L’associazione nazionale Unione Inquilini interviene a gran voce contro il Governo Draghi, “colpevole” di trascurare la politica sociale della casa. Anzi, pronto a colpire i più deboli, a favore dei ricchi.
“Il Governo Draghi cede alle pressioni della lobby della rendita immobiliare e trova un compromesso al suo interno sullo statu quo, che lascia inalterata una vera e propria ingiustizia fiscale, che è anche un controsenso di politica economica. Una ingiustizia fiscale in quanto un proprietario che ricerca dal mercato il massimo rendimento possibile continuerà a pagare meno tasse di un lavoratore dipendente. Un controsenso di politica economica in quanto lo Stato regala una posizione di fiscalità di vantaggio senza chiedere alcuna contropartita in termini di calmierazione delle locazioni”. Lo afferma in una nota Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.
“Lo Stato rinuncia così – è scritto nella nota – alla possibilità di orientare maggiormente il mercato delle locazioni verso il canale della contrattazione collettiva e degli accordi territoriali. Questo avviene in una condizione generale del Paese di sempre più acuta sofferenza abitativa, con 150 mila sfratti immediatamente esecutivi (di cui il 90% per morosità incolpevole), 650 mila domande di casa popolare inevase, circa un milione di famiglie in affitto in condizione di povertà assoluta. Va poi smascherata la balla che la cedolare secca aiuti la piccola proprietà immobiliare. I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate dicono che la cedolare secca sugli affitti costa all’erario quasi due miliardi l’anno. Di questi, circa il 90 per cento vanno al 10 per cento del decimo più ricco dei proprietari. Si tratta quindi di una tassa a favore dei ricchi, che mantiene una ingiustizia fiscale intollerabile e non aiuta ad orientare il mercato verso affitti più equi e sostenibili. Abolire la cedolare secca ai contratti a libero mercato sarebbe stato un atto dovuto e un segnale importante verso lo spostamento di risorse per una politica sociale della casa, oggi inesistente”.
Fonte: Comunicato Stampa