Tra le importanti realtà che ancora mancavano all’appello nel commentare la volontà del premier Renzi di abolire le tasse sulla prima casa, c’era quella dell’Uppi, che ha colmato il vuoto con una dichiarazione rilasciata dal presidente nazionale, Gabriele Bruyère, e dal segretario della Commissione fiscale, Jean-Claude Mochet.
Per loro voce, l’Uppi esprime soddisfazione riguardo alle dichiarazioni del Governo sulle ipotesi di riduzione delle tasse sulla casa ed, in particolare, sulla cancellazione delle tasse sulle prime case.
“Solamente lo scorso 1° marzo – spiegano Bruyère e Mochet – il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan aveva dichiarato che il Governo non avrebbe diminuito le tasse sulla casa, preferendo aiutare le grandi imprese nazionali e multinazionali. Questo cambio di rotta sta a significare che il Governo ha compreso che l’aumento della pressione fiscale sugli immobili ha fortemente danneggiato il settore dell’edilizia e delle costruzioni e che non ci sarà una vera ripresa in Italia senza la valorizzazione del mercato immobiliare e delle locazioni”.
Tuttavia, non è ancora tutto oro quello che all’orizzonte pare luccicare. L’Uppi esprime infatti la forte preoccupazione che l’azzeramento delle tasse sulle prime case comporti un aumento delle tasse sulle seconde case, sulle case affittate, sui terreni edificabili e chiede che il Governo faccia chiarezza sulla Local tax, per evitare che dietro un nuovo nome si nasconda una duplicazione dell’IMU e della TASI, il cui gettito ha raggiunto l’anno scorso l’importo record di 25 miliardi di Euro.
“Chiediamo inoltre al Governo – chiosano Bruyère e Mochet – di rendere noto se intende proseguire o meno con la riforma del Catasto basata sulla cosiddetta invarianza di gettito, e invita lo stesso a prorogare, per il 2016, le detrazioni per le ristrutturazioni immobiliari del 50%, scongiurando il ritorno al 36% e la detrazione sul risparmio energetico del 65%, in scadenza al 31 dicembre 2015”.