È l’imposizione fiscale sulla casa la protagonista della lettera aperta a firma di Gabriele Bruyére (presidente Uppi), Silvio Rezzonico (presidente Confappi) e Massimo Anderson (presidente Federproprietà) indirizzata dal Coordinamento Unitario della Proprietà Immobiliare al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nonché ai ministri del Governo giallo-rosso e, più in generale, a tutti i parlamentari.
Ne riportiamo, di seguito, il contenuto integrale.
«Le associazioni del Coordinamento Unitario della Proprietà Immobiliare, sin dalla loro costituzione, tutelano ed affiancano i cittadini in tutte le problematiche relative alla casa, che è un diritto costituzionalmente garantito e che deve restare tale.
L’Uppi, la Federproprietà e la Confappi sono una realtà ed una forza sindacale che è costantemente dialogante con le Istituzioni Regionali, Provinciali e Comunali, nonché con le organizzazioni sindacali di categoria, nelle consultazioni per la introduzione di nuovi provvedimenti che riguardano la casa o per la modifica di quelli esistenti, anche perché ne hanno pienamente diritto essendo state riconosciute a carattere nazionale dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a sensi della Legge 311/73.
Si è già fatto presente altre volte che nel periodo che l’Italia attraversa – senza dubbio uno dei più difficili della sua storia recente – il cosiddetto bene rifugio mattone è più che mai fonte di problematiche di diversa natura economica e fiscale; nel momento dell’insediamento di questo Governo hanno dato speranza dichiarazioni sulla fine del rigore e dei sacrifici che peraltro a tutt’oggi non hanno trovato conferma.
A seguito del maltempo dei giorni scorsi (si teme, purtroppo, una nuova recrudescenza) molti Comuni Italiani, oltre a quelli già riconosciuti, verranno dichiarati calamitati per gli ingenti danni ai quali la popolazione è stata soggetta. Occorre necessariamente sostenere questi Comuni non solo economicamente, ma con provvedimenti che permettano loro anche di riprendere la gestione delle proprie risorse mediante vantaggi fiscali.
Sicuramente nella prossima legge di bilancio verrà prorogata l’applicazione della cedolare secca al 10% nei comuni ATA. Tali agevolazioni, che danno possibilità di godere del 10% di imposta (che sostituisce IRPEF, bollo e registro) per le locazioni abitative e che già sono state applicate da Comuni per i quali era stato deliberato dal 28/05/99 in poi lo stato di emergenza come stabilito dalla legge 225/92, chiediamo che vengano estese a tutti i comuni nella legge di bilancio 2020.
La necessaria ed improcrastinabile, almeno per un ulteriore triennio, applicazione di detto beneficio fiscale a tutti i Comuni calamitati potrà incentivare la ripresa economica di tutto il territorio così devastato.
Ed ai fini di quanto sopra necessaria ed improcrastinabile è l’applicazione del beneficio della cedolare secca sempre al 10% per il medesimo periodo di tre anni nei comuni calamitati per le locazioni commerciali e artigianali al fine di agevolare questo settore fortemente vessato anche da grandi catene commerciali rivitalizzando in tal modo i centri storici.
Del resto, la cedolare secca ha determinato grandi vantaggi economici per lo Stato, in quanto ha facilitato l’emersione dell’evasione fiscale.
Solo attraverso questi provvedimenti si dimostra di essere vicini alle popolazioni danneggiate che non potranno che apprezzare lo sforzo del Governo per alleggerire il carico fiscale.
Certi del vs. impegno a sostenere questa proposta a tutela dei proprietari immobiliari, porgiamo cordiali saluti».