la telefonia, il 18 per cento energia e gas e il 15 per cento le garanzie post-vendita; in termini di valore delle controversie, il primo posto per valore della posta in gioco spetta invece all’energia, seguita dalla telefonia e poi le garanzie”.
Nel dettaglio, per l’energia si tratta nella maggior parte di casi di bollette gonfiate con stime dei consumi che non corrispondono alla realtà, conguagli esorbitanti, fino ad arrivare alla sospensione della fornitura senza alcun preavviso.
Per quanto riguarda la telefonia, si riscontra, invece, un vero e proprio boom di segnalazioni relative ai cosiddetti servizi non richiesti (con un picco durante l’estate 2014), per i quali c’è da attendersi un ridimensionamento a seguito della multa di 5 milioni di euro dell’Autorità Antitrust comminata lo scorso gennaio a Telecom, H3G, Vodafone e Wind per i servizi premium non richiesti. Altri reclami contro gli operatori telefonici riguardano, invece, il recesso anticipato e problemi di portabilità.
Per quanto riguarda le garanzie, al primo posto tra i reclami c’è il mancato riconoscimento dell’assistenza da parte dei venditori (che invitano illegittimamente i consumatori a contattare la società produttrice), l’addebito dei costi per interventi che la legge dichiara gratuiti e le lunghe attese per la riparazione dei prodotti.