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Bce, servono regole per i fondi immobiliari

I fondi di investimento immobiliari, cresciuti significativamente negli ultimi dieci anni, rappresentano oggi il 40% del mercato immobiliare dell’area euro. Ciò significa che l’instabilità nel settore dei fondi potrebbe avere implicazioni sistemiche per il mercato immobiliare, che a sua volta potrebbe incidere sulla stabilità del sistema finanziario in generale.
E’ quanto emerge da uno studio della Banca centrale europea. Il valore dei fondi è triplicato negli ultimi dieci anni e ora vale oltre 1000 milioni di euro, sottolinea l’analisi, che mette in guardia però da una evidente discrepanza: i fondi sono esposti a rischi significativi di liquidità soprattutto quando offrono rimborsi frequenti, mentre gli asset immobiliari sono piuttosto illiquidi.
Inoltre, nei periodi di stress (come avvenuto durante il Covid) è molto difficile valutare e vendere immobili quindi i fondi di settore hanno maggior probabilità di altri di sospendere i rimborsi, il che spinge gli investitori alla fuga. La Bce raccomanda quindi di sviluppare regole per aiutare i fondi a “gestire meglio i picchi di richiesta di liquidità e di internalizzare i costi dei rimborsi che possono sorgere durante periodi di stress del mercato”.

Fonte: Agenzia Ansa

Dall’Enea un laser per l’analisi dell’acqua

ENEA ha messo a punto un’innovativa metodologia di analisi dell’acqua basata su spettroscopia laser Raman, in grado di rilevare in tempo reale la presenza di sostanze inquinanti, anche a basse concentrazioni. La strumentazione consiste in un dispositivo laser portatile, già utilizzato con successo per rilevare la presenza di inquinanti nell’aria, in grado di fornire informazioni anche sulla struttura chimica di inquinanti nell’acqua, grazie all’interazione della luce con le molecole. Si tratta di una tecnologia non ‘distruttiva’ che dà risposte rapide, non richiede particolari condizioni per le misurazioni e può essere applicata direttamente sul campione senza nessuna preparazione.
“Abbiamo preso in esame gli inquinanti più comuni che è possibile trovare nelle acque di fiumi, laghi e bacini artificiali, come conseguenza di attività agricole e industriali. Queste sostanze mettono in pericolo gli ecosistemi naturali e rappresentano un rischio per la salute di uomini e animali quando quelle stesse acque vengono utilizzate per l’irrigazione in agricoltura e l’abbeveramento del bestiame, entrando così nella nostra catena alimentare”, spiega Salvatore Almaviva ricercatore ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia presso il Centro Ricerche di Frascati e coautore dello studio pubblicato sulla rivista internazionale Sensors, insieme alle altre ricercatrici dell’Agenzia Antonia Lai, Florinda Artuso, Isabella Giardina e Alessandra Pasquo.
La spettroscopia Raman è risultata efficace soprattutto nel rilevare livelli di concentrazioni dei nitrati fino a 20 milligrammi per litro, vale a dire al di sotto dei limiti di legge (50 mg/l), mentre per i solfiti entro il valore soglia di 500 mg/l.
Un elevato contenuto di nitrati nell’acqua potabile presenta rischi per l’uomo: queste sostanze, una volta ingerite, possono trasformarsi in nitriti, causando ad esempio la cosiddetta “sindrome del bambino blu” conseguente al blocco della capacità di trasporto di ossigeno da parte dell’emoglobina. Inoltre, i nitrati ingeriti hanno un ruolo potenziale nello sviluppo dei tumori del tratto digestivo attraverso il loro contributo alla formazione delle nitrosammine, che sono tra i più potenti agenti cancerogeni conosciuti nei mammiferi.
“Per la nostra ricerca abbiamo preso in considerazione il solfito di sodio, il più rappresentativo dell’intera classe dei solfiti, che viene utilizzato nell’industria tessile come agente sbiancante, desolforante e nelle piscine per la sua azione declorante. L’assunzione eccessiva di queste sostanze tossiche può causare danni alla salute, a partire da emicrania, asma fino a patologie più gravi. Invece, a livello ambientale, i solfiti possono portare alla formazione di pioggia acida dopo aver reagito con l’acqua”, sottolinea Almaviva.
Il team ENEA ha effettuato test anche sulla presenza di altri indicatori di inquinamento antropico, quali i batteri coliformi, che potrebbero proliferare nelle acque utilizzate in agricoltura; il glifosato e altri inquinanti atmosferici provenienti dai gas di scarico delle automobili, che possono raggiungere i corpi idrici principalmente attraverso la loro deposizione sul terreno; i fosfati, presenti in genere nelle acque a causa dell’uso di detersivi (da scarichi domestici), concimi e i pesticidi agricoli. Un eccesso di queste sostanze nell’ambiente acquatico agisce da nutriente generando fioriture algali anomale (fenomeno noto come eutrofizzazione) che possono portare al rilascio, da parte di alcuni cianobatteri (alghe blu-verdi) d’acqua dolce, di tossine quali le microcistine. Quando il fenomeno è massiccio e prolungato nel tempo si ha ipossia, ovvero assenza di ossigeno, con conseguente morte di flora e fauna.
“La nostra tecnica di indagine si è dimostrata adeguata nel ‘dare la caccia’ a nitrati e solfiti, mentre per i fosfati servono ulteriori studi di ottimizzazione e un miglioramento della sensibilità. I risultati ottenuti finora ci incoraggiano a proseguire non solo nel monitoraggio ambientale e delle risorse idriche, ma anche in altri ambiti come la qualità e la sicurezza alimentare e la security per rilevare minacce CBRNe, sfruttando la rapidità e semplicità del dispositivo nelle fasi di analisi e le sue caratteristiche di compattezza e maneggevolezza per le misure in-situ” conclude Antonia Lai.

Fonte: Comunicato stampa Enea

Sismabonus acquisto, le nuove regole

casa in costruzione

Chi compra casa con il sismabonus acquisto potrà continuare a scegliere lo sconto in fattura o la cessione del credito, a condizione che il costruttore abbia richiesto il titolo abilitativo entro il 16 febbraio 2023. È quanto prevede un emendamento approvato dalla Commissione Finanze della Camera per i vincoli introdotti dal Decreto Legge 11/2023 sulla cessione del credito.
Il sismabonus acquisto é la detrazione fiscale riconosciuta a chi acquista nelle zone a rischio sismico 1, 2 o 3 un immobile in un edificio demolito e ricostruito in chiave antisismica da un’impresa di costruzione o ristrutturazione immobiliare.
La detrazione, entro un ammontare massimo di 96mila euro, è pari al:
– 75% del prezzo di acquisto dell’unità immobiliare se l’intervento determina il passaggio ad una classe di rischio inferiore;
– 85% del prezzo di acquisto dell’unità immobiliare se l’intervento determina il passaggio a due classi di rischio inferiori.
Il DL 11/2023 ha previsto che, nell’ambito del sismabonus acquisto, gli acquirenti delle case antisismiche potessero optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito solo nel caso in cui entro il 16 febbraio 2023 (data di entrata in vigore del decreto sulla cessione del credito) fosse stato registrato il contratto preliminare o stipulato quello definitivo. Le novità, molto restrittive, hanno messo in allarme i potenziali beneficiari del sismabonus acquisto, i professionisti e le imprese perché le possibilità di sconto in fattura e cessione del credito sarebbero state molto limitate.
Durante il percorso parlamentare per la conversione in legge, la Commissione ha quindi approvato le richieste di modifica sul sismabonus acquisto.
Per effetto delle modifiche approvate, lo sconto in fattura e la cessione del credito saranno salvi, a condizione che il costruttore abbia richiesto il titolo abilitativo, per la realizzazione dell’intervento di demolizione e ricostruzione, entro il 16 febbraio 2023.
Pertanto, se il costruttore ha richiesto il permesso di costruire per la demolizione del vecchio fabbricato e la ricostruzione del nuovo edificio con criteri antisismici entro il 16 febbraio 2023, l’acquirente può:
– scegliere se usufruire direttamente del sismabonus acquisto, sotto forma di detrazione fiscale, nella sua dichiarazione dei redditi;
– concordare col costruttore lo sconto in fattura;
– cedere il credito corrispondente al sismabonus acquisto.
Se il titolo abilitativo è stato richiesto dopo il 16 febbraio 2023, l’acquirente della casa antisismica può solo usufruire direttamente del sismabonus acquisto.
Rispetto all’ipotesi iniziale, che puntava a consentire lo sconto in fattura e la cessione del credito solo in presenza di un preliminare registrato o di un contratto definitivo concluso, l’emendamento approvato in Commissione mette al riparo una serie di interventi già programmati, che senza le due opzioni avrebbero potuto subire un arresto.
Come sottolineato dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) dopo l’approvazione del DL 11/2023, il contratto (preliminare o definitivo) di acquisto costituisce la fase finale di progetti di recupero edilizio molto complessi e caratterizzati da una lunga tempistica di esecuzione.
Questo significa che il potenziale acquirente, coinvolto dalle fasi iniziali del progetto con la prospettiva di poter ottenere lo sconto in fattura sul prezzo dell’immobile, avrebbe potuto essere scoraggiato da un cambiamento della normativa in itinere, prima della stipula del contratto. Un’eventualità che avrebbe messo in difficoltà le imprese.

La sfida dell’acqua passa dalle città

Accelerare il cambiamento per risolvere la crisi idrica e sanitaria: questo lo slogan della Giornata mondiale dell’acqua 2023, che ricorre il 22 marzo. Un cambiamento nel modo di gestire questa preziosa risorsa è necessario. Ma soprattutto urgente, per fronteggiare i cambiamenti climatici e l’emergenza siccità, che dalla scorsa estate non ha smesso di mettere in ginocchio l’Italia. Lo denuncia a chiare lettere Legambiente. Infatti, il 2022 è stato dichiarato dalla Società Meteorologica Italiana come l’anno “tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni”, registrando un saldo negativo pluviometrico complessivo del 30%. Secondo i dati dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente, sono aumentati del 367% i casi di danni dovuti alla siccità, passati dai 6 del 2021 ai 28 del 2022.
In occasione della ricorrenza, Legambiente presenta il dossier “Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città” in cui fotografa il potenziale che avrebbero insieme la raccolta delle acque meteoriche in ambiente urbano e il riutilizzo di quelle reflue per l’agricoltura: 22 miliardi di metri cubi di acqua all’anno, corrispondenti a circa 3 volte la capacità contenuta nei 374 grandi invasi in esercizio, che ammonta a circa 6,9 miliardi di metri cubi.
Numeri importanti – scrive Legambiente – che spingono il Cigno Verde a chiedere al Governo Meloni una strategia idrica nazionale in modo da avviare una nuova governance dell’acqua, che abbia come obiettivo non solo l’accumulo per affrontare i periodi di carenza, ma soprattutto la riduzione della domanda d’acqua e quindi dei prelievi e degli usi in tutti i suoi settori. A partire da una roadmap per riqualificare e riprogettare gli spazi aperti e gli edifici delle nostre città che punti almeno al recupero del 20% delle acque meteoriche entro il 2025, del 35% entro il 2027 e del 50% entro il 2030. Senza dimenticare la necessità che il recepimento del regolamento UE 741/2020 per il riutilizzo delle acque reflue – in fase di osservazione presso il MASE – deve essere effettuato in modo rigoroso, tenendo conto dell’analisi di rischio come previsto a livello europeo.
Un cambio d’approccio – quello che chiede l’Associazione – che mette al centro l’ambiente urbano come “laboratorio” in cui migliorare concretamente la gestione idrica nel nostro Paese e fronteggiare l’allarme siccità attraverso il “decalogo urbano”: una serie di azioni e strumenti utili ed efficaci da poter replicare in ogni città, e che potrebbero essere realizzati velocemente e con costi, in alcuni casi, del tutto sostenibili. Come dimostrano le best practices (nazionali e internazionali) raccolte nel dossier: dal trattenere l’acqua piovana in eccesso all’incrementare la permeabilità del tessuto urbano, dall’applicare norme edilizie per risparmiare e recuperare l’acqua all’utilizzare l’innovazione tecnologica per intervenire sulla mitigazione e sull’adattamento. Esperienze e soluzioni innovative, molte basate sulla natura (Nature Based Solutions) che, se replicate, darebbero benefici enormi in termini gestione ottimale della risorsa idrica e di significativa riduzione dei prelievi.
In ambito urbano, Legambiente evidenzia il potenziale di recupero delle acque meteoriche. Nel 2020 i dati pluviometrici relativi a 109 città capoluogo di provincia ammontano a circa 13 miliardi di metri cubi (elaborazione di Legambiente su dati Istat) di acqua piovana caduta sui tetti, sull’asfalto e sul cemento e convogliata nelle fognature o nei corsi d’acqua. Uno spreco enorme se pensiamo che corrispondono al 40% dei prelievi medi annui di acqua in Italia (circa 33 miliardi di m³). Passando poi dalle città ai campi, il Cigno Verde ricorda il potenziale del riutilizzo delle acque reflue in agricoltura. Infatti, ottimizzare il ciclo idrico in città permetterebbe anche di aumentare le risorse disponibili per l’agricoltura, uno dei settori che maggiormente risente della crisi idrica. Se opportunamente trattata, dai depuratori esce un potenziale di 9 miliardi di m³ all’anno di acqua ricca di nutrienti, che in Italia viene sfruttato solo per il 5%, secondo i dati di Utilitalia.

IL DECALOGO URBANO
Dieci le azioni secondo Legambiente per migliorare la gestione della risorsa idrica in città:
– 1) approvare in tutti i Comuni Regolamenti edilizi con obblighi di recupero, riutilizzo e risparmio dell’acqua.
– 2) Criteri Ambientali Minimi per migliorare la gestione idrica attraverso gli appalti pubblici.
– 3) Infrastrutture e tetti verdi, vantaggiosi per la cattura e il trattamento dell’acqua piovana, l’ombreggiamento, la mitigazione dell’effetto isola di calore.
– 4) Riuso, recupero e riciclo per riutilizzare e usare le diverse fonti d’acqua con un trattamento che corrisponda all’uso, garantendo una qualità adatta allo scopo di utilizzo e la gestione integrata delle risorse idriche.
– 5) Ammodernamento della rete idrica per evitare le perdite di rete e gli sprechi.
– 6) Efficientare la depurazione delle acque reflue urbane, per il loro completo riutilizzo in settori strategici, come l’agricoltura, sia sostenendo gli ambiziosi obiettivi previsti dalla revisione della Direttiva sul trattamento delle acque di scarico urbane che superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 185/2003) rispetto al riutilizzo delle acque reflue così come previsto dal regolamento UE 741/2020.
– 7) Innovazione tecnologica da utilizzare per numerosi scopi, dal monitoraggio delle risorse al tracciamento delle perdite di rete.
– 8) Rifornire i corpi idrici e i loro ecosistemi, scaricando solo quello che può essere assorbito dall’ambiente naturale, riducendo gli apporti idrici e garantendone la qualità.
– 9) Modularità dei sistemi, garantendo opzioni multiple di risorse, trattamento, stoccaggio, convogliamento, migliorando i livelli di servizio e la resilienza dei sistemi idrici urbani.
– 10) Essere preparati agli eventi estremi, coinvolgendo i cittadini nella gestione sostenibile delle risorse idriche urbane e nella sensibilizzazione alla comprensione dei rischi e opportunità.

https://energiaoltre.it/acqua-come-gestire-la-risorsa-per-risolvere-la-crisi-idrica-e-sanitaria-il-dossier-legambiente/

Case green, il sindaco di Siena: “Il Governo fermi questa follia”

“Siena rischia conseguenze disastrose dalla folle direttiva europea sulle cosiddette Case green: chiediamo al Governo di fare tutto il possibile per fermare o modificare una scelta che potrebbe svalutare in modo significativo i valori immobiliari del nostro territorio. Chiedo anche ai parlamentari nazionali senesi e toscani di farsi parte attiva per evitare un danno colossale alle famiglie e alle imprese. Sulla casa non si scherza”. Così il sindaco di Siena Luigi De Mossi, commentando l’approvazione da parte del Parlamento europeo dell’avvio dell’iter negoziale per la nuova direttiva sulle prestazioni energetiche degli edifici.
Secondo il testo approvato dal Parlamento Ue, spiega una nota, gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033, mentre gli edifici non residenziali e pubblici le stesse classi entro il 2027 e il 2030.
“Nessuno ama il territorio, l’ambiente e la qualità della vita più di noi toscani, e vorrei dire di noi senesi in particolar modo – aggiunge De Mossi – Qui non è in discussione una spinta, anche giusta, verso la transizione energetica e la sostenibilità. Sono cose sacrosante. Ma c’è modo e modo”. Per De Mossi “per raggiungere prima gli obiettivi ambientali non si può imporre alle famiglie, ai condomini, alle imprese un carico spaventoso. Molte delle case del nostro territorio sono antiche, o hanno i loro anni. La loro classificazione energetica è penalizzante. Possiamo imporre ai proprietari di investire decine di migliaia di euro per migliorarne le prestazioni energetiche in pochi anni?”. “Per questo – conclude – chiedo ai nostri rappresentanti nel Parlamento nazionale e in quello europeo, di tutti i partiti, di dichiarare subito la propria posizione, e di fare tutto il possibile per fermare o modificare la direttiva. L’Italia difenda il diritto alla casa e i bilanci delle famiglie”.

Fonte: Agenzia Ansa

Immobiliare Torino, in crescita il residenziale di alta gamma

Il 2022 conferma l’ottima tenuta del mercato residenziale torinese, registrando – secondo i report immobiliari dell’Ipi – 16.126 compravendite, di cui 7.857 nel secondo semestre.
Si tratta del miglior risultato degli ultimi dieci anni, con un incremento complessivo delle transazioni pari al 6% rispetto al 2021, al 15% se confrontato rispetto alla media degli ultimi 5 anni e addirittura al 31% rispetto alla media degli ultimi 10 anni.
Tale risultato è in controtendenza rispetto al dato nazionale, contraddistinto da un processo di ridimensionamento più marcato.
Il mercato torinese è ancora caratterizzato da una domanda abitativa in crescita, ma con uno stock immobiliare in offerta caratterizzato da una percentuale di immobili nuovi che continua a essere esigua (6% del totale) rispetto al totale degli immobili sul mercato.
I dati disponibili evidenziano la crescita della richiesta di immobili di alta gamma soprattutto in centro e in collina, ma che si allarga anche a quartieri emergenti.
L’attenzione è rivolta a immobili nuovi, caratterizzati da ampie dimensioni e servizi disponibili, al risparmio energetico, all’uso di materiali innovativi. Il piano di alloggi destinati a essere immessi sul mercato entro la fine del 2023 è pari a circa 50.000 mq con una percentuale di immobili già venduti che, per molte iniziative, supera ampiamente il 60%.
In generale, sul fronte dei prezzi medi si rilevano incrementi generalizzati con rialzi maggiori a macchia di leopardo, in prossimità del centro o in prossimità della metropolitana (che incide per oltre il 20% sui prezzi e sui canoni di locazione), e trasversalmente nelle fasce di qualità dal centro alla periferia.
Perdurano prospettive meno favorevoli per alcune aree periferiche che risentono soprattutto del sottodimensionamento di trasporti pubblici e servizi oltre a segnali di conflitti sociali irrisolti.

Fonte: Agenzia Ansa

Anche in condominio è in arrivo il mercato libero per l’elettricità

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Nasce MIBA, l’edificio al centro della rivoluzione sostenibile

Alla presenza di numerosi esperti e di rappresentanti delle istituzioni è stata presentata a Milano MIBA, Milan International Building Alliance, l’evento che dal 15 al 18 novembre 2023 riunirà quattro manifestazioni: GEE – Global Elevator Exhibition, ME-MADE Expo, SMART BUILDING EXPO e SICUREZZA. Cuore della proposta espositiva, la sinergia tra comparti fondamentali per la progettazione, la costruzione e la riqualificazione dell’edificio.

IL CONTESTO
In Europa si sta ponendo particolare attenzione alla riduzione dell’impatto degli immobili sull’ambiente, con specifici obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030, al fine di raggiungere il target comunitario di diminuzione delle emissioni del 55%.
Nel vecchio continente, infatti, secondo i dati di Energy&Strategy-Politecnico di Milano, l’85% degli immobili ha oltre 20 anni e al momento, solo lo 0,2% degli edifici ogni anno è sottoposto a ristrutturazioni profonde che ne riducano il consumo di energia di almeno il 60%. In Italia, poi, su un parco edilizio di circa 13,5 milioni di edifici, il 50% ha più di 50 anni.
Trainato dagli incentivi fiscali, il settore delle costruzioni, secondo Istat, registra – da oltre un anno – una crescita continua, che si riflette anche sull’occupazione (+1,4% nei primi tre mesi del 2022).
In questo contesto si aprono enormi opportunità per tutti i mercati coinvolti – progettazione, materiali, impianti, tecnologie. Tali interventi consentirebbero, infatti, di adeguare gli edifici alle nuove normative e traguardare gli obiettivi europei diminuendo l’impatto sul pianeta e riducendo i consumi energetici a favore di un maggiore comfort abitativo.
Se in uno scenario a lungo termine il building è destinato a trasformarsi completamente, divenendo un vero e proprio “gestore di servizi” (energia, salute, sicurezza, comfort), già nei prossimi anni il giro d’affari si prospetta importante: secondo le ultime stime di Energy&Strategy-Politecnico di Milano, nel 2026 gli investimenti messi in campo – analizzati in tre scenari (base, moderato e accelerato) – andranno da un minimo di 10,7 a un massimo di 21 miliardi di Euro e interesseranno dai 110.000 ai 230.000 immobili.

IL VALORE AGGIUNTO DELL’ALLEANZA
Grazie alle manifestazioni di MIBA, Fiera Milano propone un’occasione per riflettere su questa rivoluzione in atto e per far crescere i mercati intorno a questo mondo. Un’iniziativa importante proprio quando si guarda con rinnovata attenzione al ruolo del building quale vettore di sviluppo a livello nazionale e si realizzano iniziative concrete per incentivare l’evoluzione dell’edificio e la sua trasformazione green e sostenibile.
MIBA accoglie la risposta messa in campo dalle aziende del settore, rappresentata da un continuo processo di innovazione delle soluzioni – dai materiali all’impiantistica. Obiettivo del settore è infatti quello di offrire standard elevati con il fine di portare il building ad affermarsi come la cellula centrale della città, sempre più smart e sostenibile.
La sinergia tra quattro eventi, espressione di mercati chiamati a interagire e a lavorare insieme per la creazione dell’edificio efficiente, rappresenta il format attraverso il quale gli operatori del settore potranno scoprire le proposte delle aziende più qualificate: obiettivo di MIBA è quello di portare complessivamente 1000 aziende a contatto con gli addetti ai lavori.
I quattro appuntamenti internazionali racconteranno il meglio dell’evoluzione e dell’innovazione che sta interessando il building nella sua dimensione più ampia per raccontare gli edifici del futuro come la torre Gioia 22 che ha ospitato la presentazione, nuova sede del gruppo Intesa SanPaolo realizzata in partnership con COIMA, che ha sviluppato l’edificio e gestisce il fondo di investimento Porta Nuova Gioia partecipato dallo stesso gruppo bancario.
Gioia 22, situata nel cuore di Porta Nuova a Milano – primo quartiere al mondo a ottenere le certificazioni di sostenibilità LEED e WELL for Community – e progettata dallo studio Pelli Clarke & Partners, è la prima torre in Italia a rispondere agli standard Nearly Zero Energy Consumption Building (nZEB) e ha già raggiunto gli obiettivi europei al 2050 per la decarbonizzazione 2°C.

I PROTAGONISTI DI MIBA
Le manifestazioni di MIBA – Milan International Building Alliance sono appuntamenti di riferimento per i rispettivi settori di appartenenza.
GEE, Global Elevator Exhibition, evento interamente dedicato alla mobilità orizzontale e verticale debutterà dal 15 al 17 novembre 2023. Fortemente voluta dal settore, che aveva bisogno di un evento di riferimento di respiro internazionale, la manifestazione si propone come un hub europeo di incontro per l’industria di ascensori, scale mobili, tappeti mobili e componenti, rappresentando
e promuovendo la sicurezza, la qualità e gli standard tecnici più elevati. Una vetrina dedicata a uno dei comparti più sensibili ai mutamenti in atto e più interessanti per il rinnovamento urbano e il contenimento delle spese energetiche.
ME-MADE expo è la manifestazione leader in Italia per il mondo delle costruzioni. In programma dal 15 al 18 novembre 2023, si propone come una piattaforma fortemente specializzata e integrata, articolata in due saloni: Costruzioni e Involucro. Entrambe le offerte si svilupperanno attorno ai topic dell’Innovazione e della Sostenibilità, proponendo ad aziende, buyer, professionisti, tecnici e operatori i prodotti, i servizi e le tecnologie più avanzati per portare il mondo delle costruzioni nel futuro.
SMART BUILDING EXPO (15-17 novembre 2023) è la manifestazione della home and building automation e dell’integrazione tecnologica organizzata da Fiera Milano e Pentastudio. Con sullo sfondo un mercato in grande sviluppo, in cui gli edifici sono sempre più automatizzati, connessi e multitasking, racconterà l’innovazione con un focus su soluzioni sostenibili e smart, che vedono sempre più ogni building come la cellula base della smart city.
SICUREZZA (15-17 novembre 2023) è la manifestazione di riferimento in Italia e tra le prime in Europa dedicata a security e fire. Rivolta a tutte le figure professionali che ruotano intorno al mondo della security, la manifestazione offre una panoramica completa su videosorveglianza, controllo accessi, antintrusione, rivelazione e spegnimento incendi, ma anche sulle nuove frontiere cyber della sicurezza. Nell’edizione 2023, SICUREZZA si prepara a dare spazio a tutte le anime del settore e ad approfondire i trend del momento: digitalizzazione, sistemi integrati e soluzioni customizzate, ma anche nuove competenze e professionalità.

Poche donne nel settore fotovoltaico

Circa una persona su tre che lavora nel settore fotovoltaico in Italia è donna, prevalentemente in ruoli amministrativi, finanziari e tecnici, ma il trend di nuove assunzioni non indica un cambio di rotta verso una parità di genere. Sono alcuni dei dati emersi dalla prima indagine conoscitiva sulla presenza delle donne del settore fotovoltaico, condotta da ITALIA SOLARE con Solare B2B.
Sulle 213 aziende che hanno risposto all’indagine, principalmente attive nella progettazione e installazione di impianti fotovoltaici, solo il 36% dei dipendenti sono donne. La proporzione sale fino a quasi la metà solo nelle aziende che operano nei settori consulenza legale, fiscale e finanziaria (48%) e i distributori/grossisti di materiale (44%).
“Il mondo italiano del fotovoltaico ha ancora della strada da percorrere per incrementare la presenza femminile. Per promuovere una maggiore partecipazione femminile nel settore è importante avere consapevolezza di dove ci troviamo oggi e conoscere lo stato dell’arte per identificare esempi virtuosi e barriere strutturali,” commenta Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE.
La presenza delle donne nel settore fotovoltaico non sembra destinata a crescere nel breve termine: i dati delle nuove assunzioni nel 2022, infatti, ci dicono che per ogni donna che entra in un’azienda del settore lo fanno due uomini, mantenendo quindi la proporzione di donne in organico (circa 1 su 3). Tuttavia, alcuni comparti mostrano una tendenza virtuosa, assumendo più donne che uomini, ad esempio quello della Consulenza legale e finanziaria (61% delle assunzioni sono donne), digital energy (60%) e sviluppo di impianti (55%).
La stragrande maggioranza delle donne lavora full-time, una media del 79%, con i valori massimi (92%) nel comparto investitori /IPP (Independent Power Producer).
Delle 213 imprese intervistate, circa il 50% delle aziende afferma di non avere donne ai vertici e sul totale solo 17 realtà hanno una donna come Amministratrice Delegata e 8 hanno una donna presidente, mentre le amministratrici uniche sono 22. Su 90 aziende con un Consiglio di Amministrazione, solo 47 hanno almeno una donna al suo interno.
Scendendo di uno scalino, in termini di ruoli ricoperti, in media il 53% delle aziende conta almeno una donna tra i top manager, ma in molti casi si trova ad essere l’unica donna in un ruolo del genere: solo in 4 casi, infatti, si superano le 2 donne top manager in azienda.
Considerando le varie aree di attività all’interno delle aziende, le donne del settore fotovoltaico sono più numerose in amministrazione, finanza e controllo (28%) ma anche nell’area tecnica (24%). A seguire troviamo il comparto commerciale (14%), marketing (10%), acquisti (8%), risorse umane (8%) e legale (7%).
Analizzando le policy e i programmi rispetto alla parità di genere, il 25% delle aziende coinvolte presenta al suo interno una policy relativa alla parità di genere e solo 15% ha programmi o progetti a supporto delle donne, tra queste spicca il settore della produzione di componentistica (31% delle aziende), e generalmente si basano sulla flessibilità di orario.

Ufficio Stampa – ITALIA SOLARE

I lavori domestici sono “da donne” per il 77% degli italiani

Alle donne le pulizie di casa, agli uomini la riparazione di guasti elettrici e la manutenzione. La maggioranza degli italiani intervistati dalla piattaforma di tuttofare Taskrabbit mostra quanto siano ancora radicati i pregiudizi di genere nei lavori domestici.
L’84% del campione ritiene che gli uomini e le donne possano svolgere gli stessi lavori, ma tanti poi, al momento di decidere a chi affidare i panni da stirare o un tubo da sistemare, hanno precise preferenze. Una donna viene così preferita di un uomo per pulire la casa (le si affiderebbe il 77% del campione contro 41%), per riordinare i vestiti nell’armadio (79% contro il 39%) e per stirare (76% contro il 36%). Ma solo un intervistato su tre si fiderebbe di una lavoratrice per riparare un guasto elettrico o sistemare un tubo che perde. Gli uomini sono in cima alle preferenze degli intervistati anche in caso di trasloco. Solo il 46% degli intervistati si fiderebbe ciecamente di una donna per spostare gli scatoloni, percentuale che sale al 63% se a svolgere questa attività fosse un maschio. Eppure, il 60% delle italiane dichiara di essersene occupata senza l’ausilio di altre persone, rispetto al 54% degli uomini. Il 63% delle intervistate ha affermato di lavare da sola la propria auto, il 42% di montare in autonomia i mobili, il 19% di riparare i tubi quando perdono acqua, il 13% di fare lavori di falegnameria e il 9% di riparare i guasti all’impianto elettrico.
Per accrescere la consapevolezza delle donne nelle proprie capacità e per contrastare gli stereotipi di genere, Taskrabbit ha lanciato un mentorship program per le nuove tuttofare iscritte alla piattaforma, in cui le mentori saranno proprio le colleghe che in questi anni sono state particolarmente attive nei lavori di riparazione e montaggio mobili.

Fonte: Agenzia Ansa