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Ance: in Italia il 78% delle case è a rischio sismico-idrogeologico

Secondo una recente ricerca del Cnr il 78% delle abitazione italiane è edificato in zone a rischio idrogeologico o sismico e, tra il 2011 e il 2021, i danni subiti da questo patrimonio immobiliare ammontano a oltre 52 miliardi con un pesantissimo bilancio di vite umane. Ma le istituzioni europee, oggi sono “impegnate nella campagna green per le case e dissociate da qualsiasi fattore di rischio che non rientri nel loro obiettivo del politically correct o del trendy”.
La denuncia arriva dal presidente di Ance Liguria Emanuele Ferraloro, alla luce della tragedia avvenuta in Turchia e Siria. “Le immagini dell’immane tragedia che ha colpito Turchia e Siria, suggerirebbero il silenzio – spiega Ferraloro – ma è proprio in momenti come questi che è invece necessario alzare la voce e denunciare la realtà virtuale nella quale sembrano navigare le istituzioni europee”.
Ferraloro, nel sottolineare come il Giappone, dove i terremoti sono endemici, abbia provveduto per tempo a definire e rendere obbligatorie procedure antisismiche per tutte le nuove costruzioni, sottolinea come l’Europa “da un lato, viaggi in perenne ritardo sulle necessità reali, dall’altro si innamori e vari misure di carattere globale che sono incompatibili con la realtà del patrimonio immobiliare dei singoli Stati, rifiutandosi a priori di valutare la diversità, persino nel rischio sismico, che esiste nel continente europeo. Forse è il momento di far capire a Bruxelles che le priorità per il nostro Paese sono diverse da quelle dei Paesi nord europei e impegnarsi tutti affinché almeno le nuove costruzioni siano sottoposte a normative di reale prevenzione”.
Ferraloro, infine, ricorda le soluzioni virtuose adottate da regioni come Piemonte e Sardegna che: “Costruiscono soluzioni al problema dei crediti fiscali incagliati e restituiscono speranza alle imprese che continuano a credere nell’efficientamento energetico e nell’adeguamento sismico del costruito. Proporremo anche alla Regione Liguria – conclude – di adottare misure analoghe e confidiamo di trovare adeguato ascolto”.

Fonte: Agenzia Ansa

Sanremo: boom affitti per il festival

Affittare un appartamento nei giorni del Festival, a Sanremo può costare fino a 250 euro al giorno. E’ quanto risulta da una analisi dell’ufficio studi di un noto franchise immobiliare nazionale.
“Durante il festival di Sanremo si registra sempre un incremento delle richieste di affitti brevi da parte di chi lavora per il Festival e di chi arriva in città per l’evento”, spiega Marco Salvatore Calabrese, agente immobiliare nella città dei Fiori. “Un appartamento – precisa – può essere affittato anche a 250 euro al giorno. Quest’anno la predisposizione di un palco all’esterno, in piazza Colombo, ha creato interesse tra i turisti così come la possibilità di trascorrere il periodo del festival su una nave della Costa Crociere che, per l’occasione, stazionerà in rada per tutto l’evento davanti alla città”.
Nel restante periodo il target è quello di turisti spesso provenienti da Francia e nord Europa, che scelgono di trascorrere l’inverno in città grazie al clima temperato.

Rapporto sulla condizione abitativa in Toscana

Nel 2021 il patrimonio residenziale in Toscana contava 2.189.093 unità, pari al 6,1% del totale nazionale. Dopo il forte arretramento del mercato immobiliare dovuto alla pandemia (-8,4% di compravendite nel 2020), nel 2021 si registra un rilancio delle transazioni (+35,3% sul 2020 e +24% sul 2019), con prezzi al metro quadro più o meno stabili nei comuni capoluogo (-0,3%) e in calo (-1,%) nel resto del territorio.
E’ quanto emerso dall’undicesimo rapporto sulla condizione abitativa in Toscana redatto dall’Osservatorio sociale regionale in collaborazione con Anci Toscana e il settore politiche abitative della Regione. I dati del rapporto ‘Abitare in Toscana’, presentato in Regione, sono relativi al 2021.
Secondo l’analisi, dopo il calo del 2020, appare in crescita su base annua il numero di mutui ipotecari concessi (+39,9%). La durata media dei mutui è di 24,9 anni, la rata media mensile di 620 euro. Dal rapporto emerge inoltre che il patrimonio immobiliare dell’edilizia residenziale pubblica è costituito da 5.872 edifici con 49.894 alloggi. Oltre la metà di questi edifici sono stati costruiti prima del 1970, mentre sono circa l’8% gli alloggi di recentissima costruzione (dopo il 2000). Gli alloggi sfitti sono 4.051, più del doppio di quanti erano nel 2015 e il 65% di questi sono in attesa di ristrutturazione (un terzo con lavori già finanziati). I nuclei residenti in alloggi di Erp sono mediamente composti da 2,38 persone, per un totale di 108.452 inquilini. Le domande presentate nel corso del 2021 per l’inserimento nelle graduatorie comunali per l’accesso agli alloggi Erp sono state 19.094, e di queste l’85% (16.148) hanno avuto esito positivo in termini di accoglimento. Per il triennio 2020-2022, la Regione Toscana ha destinato 32,4 milioni di euro per interventi di manutenzione, qualificazione, efficientamento energetico e ripristino del patrimonio Erp.

Fonte: Agenzia Ansa

Aste immobiliari, il rapporto Npls resolution

Calano i tempi delle esecuzioni delle aste immobiliai in Italia anche se restano attive procedure di 40 anni fa mentre nel 2022, le procedure totali sono calate del 10,33% a 113.056, ancora lontane comunque dal periodo pre-Covid.
E’ quanto emerge dal rapporto del Centro studi AstaSy Analytics di NPLs RE_Solutions secondo cui il controvalore di immobili a base d’asta è stato pari a 16,34 miliardi di euro. Rispetto al periodo di attività pre-Covid (2019) il calo del numero delle esecuzioni è pari al -44,75%. “Anche per il 2022 sono stati analizzati ed elaborati i dati non solo riferiti al numero di esecuzioni, ma anche relativi al tempo di permanenza nei tribunali italiani. Sembra assurdo, ma esistono e continuano a essere mantenute attive procedure datate 1981, 1982 1983 e così a seguire. Fa effetto sapere che, nonostante i tempi dei tribunali sembrerebbero effettivamente ridursi, esistono e sopravvivono, da prima del 2010, 41 anni di costi attivi, senza arrivare alla chiusura e all’estinzione della pratica” ha dichiarato Massimiliano Morana, amministratore delegato di NPLs RE_Solutions.
Dei 113.056 immobili in asta, oltre il 37,89% ricadono nelle regioni del Nord Italia, il 24,68% al Centro, il 22,17% al Sud e il 15,26% nelle Isole. Al primo posto per numero di esecuzioni nell’anno 2022, si conferma la Lombardia con il 15,22%, a seguire al secondo posto la Sicilia (11,15%), Lazio (8,82%), Campania (7%) e Toscana (6,96%), che conquista la posizione che nel 2021 era occupata dal Veneto. Aumentano al 12,28% del totale delle aste, negozi, uffici e locali adibiti a uso commerciale che, se sommati al 3,3% dei capannoni industriali, commerciali e artigianali, opifici e ai laboratori e al 3,05% dei magazzini, si attestano al 18,63%, “dato notevolmente più elevato rispetto agli anni precedenti e con un significativo valore dell’immobiliare sottostante”.

Fonte: Agenzia Ansa

Bolletta non pagata e distacco del gas

bollette luce e gas
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Ristrutturare casa: i pavimenti per interni

Quando si ristruttura casa, la scelta dei pavimenti per interni rappresenta un momento molto delicato. In molti, infatti, si rivolgono ad architetti e professionisti del settore per capire quale sia il materiale più adatto, a seconda delle diverse esigenze. In realtà non esiste una soluzione giusta per tutti. La scelta dipende da diversi fattori, quali ad esempio la destinazione d’uso dell’ambiente, che incide su caratteristiche quali resistenza meccanica, idrorepellenza, resistenza all’usura. Un bagno, una cucina, una sala conferenze, un ufficio, una scuola, una camera richiedono ciascuno una riflessione specifica sul materiale migliore da posare. Tra gli elementi a cui pensare, ci sono la durata nel tempo del pavimento, la sua manutenzione, l’aspetto estetico, la tipologia di materiale, il colore. L’elenco potrebbe essere infinito. Fondamentale, dunque, è la definizione del budget, in quanto le differenti soluzioni disponibili sul mercato hanno costi tra loro molto diversi. Non è solo il materiale a incidere sul prezzo per la realizzazione di un nuovo pavimento, ma anche la tecnica da utilizzare e, di conseguenza, la manodopera necessaria.
Ecco una rassegna sui materiali più diffusi.

Legno (parquet)
È un materiale naturale, isolante, da sempre apprezzato negli edifici residenziali. Le essenze utilizzate sono diverse, grazie alle quali è possibile ottenere diverse sfumature di colore, disegni delle venature e prestazioni. Quando si sceglie un pavimento in legno è bene valutare la sua porosità, la sua resistenza e le modalità per la sua manutenzione, per assicurarne la resistenza nel tempo.

Ceramica
Quando si parla di ceramica si intendono le classiche “piastrelle”, con dimensioni, colori e texture delle più variegate. Sono spesso utilizzate negli ambienti in cui è necessario assicurare resistenza, sia all’usura sia all’acqua e all’umidità, come in bagno e in cucina. Si tratta di un materiale molto duro, impermeabile, resistente, facile da pulire.

Grès porcellanato
Sempre più utilizzato e apprezzato, può assumere molteplici aspetti materici ed è particolarmente resistente. Le dimensioni delle piastrelle possono essere diverse, anche molto grandi.

Laminato
Viene spesso utilizzato in sostituzione del parquet, in quanto è in grado di restituire lo stesso effetto. La resistenza e la durabilità, però, sono superiori e i costi inferiori.

Resina
È la scelta per eccellenza quando si vuole un pavimento senza fughe, continuo e senza alcun tipo di interruzione. La resa estetica è particolare e anche da un punto di vista igienico la scelta risulta vantaggiosa.

PVC
Sono realizzati in vinile e offrono, tra i vantaggi, costi contenuti e resistenza all’acqua. Si utilizzano principalmente nei luoghi pubblici o con affluenza elevata, ma sono sempre di più i casi di applicazione in ambito residenziale. Sono disponibili in diversi formati, come teli, rotoli o anche doghe. La pavimentazione è continua e senza fughe.

Climb-E, un “ascensore” innovativo

Una capsula che sale sulle facciate degli edifici e ti preleva direttamente da casa o dall’ufficio, grazie al sistema di montacarichi, con una piattaforma completamente elettrica (skid) condivisa e a guida autonoma, e ti porta dove vuoi senza dover mai cambiare mezzo di trasporto. E’ Climb-E, il progetto di Italdesign, Politecnico di Torino e Shindler, leader nel settore degli ascensori, scale mobili e passerelle automatizzate, che insieme fanno il loro esordio al Ces – Consumer Electronics Show di Las Vegas.
L’intero sistema è gestito tramite una App dedicata che permette ai proprietari di prenotare il proprio viaggio sia in ambiente urbano sia extraurbano, oppure anche di prenotare un servizio specifico a domicilio, attraverso capsule dedicate ad assistenza medica di base, ad analisi mediche in telemedicina, servizi di catering e di show cooking per eventi privati, servizi veterinari per animali domestici.
Il progetto propone una soluzione altamente innovativa nell’ambito della mobilità urbana e autonoma di livello 5 in cui il mezzo può guidare da solo in qualsiasi scenario e circostanza e non è richiesto intervento umano.
Climb-E è un mezzo di trasporto modulare composto da una capsula, concepita per un uso di proprietà, in grado di trasportare, nelle varie configurazioni, fino a 4 persone e da abbinare, quando in movimento, con una piattaforma completamente elettrica (skid) condivisa e a guida autonoma.
Il suo valore aggiunto è rappresentato dalla capacità della capsula di salire sulle facciate degli edifici e diventare parte integrante delle varie locazioni abitative, o di lavoro, diventando un’ulteriore stanza e/o ampliamento delle stesse. Garantito, oltre al massimo comfort, anche l’abbattimento delle barriere architettoniche.

FONTE: Agenzia ANSA

Istat: quasi centomila senzatetto in Italia

Le persone senza fissa dimora in Italia, secondo l’ultima indagine Istat pubblicata il 15 dicembre, sono 96.197, il 38% stranieri. Un dato che racconta le difficoltà di molti cittadini. Come rilevato anche dalla Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, questi numeri scattano una fotografia di quanto sta succedendo nel nostro Paese ma “non identifica la condizione di bisogno sociale di chi oggi vive ai margini“. Un fenomeno che si concentra prevalentemente in sei Comuni: Roma con quasi il 9%, Milano, circa il 7%, poi Napoli, Torino, Genova e Foggia. In cima alla classifica, anche i Comuni di Alessandria, Trieste, Reggio nell’Emilia, Bologna, Como, Savona, Venezia e Brescia, oltre che a Marsala, Catania, Sassari e Cagliari.
Complessivamente i senza fissa dimora stranieri provengono da 139 Paesi. La graduatoria per paese di cittadinanza vede in testa la Romania, con il 10,3% del totale e un rapporto di mascolinità bilanciato. L’Africa è il continente più rappresentato con 11 paesi tra i primi 20. Marocco, Nigeria, Mali e Somalia figurano nelle prime cinque posizioni che, insieme, costituiscono il 27% del totale. Per questi paesi la percentuale di donne è molto bassa, a parte la Nigeria e l’Eritrea che registrano valori leggermente più elevati ma comunque minoritari.
Di particolare rilievo la presenza nelle prime venti posizioni di cittadini stranieri provenienti da paesi in guerra o politicamente ed economicamente instabili come la Somalia, l’Afghanistan, l’Iraq.

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Responsabile dei lavori: chi è, compiti e nomina

All’interno di un cantiere, la figura di principale responsabilità è il committente, soggetto per cui l’intera opera progettata viene eseguita. Il committente è il perno attorno al quale ruotano la sicurezza nel cantiere e le relative responsabilità.
Spesso, però, il committente non possiede gli strumenti e le capacità tecnico-professionali necessarie per assumersi tali responsabilità. Risulta, pertanto, necessario l’affidamento di tale ruolo ad una figura specialistica, in grado di interpretare correttamente quanto si deve realizzare e rispettare i vincoli normativi vigenti. Questa figura è il responsabile dei lavori.
Il responsabile dei lavori è il responsabile di tutti i lavori e di tutto quello che accade all’interno di un cantiere, anche in materia di sicurezza.
Il responsabile dei lavori è dunque la figura alla quale il committente può demandare parte dei propri obblighi in materia di sicurezza. Con l’entrata in vigore del decreto correttivo dlgs 106/2009, il responsabile dei lavori viene definito dall’art. 89 del dlgs 81/2008 (comma 1 lett. c): “il soggetto che può essere incaricato dal committente per svolgere i compiti ad esso attribuiti dal presente decreto; nel campo di applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il responsabile dei lavori è il responsabile del procedimento”.
Per questo delicato incarico, il committente può scegliere sia un lavoratore subordinato, sia un lavoratore autonomo con contratto di tipo professionale.
La nomina del responsabile dei lavori non è obbligatoria e viene effettuata dal committente nei seguenti casi:
– nel caso in cui il committente non abbia le capacità professionali per adempiere a tutti gli obblighi previsti dall’art. 90 dlgs 81/2008 e, comunque, preferisca far seguire il cantiere a un soggetto propriamente qualificato;
– nel caso in cui l’opera sia commissionata da più committenti; infatti in caso di sanzione e in assenza di responsabile dei lavori la stessa viene ripetuta per ogni committente.
È fondamentale che l’incarico dato al responsabile dei lavori avvenga sotto forma di delega di funzioni come previsto dall’art. 16 dlgs 81/2008, in modo che il committente sia esente dalle funzioni che gli sono proprie e dalle conseguenti responsabilità.
I compiti del responsabile dei lavori sono definiti dall’art. 90 del dlgs 81/2008.
Nella fase di progettazione, il responsabile dei lavori deve pianificare le varie fasi dei lavori e la loro durata attenendosi alle misure generali di tutela indicate nell’art. 15 del dlgs 81/2008 (come la valutazione dei rischi, programmazione della prevenzione, informazione e formazione dei lavoratori, controllo sanitario, misure di protezione collettiva e uso dei DPI, misure di emergenza per primo soccorso, antincendio ecc.).
Nei cantieri dove sono presenti più imprese esecutrici, il responsabile dei lavori designa il coordinatore per la progettazione (CSP) e il coordinatore per l’esecuzione (CSE).
La nomina di un responsabile dei lavori non libera il committente da ogni responsabilità. Al riguardo ci sono numerose sentenze della corte di cassazione. Una delle più recenti (cassazione sezione IV penale-sentenza n.36869 del 22 settembre 2009) sottolinea l’esonero del committente dalle proprie responsabilità se quest’ultimo ha conferito una delega al responsabile dei lavori avente per oggetto gli adempimenti richiesti per l’osservanza delle norme antinfortunistiche.
In ogni caso, l’esonero per il committente non implica la mancanza totale di responsabilità. Infatti il committente può rispondere per culpa in eligendo per aver nominato un soggetto non competente a svolgere questo ruolo, oppure per culpa in vigilando per non aver vigilato sull’operato del responsabile dei lavori.
L’art. 157 del dlgs 81/2008 prevede diverse tipologie di sanzioni a carico del responsabile dei lavori, che variano a seconda della violazione commessa:
– arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 euro per mancata nomina del coordinatore della sicurezza;
– arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 1000 a 4.800 euro per mancata verifica tecnico-professionale;
– sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 1800 euro per mancata comunicazione alle imprese del nominativo del coordinatore della sicurezza e per la mancata trasmissione del piano di sicurezza e coordinamento.