Avrà evidenti effetti sul mercato delle compravendite immobiliari, la banca dati per case e uffici varata con un decreto (n. 304 del 4 agosto 2022) emanato dai ministeri della Transizione Ecologia, dell’Economia e dell’Innovazione tecnologica e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 221 del 21 settembre 2022. Il data base che verrà realizzato, in linea con una delle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sarà gestito dall’Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Grazie a questo strumento sarà possibile individuare dove sono necessari interventi di riqualificazione energetica e si potrà disporre di una mappa aggiornata del parco immobiliare nazionale.
I dati per realizzare questa “banca” giungeranno dal catasto nazionale degli attestati di prestazione energetica (Ape), dallo sportello unico certificatori energetici abilitati, dal Gestore dei servizi energetici (Gse), dal Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, dal progetto Patrimonio della Pubblica Amministrazione., dalla banca dati dell’Agenzia del demanio, dagli archivi catastali gestiti dall’Agenzia delle entrate e dall’Enea. Nel nuovo portale confluiranno inoltre tutte le informazioni sull’edilizia scolastica, e tutti i dati del repertorio nazionale dei dati territoriali, dell’anagrafe della popolazione residente e di quella dei numeri civici e delle strade urbane.
Nel data-base saranno immagazzinati anche:
– i dati relativi alla consistenza degli edifici e delle unità immobiliari (superficie, volume, numero di vani, anno di costruzione, categoria catastale);
– le caratteristiche energetiche per edificio e unità immobiliari (classe APE, consumi annui per vettore energetico, potenza in prelievo, superficie disperdente opaca e trasparente, trasmittanze delle superfici opache e trasparenti, tipologie di impianto di riscaldamento, ACS, condizionamento, produzione di energia elettrica, colonnine di ricariche, nonché relative potenze e rendimenti);
– gli interventi di manutenzione (elemento edilizio, anno di realizzazione dell’intervento, incentivo percepito per l’intervento);
– le informazioni sul tema dei servizi pubblici e privati (allegato I al decreto) e quelle concernenti i certificatori energetici abilitati, di cui al dpr n. 75/2013;
– le valutazioni del potenziale di risparmio (elenco degli interventi, costi di realizzazione, risparmi attesi);
– altre informazioni generali censite dall’Istat (codice comunale, sezione di censimento, popolazione residente, aree montane, zone climatiche, zone di rischio sismico, rischio idrogeologico, consumi idrici).
Nelle premesse, il decreto sottolinea che le informazioni inserite nel data-base saranno necessarie per lo sviluppo di strumenti di consulenza e pianificazione per i cittadini, in modo da guidarli nel processo di miglioramento della propria unità immobiliare, anche al fine di ottimizzare gli investimenti dei proprietari.
Il provvedimento afferma inoltre che gli strumenti previsti nel portale – se opportunamente sviluppati – in aggiunta agli incentivi esistenti, potranno costituire un potente volano per incrementare le riqualificazioni degli edifici collocati sul territorio nazionale, incrementare gli effetti della ripresa economica e raggiungere una completa decarbonizzazione del comparto civile entro il 2050, come indicato dalla normativa comunitaria. Dunque, una sorta di “passaporto dell’edificio”.