Responsabilità solidale e concorso nella violazione solo in caso di dolo o colpa grave per il superbonus 110% e per i bonus edilizi ordinari che dal 12 novembre 2021 sono in possesso di visto di conformità e asseverazione di congruità delle spese o, se ceduti prima di questa data, nel caso il cedente/fornitore, diverso da un istituto bancario e similari, acquisisce “ora per allora” la stessa documentazione.
A prevederlo è l’art. 33-ter del Decreto Legge n. 115/2022 (Decreto Aiuti-bis), inserito durante il percorso di conversione in legge, con il quale il Parlamento ha provato a risolvere una problematica che si è manifestata solo a seguito della circolare n. 23/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate. Una circolare che, fornendo un’interpretazione molto estensiva della normativa, ha stabilito che la responsabilità dei cessionari potesse essere esclusa solo nel caso si dimostri una verifica “diligente” dei crediti da acquistare.
Una verifica che, come ormai è noto, ha generato storture e vessazioni documentali di alcuni cessionari con richieste al limite della decenza normativa. Si pensi alla asseverazione video richiesta da Deloitte (società che cura gli interessi di molte banche cessionarie), o alla asseverazione del responsabile dei servizi di asseverazione (figura neanche prevista dal Decreto Rilancio) voluta da Poste Italiane.
Per fare il punto sulle ultime novità normative in tema di cessione dei crediti edilizi, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) ha realizzato un dossier, che rappresenta un vero e proprio vademecum. In esso vengono trattati nel dettaglio temi di estrema importanza, quali: il processo dettagliato della cessione del credito e l’operatività della quarta cessione da banche a correntisti con partita IVA; il divieto di cessione parziale del credito; la compensazione del credito; la responsabilità solidale del cessionario del credito.
Le quattro possibili cessioni del credito
Relativamente al procedimento di cessione dei crediti, Ance fa un riepilogo di tutti i passaggi (fino ad un massimo di 4), compreso il caso di credito maturato a seguito di sconto in fattura praticato dall’impresa:
-1 sola volta ad altri soggetti terzi di qualsiasi tipologia (soggetto privato/impresa, ecc…), comprese banche ed intermediari finanziari (prima cessione, cd ”jolly”);
-2 ulteriori volte, a condizione che le cessioni siano effettuate nei confronti di banche, intermediari finanziari, società appartenenti a gruppi bancari e assicurazioni (seconda e terza cessione);
-1 volta ancora, solo da parte delle banche e a favore dei propri correntisti, diversi dai “consumatori o utenti”, senza possibilità per questi ultimi di ulteriore cessione del credito (quarta cessione).
Ance ricorda le modifiche arrivate dal Decreto Legge n. 50/2022 (Decreto Aiuti), per le quali banche e società appartenenti ad un gruppo bancario possono cedere, in qualunque momento, il credito ricevuto a tutti i soggetti esercenti attività commerciale, imprenditoriale, artigianale o professionale, che abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa banca ovvero con la banca capogruppo.
Concludendo, i costruttori ricordano che la quarta cessione da parte delle banche ai propri correntisti, titolari di partita IVA, può avere ad oggetto tutti i crediti già detenuti o acquistati dalle banche stesse a partire dal 17 febbraio 2022.
Ricapitolando, dal 17 febbraio 2022:
-prima cessione libera;
-due cessioni a soggetti “qualificati” + una ulteriore cessione (in qualsiasi momento) da banca, o società di un gruppo bancario, a clienti correntisti con partita IVA.
Il divieto di cessione parziale del credito
ANCE, nel dossier, si sofferma con un’intera sezione sul “divieto di cessione parziale del credito”, definisce nei dettagli i contorni. In particolare:
-per le comunicazioni di prima cessione o di sconto in fattura, trasmesse all’Agenzia delle Entrate dopo il 1° maggio 2022, opera il divieto di cessione parziale dei crediti fiscali, ed ai crediti oggetto di cessione viene attribuito un codice identificativo univoco, da riportare nelle comunicazioni relative alle successive cessioni;
-solo il beneficiario originario, anche dopo il 1° maggio, può cedere parzialmente il credito corrispondente alla detrazione a lui spettante, ovvero può optare per uno sconto parziale relativo al corrispettivo dei lavori. Diversamente, l’acquirente del credito fiscale, ovvero l’impresa che ha praticato lo sconto, può procedere alla successiva cessione o per l’intero importo del credito, ovvero solo per singole rate.
Anche per le cessioni del credito che derivano da singoli SAL occorre rispettare la regola secondo la quale le singole rate annuali del credito non possono essere oggetto di cessione parziale.
Tenuto conto che il divieto di cessione parziale opera con riferimento alle prime comunicazioni di opzione per la cessione/sconto effettuate dal 1° maggio 2022, l’Agenzia delle Entrate specifica ulteriormente che questa limitazione non opera per le comunicazioni trasmesse entro il 30 aprile 2022.
Fonte: Ance
ENEA ha realizzato le prime lampade a LED che, oltre a illuminare, sono in grado di sanificare da batteri e virus – tra cui il virus responsabile del Covid (SARS-CoV-2) – scuole, uffici e luoghi pubblici, ma anche superfici, aria e acqua, in modo sicuro, rapido, sostenibile ed economico.
Le due tecnologie si chiamano SAVE e UV-CiSANA e si basano su sistemi LED di tipo UV-C non ingombranti, di facile installazione e utilizzo. Queste tecnologie sono state sviluppate nei Centri Ricerche ENEA di Brasimone (Bologna) e Frascati (Roma), specializzati nella tecnologia elettronica applicata e nell’ottica, grazie a competenze trentennali nello studio delle sorgenti di luce ultravioletta. Rispetto ai sistemi di illuminazione “sanificanti” utilizzati da anni soprattutto in ambito ospedaliero, queste lampade sterilizzanti non utilizzano il mercurio, nocivo per l’ambiente, sono meno ingombranti e hanno tempi di accensione e spegnimento più rapidi.
In particolare, SAVE è una lampada da soffitto pronta per l’industrializzazione, dotata di un sistema smart che abbina algoritmi e tecnologie radar per la gestione sicura del personale. Di facile installazione e già dotata di certificazione virucida, oltre a sanificare consente di programmarne il funzionamento e segnala l’eventuale ingresso indesiderato di persone o animali durante le operazioni. In soli 45 minuti è in grado di sanificare da virus e batteri, incluso il SARS-CoV-2, un ambiente di circa 20 mq, in assenza di persone o animali.
“Con un livello di maturità tecnologica 6, il cosiddetto Technology Readiness Level o TRL, il nostro prototipo SAVE è stato dimostrato in ambiente rilevante ed è pronto per l’industrializzazione”, sottolinea Mariano Tarantino, responsabile della divisione ENEA di Sicurezza e sostenibilità nucleare del Centro Ricerche di Bologna. “Per il futuro – aggiunge – prevediamo di implementarne le funzionalità con sistemi di assistenza per ipovedenti e di estenderne l’applicazione, ad esempio, sui mezzi pubblici o in agricoltura, per la sanificazione da patogeni, come contributo al controllo della pandemia mondiale”. Il progetto SAVE è stato finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e, in parte, da risorse ENEA.
Per quanto riguarda UV-CiSANA, si tratta di lampade innovative a LED UV-C per sanificare superfici, aria e acqua, in grado di eliminare oltre il 99,9% di batteri e virus, incluso il SARS-CoV-2, anche in pochi secondi di irraggiamento. Le lampade a LED UV-C sono compatte, facilmente trasportabili, sostenibili e con dimensioni e tempi di accensione e spegnimento ridotti rispetto alle lampade a mercurio comunemente utilizzate. La tecnologia è efficace anche per la sterilizzazione in tempo reale di acqua con flusso tipico di un comune rubinetto, così come per la sanificazione dell’aria in locali chiusi (uffici, aule scolastiche, negozi, ecc.).
“La capacità sterilizzante dei LED UV-C, che emettono radiazione ultravioletta della banda C, è nota da tempo: la sua efficacia si basa sul fatto di essere assorbita efficacemente dal DNA/RNA dei patogeni (virus, batteri, funghi), rompendone i legami e causandone quindi l’eliminazione o l’inattivazione”, spiega Sarah Bollanti del laboratorio ENEA di Applicazioni dei plasmi ed esperimenti interdisciplinari. “La tecnologia a LED UV-C – aggiunge – è promettente e la nostra esperienza in ottica, e in particolare in sorgenti di luce ultravioletta, ci permette di progettare e realizzare dispositivi ad hoc per le diverse necessità. Siamo disponibili a nuove collaborazioni anche per valutare applicazioni in cui compattezza, trasportabilità e rapidità di utilizzo siano prioritarie, come ad esempio su treni, aerei e altri mezzi di trasporto”.
Fonte: Comunicato Stampa Enea
Nel mese di settembre l’Italia ha consumato complessivamente 25,9 miliardi di kWh di energia elettrica, un valore in diminuzione del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2021. Questo è quanto emerge dallo studio condotto da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale.
Lo studio condotto da terna
Secondo i dati di Terna, nei primi nove mesi del 2022 la domanda di energia elettrica in Italia è cresciuta dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2021 (+0,5% il valore rettificato). In particolare, settembre ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (22) e una temperatura media mensile inferiore di circa 0,7°C rispetto a settembre del 2021. Il dato della richiesta di elettricità, destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura, risulta in calo del 2,9%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di settembre è risultata ovunque negativa: -5% al Nord, -3,6% al Centro e -1,5% al Sud e nelle isole. In termini congiunturali, il valore della domanda elettrica di settembre, destagionalizzato e corretto dagli effetti di temperatura, risulta sostanzialmente stabile rispetto ad agosto (-0,2%).
Nel mese di settembre 2022- come mostrano i dati di Terna – la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86,1% con la produzione nazionale e per la quota restante (13,9%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 22,6 miliardi di kWh, in diminuzione del 2,3% rispetto a settembre 2021. Più in dettaglio, le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 8,1 miliardi di kWh (-2,1%), coprendo complessivamente il 31,1% della domanda elettrica, con le seguenti variazioni rispetto a settembre dello scorso anno: eolico +73,6%, fotovoltaico +1,7%, idrico -28,3% e geotermico -3,9%. La produzione delle fonti rinnovabili è stata così suddivisa nel mese di settembre: 29,6% fotovoltaico, 25,8% idrico, 21,2% eolico, 17,9% biomasse e 5,5% geotermico. La produzione termica segna complessivamente una variazione negativa del 2,4% rispetto a settembre del 2021. Per quanto riguarda, infine, il saldo import-export, la variazione complessiva è pari a -12,4%, con una contestuale diminuzione dell’import (-9,3%) e crescita dell’export (+62%).
Flessione dell’8% rispetto al 2021
L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette “energivore”, registra una flessione dell’8% rispetto a settembre del 2021, un calo decisamente più contenuto rispetto a quello di agosto, e non omogeneo tra i differenti settori monitorati. Infatti, è positiva la variazione dei comparti della chimica e dei mezzi di trasporto, in flessione tutti gli altri settori.
Capacità rinnovabile in italia
A conferma di un sempre maggior impegno nel fornire e divulgare a tutti gli stakeholders dati di qualità, per la prima volta Terna ha inserito nel report mensile, a partire da settembre, anche una nuova sezione che illustra l’evoluzione della capacità rinnovabile installata in Italia, con il numero di impianti per fonte e la relativa potenza suddivisi per mese, il progressivo da inizio anno e lo storico del 2021. Considerando tutte le fonti rinnovabili, nei primi 9 mesi del 2022 l’incremento di capacità supera complessivamente i 2 mila MW, registrando una notevole crescita (+140%) rispetto allo stesso periodo del 2021.
Il sole è fonte di vita e, per qualcuno, anche di totale indipendenza energetica. E’ il caso di Sergio Enrietta, originario di Venaus, piccolo Comune Piemontese, per la precisione Valle di Susa. Da tempo residente sulla Roceja di Borgone, da oltre un anno ha detto completamente addio alle bollette elettriche.
“L’energia accumulata dai pannelli fotovoltaici collocati sul tetto mi ha permesso di percorrere ad oggi oltre 11 mila km con l’auto elettrica e di riscaldare la mia abitazione con pompa di calore. Il sole fornisce un’energia gratuita ed ecologica che, in un periodo in cui si incentiva l’ecosostenibilità, a mio avviso andrebbe sfruttata maggiormente: il versante nord della valle di Susa, ben esposto, è lo scenario ideale per progetti di questo tipo”.
Le due stringhe da 12 pannelli fotovoltaici che Sergio ha posizionato sul tetto di casa lavorano incessantemente convogliando l’energia nei due inverter del garage (uno di riserva) da 5 kw cadauno. Poco più in alto sono collocate quattro batterie a “super condensatori” (“la cui vita – ci dice – supererà di gran lunga la mia…”), mentre la Volkswagen E-up sale e scende i tornanti della borgata borgonese senza chiedere nulla in cambio se non, ogni tanto, un collegamento alla presa di corrente.
“La mia auto ha una bella potenza – spiega Sergio. – Può raggiungere i 130 kmh e, se viaggio senza superare i 110 km orari, mi garantisce circa 300 km di autonomia. E io lo faccio volentieri: dobbiamo smetterla con questa smania, questa fretta che ci avvelena. Scegliere di far andare il mondo intero poco oltre i 100 km all’ora riequilibrerebbe tutto, risparmieremmo e ci sarebbero anche meno incidenti”.
Su Sergio l’energia elettrica ha sempre esercitato un grande fascino. “Prima ancora di frequentare le elementari, partendo dal faro di una bicicletta avevo costruito, in totale autonomia, un aggeggio per farmi luce nell’esplorazione dei luoghi bui. E già allora riflettevo sul perché si lasciavano accese le luci pubbliche la notte, quando la gente dormiva…”.
Concluse le scuole lavorò per un anno come manovale edile, in un’epoca in cui gran parte del materiale veniva portato a mano. “Mi dicevano: Sergio adesso porti su una bella scorta di mattoni, poi, mentre ti riposi, prepari una betoniera di calce, la porti su e torni a riposare mentre porti su altri mattoni. Dopo 6 giorni con questi ritmi la tregua domenicale volava via in un lampo. Era un lavoro faticoso ma, in osservanza del detto “impara l’arte e mettila da parte”, ho memorizzato il processo di costruzione di una casa, cosa che in seguito mi è tornata molto utile”.
Raggiunta la maggiore età, Sergio fu assunto come elettricista all’Assa di Susa, all’epoca in grande espansione. Destreggiandosi tra lavoro giornaliero e studi serali, nel giro di un anno gli fu affidata la responsabilità della parte elettrica del reparto forni e fonderia automatica. Poi venne il tempo del servizio di leva e la successiva assunzione in Ferrovia, inizialmente come elettricista e poi per 35 anni alla guida dei treni.
“In quegli anni il petrolio costava poco, e per di più ci prospettavano un futuro radioso all’insegna dell’energia nucleare pulita, sicura e con spesa irrisoria. Ma con la stessa energia si producevano bombe”.
Fu a Calais, guardando la distesa di camini di scarico delle navi in sosta, che emettevano fumo e polveri in quantità, che Sergio prese la sua decisione. “Realizzai che, se non avessimo fatto nulla, saremmo stati perduti. Bisognava passare all’azione, per non essere responsabili di un sistema che produceva un simile inquinamento”.
La cucina ad induzione, la pompa di calore per il riscaldamento e raffrescamento, il frantoio delle olive del suo uliveto, l’auto. Tutto, a casa Enrietta, è alimentato dal sole. “Godo di tutti i comfort necessari, ho scelto di costruire la casa in cui vivo seguendo determinati criteri e lo garantisco: la casa solare è possibile”.
Oltre alla regola basilare venausina dei 3 barùn (mucchi), “uno di sabbia, uno di pietre e uno di legna (tutti e tre “grandi come una casa”)”, nel costruire un’abitazione è fondamentale scegliere una buona esposizione. “Osservando la valle dall’alto si nota, oltre alla quantità di terreno agricolo andato perduto, che le costruzioni più recenti non hanno tenuto in alcun conto l’orientamento delle falde dei tetti, scelta che rende in molti casi difficile lo sviluppo dell’energia solare”.
Quando Sergio ha costruito la sua casa, a partire dal 2011, ha scelto un luogo soleggiato ed un orientamento a sud, e si è inoltre impegnato a realizzare il massimo possibile di risparmio energetico: i muri hanno coefficiente di trasmittanza 0,16 e le vetrate, triple, coefficiente 0,6, per avere un isolamento quasi totale: “Anche con -10 gradi esterni si sta “spalle al vetro” senza avvertire il freddo”.
Ciò non vuol dire che la casa non respiri: il ricambio d’aria è perennemente garantito da un tubo del diametro di 20 centimetri, che conduce il flusso d’aria proveniente dall’esterno alle bocchette dislocate in ogni stanza, fino al camino sul tetto. La circolazione avviene per via naturale, grazie alle differenze di temperatura, ma una ventola in bagno ed una in cucina incrementano la velocità di ricircolo quando è necessario. Il tubo è inoltre interrato per una quarantina di metri, per recuperare qualche grado in inverno e rinfrescare gli ambienti in estate.
L’acqua sanitaria e il riscaldamento a pavimento provengono da 6 mq di collettori solari sotto vuoto, posti ai piedi dell’edificio. “Il posizionamento della mia abitazione, su un terreno terrazzato, facilita questo scambio energetico: avendo collocato i collettori in basso l’acqua calda sale e la fredda scende. Quando il tempo è nuvoloso, se è necessario posso ricorrere alla stufa a legna che ho posto al centro dell’abitazione, per garantire confort in tutta la casa.
Oppure posso scaldare l’acqua utilizzando l’energia elettrica immagazzinata ed attivare il climatizzatore con pompa di calore: svanisce il fascino della fiamma ma così facendo riduco ulteriormente sia le emissioni che i consumi di legna (molto bassi, non più di 10 quintali all’anno, che ricavo dalla gestione del territorio circostante)”.
Il sogno di autosufficienza energetica si è così avverato, e nel frattempo Sergio ha anche trovato il tempo di mettere a dimora sul terreno circostante circa 600 ulivi di 60 varietà diverse, dando vita all’Oliveto sperimentale alpino Roceja Attiva.
Certo, se il tempo rimane nuvoloso più del previsto possono esserci dei problemi di scarsità di energia, che tra il 2020 e l’inizio del nuovo anno sono stati limitati ad alcuni giorni tra il 15 dicembre e il 15 gennaio. “In questi casi si può attingere dalla rete. Oppure nel mio caso, che dalla rete sono scollegato, occorre fare un po’ di astinenza. Ma non si pensi ad eccessive privazioni, tutto è facilmente gestibile, basta ridurre gli sprechi e dare il giusto valore alla propria vita”.
Lavare i piatti a mano o rimandare il bucato in lavatrice non è certo un dramma di fronte ai numerosi vantaggi ottenuti, sia economici che di rispetto ambientale. “In fondo – conclude Sergio – da bambino passavo 3-4 mesi in montagna con le mucche ed una sola lucerna, e mai ho sentito la mancanza dell’energia. Anzi, sono i miei ricordi più belli”.
Agli scettici garantiamo comunque che a casa di Sergio il cellulare, il pc e gli elettrodomestici sono carichi e funzionanti. Grazie esclusivamente al sole, che ogni giorno offre alla sua abitazione un pieno di energia. Un gran regalo, che troppo spesso in molti sottovalutiamo.
Nel nostro Paese il 20,5% delle famiglie (5,2 milioni) vive in affitto. A livello nazionale mediamente il canone per un appartamento di 100 metri quadri in una zona semi centrale è di 538 euro mensili (6.450 euro annui), che incidono per il 19,9% sul budget familiare. Ma nelle grandi città si arriva a punte di 1.400 euro al mese, che incidono per oltre il 50% su budget familiare.
A calcolarlo è la Uil – Servizio lavoro, coesione e territorio in un rapporto sui costi di locazione. In particolare, al top degli affitti si piazza Roma con un canone di 1.415 euro mensili, in coda Caltanissetta con 218 euro mensili.
Nel dettaglio, a Roma l’affitto incide per il 52,4% sul budget familiare; a Milano per il 50,3% (1.358 euro mensili); a Bologna per il 34,3% (925 euro mensili); a Firenze per il 33,7% (910 euro mensili); a Como per il 31% (838 euro mensili).
È chiaro, sottolinea la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, “che si pone il tema dei costi dell’abitare e non solo per il ‘lievitare delle bollette’, ma anche in riferimento al caro affitti. Conseguentemente, riaffiora la necessità di adeguare i salari e le pensioni al costo reale della vita. Al nuovo Governo chiediamo di rimettere al centro del dibattito politico il tema della casa, che durante la campagna elettorale è stato dimenticato, e di affrontare con rapidità l’emergenza sfratti”. Contemporaneamente, sostiene ancora Veronese, “occorre introdurre risorse sufficienti per un piano di medio e lungo periodo in grado di incrementare in modo consistente gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di aumentare sensibilmente le risorse del fondo per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole”.
Fonte: Agenzia Ansa
Ha preso il via in ottobre la nuova edizione del Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, che coinvolge, come ogni anno, solo un campione rappresentativo di famiglie.
Nel 2022 le famiglie che partecipano al Censimento sono 1 milione 326.995 in 2.531 Comuni sull’intero territorio nazionale.
Il Censimento permette di conoscere le principali caratteristiche strutturali e socio-economiche della popolazione che dimora abitualmente in Italia, a livello nazionale, regionale e locale e di confrontarle con quelle del passato e degli altri Paesi.
Grazie all’integrazione dei dati raccolti dal Censimento – attraverso due diverse rilevazioni campionarie denominate “da Lista” e “Areale” – con quelli provenienti dalle fonti amministrative, l’Istat è in grado restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione, ma anche di garantire un forte contenimento dei costi e una riduzione del fastidio a carico delle famiglie.
Per arricchire questo importante patrimonio di dati statistici e conoscere meglio il Paese in cui viviamo, è stata fondamentale la piena collaborazione di tutte le famiglie campione.
La data di riferimento del Censimento è il 2 ottobre 2022, ossia le risposte ai quesiti inseriti nel questionario devono essere riferite a questa data. I primi risultati saranno invece diffusi a dicembre 2023.
Partecipare al Censimento è un obbligo di legge, ma anche un’importante opportunità.
Le famiglie coinvolte nel campione ricevono una lettera informativa a firma del Presidente dell’Istat contenente le modalità per partecipare.
Fonte: Comunicato Stampa Istat
E’ disponibile sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate il virtual tour dell’esposizione permanente del patrimonio cartografico e topografico del Catasto, liberamente consultabile e navigabile da pc, tablet o smartphone. La mostra, aperta a tutti, organizzata per far conoscere e valorizzare l’insieme di professionalità e competenze del Catasto attraverso un viaggio che ripercorre le tappe della topografia e della cartografia e delle conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche, si rivolge in particolare agli studenti delle scuole medie e degli istituti tecnici. Il tour è accessibile anche all’interno della rubrica “Immobili” di FiscoOggi. La navigazione è semplice e ogni oggetto esposto è accompagnato da una didascalia informativa. I comandi permettono di spostarsi virtualmente all’interno del museo, leggere i pannelli esplicativi e visualizzare le foto ad alta definizione di tutti gli oggetti presenti, guardare i video. Le mappe intelligenti, inoltre, segnalano al visitatore le opere non ancora visualizzate.
“Il patrimonio topografico e cartografico del Catasto: bene culturale vivente”, questo è il titolo della mostra permanente, proprio perché porta alla luce non solo innumerevoli strumenti e documenti antichi, ma anche mappe, cabrei, atlanti d’epoca che hanno contribuito a formare la storia del nostro Catasto e della cartografia.
Si tratta di un itinerario didattico, pensato in particolare per gli studenti, soprattutto quelli del settore, che narra la storia del catasto e della cartografia fin dalle origini, sia dal punto di vista normativo che dal punto di vista più squisitamente scientifico e tecnico.
La visita virtuale è una vera esperienza tridimensionale, che offre la sensazione di trovarsi realmente nel percorso di visita.
Il museo, allestito dai colleghi che hanno curato per anni le materie della cartografia e del catasto, si trova fisicamente nella sede dell’Agenzia delle entrate di largo Leopardi a Roma. In particolare, l’ingegnere Flavio Celestino Ferrante, collega da poco in pensione, e il professor Gabriele Garnero (politecnico di Torino) hanno guidato in porto il progetto dell’esposizione e della sua libera fruibilità online.
Il museo è suddiviso in tre parti, sulla base della storia del catasto che è andata di pari passo con quella politica europea.
La prima stanza contiene la sezione iniziale del museo, focalizzata sulle rappresentazioni di catasti pre-unitari geometrico-particellari e cartografie. In particolare qui sono esposti testi e manoscritti originali del catasto teresiano e pre-unitari, con relative cartografie precedenti la legge istitutiva del catasto italiano del 1886 e i primi strumenti utilizzati per il rilievo. È una visione interessantissima che parte dalle origini, ad esempio è possibile apprezzare la tavoletta pretoriana, strumento usato durante il diciottesimo e il diciannovesimo secolo per costruire le mappe, effettuare rilievi e disegnare gli angoli senza acquisirne la misura. Inoltre, sono a disposizione una selezione di mappe storiche di grande rilievo artistico e tavole di cabrei e atlanti caratterizzati da decorazioni minuziose e raffinate.
La stanza successiva ospita la seconda e terza sezione della mostra.
La seconda sezione riguarda la formazione delle mappe del catasto italiano (1886-1956) e fa spazio a documenti, mappe e strumenti scientifici di quel periodo, ma anche ricostruzioni di scenari dei rilievi del primo ‘900, postazioni di lavoro e volumi tecnico scientifici del secolo scorso. Non si può dimenticare, tuttavia, che l’esposizione ha inizio proprio con un omaggio ad Angelo Messedaglia, da cui il nome della legge istitutiva del catasto italiano, di cui è esposta una copia originale.
Infine, la terza sezione è dedicata alla gestione moderna e alle nuove frontiere della cartografia catastale. Questa parte rappresenta l’evoluzione degli strumenti topografici che hanno dato vita agli output più moderni e attuali della cartografia.
Chiude la mostra la rappresentazione di alcuni tra i più importanti progetti promossi e basati sulla cartografia catastale, come il sistema integrato territorio, i servizi di interoperabilità, il web map service e il geoportale cartografico. Questi progetti consentono ai più di fruire online della cartografia e di ortofoto digitali ad altissima definizione.
Infine, un’animazione illustra il moderno processo di aggiornamento automatico della cartografia basato sulla procedura Pregeo.
Torna l’ora solare. Nella notte tra il 29 e il 30 ottobre, per essere precisi alle 3, le lancette torneranno indietro di un’ora. Questa notte, quindi, guadagneremo un’ora di sonno. Con l’ora solare avremo un’ora di luce in più la mattina ma al pomeriggio farà buio prima. L’ora solare resterà attiva fino all’ultimo weekend del mese di marzo 2023.
Da tempo si discute sull’opportunità di proseguire con questa continua alternanza. Chi è favorevole a mantenere l’ora legale tutto l’anno sostiene che potrebbe evitare lo “stress da cambiamento” legato alla luce, che si manifesta nelle persone con stanchezza, insonnia, irritabilità, mal di testa, sbalzi d’umore, difficoltà a concentrarsi e a mantenere alta l’attenzione. Nel dibattito quest’anno si è però aggiunta anche una nuova variabile: il caro-bollette. Un gruppo di scienziati ha lanciato un appello al governo italiano per prolungare l’ora legale di un mese e risparmiare così 70 milioni di euro nelle bollette di gas e luce. E c’è anche chi ha chiesto di mantenere l’ora legale tutto l’anno proprio “alla luce” dell’attuale caro-energia.
L’”Indagine sul reddito e le condizioni di vita” fa parte del sistema statistico EU-SILC (European Union Statistics on Income and Living Conditions), che costituisce una delle principali fonti di dati sulla situazione sociale e sulla diffusione della povertà nei paesi membri dell’Unione Europea e produce indicatori relativi al reddito e all’esclusione sociale, con particolare attenzione agli aspetti di deprivazione materiale.
La rilevazione raccoglie annualmente informazioni sulle principali caratteristiche delle abitazioni di residenza delle famiglie (come il titolo di godimento dell’abitazione e la tipologia), l’adeguatezza delle condizioni abitative (la presenza di strutture danneggiate, di problemi di umidità o di scarsa illuminazione o la mancanza di spazio), il sovraccarico degli oneri per la casa e la difficoltà di far fronte con regolarità a tali spese.
Saranno proprio queste dimensioni a costituire l’oggetto di analisi di questo breve documento. I dati EU-SILC qui presentati, trasmessi ad Eurostat ad inizio agosto e non ancora diffusi, sono relativi al 2021.
L’appendice statistica, allegata a questo documento, dà conto del dettaglio delle informazioni disponibili. Nel testo che segue saranno commentate, invece, le evidenze principali.