[A cura di: Garante Privacy – www.garanteprivacy.it] L’assistente digitale (o smart assistant) è un programma che interpreta il linguaggio naturale tramite algoritmi di intelligenza artificiale ed è in grado di dialogare con gli esseri umani al fine di soddisfare diversi tipi di richieste (ad esempio: rispondere direttamente a richieste di informazioni, fare ricerche su Internet, ricercare e indicare percorsi stradali, ecc.) o compiere determinate azioni (ad esempio: fare un acquisto online, regolare la temperatura o l’illuminazione di un’abitazione, chiudere o aprire serrature di case, attivare elettrodomestici come la lavatrice, ecc.).
Questa tecnologia è ormai molto diffusa e viene installata su vari dispositivi (la troviamo nei nostri smartphone, nelle auto, nelle case sotto forma di “altoparlanti intelligenti”).
Però, gli assistenti digitali possono raccogliere e memorizzare una grande quantità di dati personali – non solo relativi all’utilizzatore diretto, ma a chiunque si trovi nello stesso ambiente – riguardanti, ad esempio:
È quindi opportuno cercare di fare un uso informato e consapevole di questi strumenti, per tutelare in modo adeguato i nostri dati personali e quelli di tutte le persone che entrano, volontariamente o meno, nel campo di azione degli assistenti digitali.
Se per attivare l’assistente digitale o le eventuali app di gestione è necessario registrarsi fornendo dati personali, è bene leggere con attenzione l’informativa sul trattamento dei dati personali, che deve sempre essere disponibile, ad esempio sul sito dell’azienda che offre il servizio o nella confezione del dispositivo in cui è installato lo smart assistant (smartphone, altoparlante intelligente,ecc.).
In particolare, è importante cercare di comprendere
Nel momento in cui si attiva per la prima volta lo smart assistant è meglio fornire solo le informazioni specificamente necessarie per la registrazione e attivazione dei servizi ed eventualmente utilizzare pseudonimi per gli account, soprattutto se riferiti a minori. In generale, si potrebbe decidere di evitare che questi ultimi possano utilizzare o smart assistant, impostando password o impronte vocali che limitano l’accesso al servizio solo a specifici utenti adulti.
Meglio evitare di utilizzare l’assistente digitale per memorizzare informazioni delicate come quelle relative alla propria salute, le password, i numeri delle carte di credito, ecc..
Occorre valutare anche rischi e benefici dell’eventuale accesso da parte dello smart assistant ai dati conservati sul dispositivo in cui è installato, come ad esempio l’archivio fotografico, la rubrica, il calendario dello smartphone, ecc..
Quando è acceso ma non viene utilizzato, l’assistente digitale è in uno stato detto di passive listening, una sorta di “dormiveglia” da cui esce non appena sente la parola di attivazione che abbiamo scelto.
Ecco allora alcune precauzioni:
Per evitare ogni possibile acquisizione e trasmissione non desiderata di dati, quando non si usa l’assistente digitale (ad esempio la notte, quando non si è in casa, ecc.), si può:
Se l’assistente digitale è in grado di svolgere particolari azioni, come inviare messaggi ad altre persone (tramite sms o sistemi di messaggistica), pubblicare contenuti sui social o effettuare acquisti online, si può decidere di:
Gli assistenti digitali, come tutti i dispositivi e servizi che sono parte dell’Internet delle cose (IoT), non si limitano ad essere in connessione con la rete, ma sono anche in grado di “dialogare” con altri dispositivi IoT. Questa capacità amplifica la possibilità di raccolta, incrocio dei dati e diffusione di informazioni personali.
Ad esempio, gli assistenti digitali con funzioni domotiche possono essere connessi con oggetti e servizi presenti nelle nostre case, dagli elettrodomestici alle smart TV, dalle luci ai sistemi di sicurezza e videosorveglianza.
Si tratta di funzioni che semplificano la vita, perché in questo modo molti oggetti diventano controllabili a distanza con il solo utilizzo della voce. Tuttavia è sempre bene:
Occorre inoltre valutare se disattivare alcune funzioni di controllo domotico e inserire apposite password per controllare l’attivazione o disattivazione dei sistemi, in modo da poter utilizzare lo smart assistant con maggiore sicurezza. Si pensi, ad esempio, al rischio eventuale che la voce dell’utente venga in qualche modo captata e clonata da malintenzionati e utilizzata per controllare elettrodomestici o ingressi o sistemi di protezione della casa, oppure per “spiare” l’interno dell’abitazione utilizzando microfoni e videocamere.
Per limitare il trattamento dei dati personali raccolti dall’assistente digitale, si può periodicamente cancellare la cronologia delle informazioni in esso registrate, o quantomeno eliminare dalla cronologia alcune tipologie di dati (ad esempio, quelli ritenuti più delicati).
Questa operazione si può effettuare di solito utilizzando il sito web o l’app dedicati alla gestione dello smart assistant, oppure utilizzando le funzioni di impostazione del dispositivo su cui è installato (smartphone, smart speaker, automobili intelligenti intelligenti, ecc.).
Come per tutti i servizi digitali, una buona regola di base è impostare password di accesso complesse, sia per l’uso dello smart assistant che per la sua connessione a internet.
Sono precauzioni importanti:
Se il sistema operativo dell’assistente digitale o della app di gestione prevedono delle impostazioni privacy, è opportuno controllarle e regolarle sui livelli di protezione desiderati.
Nel caso in cui il dispositivo (smartphone, smart speaker, automobili intelligenti intelligenti, ecc.) su cui è installato lo smart assistant venga eventualmente venduto, regalato o dismesso, è bene disattivare gli eventuali account personali creati – ad esempio per attivarlo e connetterlo on line – e provvedere alla cancellazione di tutti i dati eventualmente registrati al suo interno o sulla app di gestione.
Se i dati raccolti sono stati trasmessi e conservati nei database dell’azienda produttrice o di altri soggetti è opportuno chiederne la cancellazione.
Il Codice privacy (in particolare l’art. 3) e il Regolamento (UE/2016/679) in materia di protezione dei dati personali prevedono che i sistemi elettronici siano prodotti e configurati per ridurre al minimo la raccolta e il trattamento di dati personali (privacy by design e privacy by default). Occorre inoltre siano rispettati alcuni principi fondamentali, come quello di trasparenza riguardo al trattamento dei dati, e i diritti delle persone fisiche.
Tali regole e principi debbono essere rispettati anche dai produttori di assistenti digitali.
Nei casi in cui ci siano dubbi sull’effettivo rispetto delle norme o sul corretto uso dei propri dati personali, ci si può rivolgere al Garante per la protezione dei dati personali, scrivendo a urp@gpdp.it.