Via le tasse dalla prima casa, Cgil: “Un beneficio per i contribuenti più ricchi”
Si preannuncia un autunno caldissimo sul fronte fiscale, e la casa degli italiani promette di trasformarsi, come spesso accaduto negli ultimi anni, in una vera e propria polveriera sociale. Mentre infatti il premier Renzi continua a fare da una parte l’incendiario (con l’annuncio dell’abolizione dal 2016 dell’imposta sull’abitazione principale) e dall’altra il pompiere, rassicurando i Comuni sul fatto che saranno compensati del minor gettito relativo, nei giorni scorsi sono arrivati i calcoli della Cgil a dar fuoco alle polveri.
IL COMMENTO
Analizzando il pacchetto “taglia-tasse del Governo, che prevedrebbe una revisione lineare della spesa pubblica complessiva di circa 26 miliardi, il segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, ha commentato: “Le nuove misure fiscali annunciate dal Presidente del Consiglio proseguono sulla stessa linea sbagliata. Non abbiamo sentito parlare di spesa pubblica diretta, investimenti pubblici o creazione di occupazione, ovvero i soli interventi che, specialmente in recessione, moltiplicherebbero la crescita e i redditi. Il taglio generalizzato delle imposte avrebbe come effetto una maggiore riduzione delle tasse per i più ricchi”.
IMPOSTE SULLA CASA
E da questo scenario non si sottrarrebbe nemmeno il comparto dell’imposizione fiscale sulla casa, adottato dal premier come cavallo di battaglia. Secondo lo studio effettuato dalla Cgil, infatti, per otto milioni di contribuenti – quelli cioè delle due fasce di versamento più basse – l’imposta esentata sarà di circa 55 euro (pro-capite), mentre per un milione di contribuenti più ricchi, appartenenti alle due fasce di versamento più alte, il risparmio sarà in media di circa 827 euro. E lo sconto per i 35.700 proprietari di case di lusso di maggior valore, arriverà in media, addirittura a 1.940 euro.
“L’abolizione generalizzata delle imposte sulla prima casa – spiega ancora Barbi – fornirà benefici molto limitati a chi ha già poco, cioè la maggioranza di lavoratori e pensionati, mentre saranno molto più cospicui per chi possiede proprietà di maggior valore. Se per le persone a basso reddito i vantaggi saranno modesti, rilevanti saranno invece gli svantaggi: le mancate entrate derivanti dall’abrogazione di Tasi e Imu saranno coperte da tagli sui servizi normalmente fruiti da questi cittadini”, basti pensare all’ulteriore impoverimento del servizio sanitario pubblico che ridurrà il diritto universale alla salute”.
TASSAZIONE SULLA CASA Il Governo Renzi ha dichiarato che nel 2016 saranno cancellate le imposte sulla prima casa. Tale cancellazione delle imposte presumibilmente dà seguito all’annuncio dello scorso anno di unificazione di tutte le imposte locali sugli immobili nella “Local tax”. Situazione attuale (e breve ricostruzione storica) Va premesso che, finché non sarà conclusa la revisione delle rendite catastali (appena bloccata dal Governo), l’imposizione fiscale sulla casa soffrirà sempre di una iniquità di fondo. Attualmente sulle case d’abitazione gravano la TASI e, per le prime case di lusso, l’IMU. La TASI (TAssa sui Servizi Indivisibili, erogati dai Comuni, nasce con la Legge stabilità 2014 e sostituisce? l’IMU, un anno prima già abrogata sulle “abitazioni principali non di lusso”). Tale imposta, a differenza dell’IMU, non essendo tecnicamente una patrimoniale, è pagata, anche dagli inquilini1 . L’IMU è discendente dell’ISI, poi trasformata in ICI, abrogata nel 2008 per la casa d’abitazione, poi? reintrodotta dal governo Monti per il 2012, e nuovamente cancellata dal 2013. La tassazione sulla prima casa, patrimoniale o per i servizi comunali, è sempre un argomento di grande interesse, vista anche la diffusione in Italia della casa di proprietà (circa 18 milioni di immobili). Analisi della proposta Hanno pagato l’IMU sulla prima casa nel 2014, secondo i dati MEF, circa 200 mila proprietari di immobili di lusso, per un gettito pari a 91 milioni di euro e un pagamento medio pari a circa 453 euro. Il 17% dei proprietari di prime case ancora assoggettate a IMU, circa 35.700 contribuenti, che hanno versato 69.290.990 euro (76% del gettito) sono i proprietari di case di lusso di maggior valore. Per questi, l’abrogazione delle imposte sulla prima casa si tradurrebbe in uno sconto medio di circa 1.940 euro. Gli ultimi dati del MEF ci consegnano una realtà che avevamo previsto, ovvero che nel passaggio tra IMU e TASI ci hanno guadagnato maggiormente i proprietari di abitazioni di maggior valore. Analizzando i dati MEF sul totale IMU + TASI sulla prima casa, l’importo pagato in media sull’abitazione è pari a 178,67 euro. Ma il numero è poco rappresentativo, perché è una media tra valori molto polarizzati: se consideriamo, infatti, le due fasce di versamento più basse, che coinvolgono oltre 8 milioni di? contribuenti, l’imposta che sarà esentata ammonta a 55 euro pro-capite; considerando, invece, le due fasce di versamento più alte, l’esenzione totale delle imposte farebbe? risparmiare in media 827 euro a circa 1 milione di contribuenti più ricchi. Annunciare di abrogare una tassa per tutti è certamente un efficace, anche se superficiale, strumento di consenso, ma anche solo estrapolando pochi dati dai documenti MEF appare fin troppo chiaro che l’abrogazione generalizzata fornisce vantaggi molto limitati a chi paga poco perché poco possiede, cioè la maggioranza dei lavoratori e pensionati, e vantaggi molto più cospicui a chi invece ha proprietà di maggior valore. Non si capisce , poi, cosa dovrebbe succedere agli affittuari, che oggi pagano una quota della TASI. Se consideriamo che le mancate entrate saranno coperte da tagli sui servizi, normalmente fruiti dalle persone a basso reddito, comprendiamo che un’abrogazione totale dell’imposta sulla prima casa è un drenaggio di risorse per i servizi destinati a molti che favorisce le finanze di