La Tari, acronimo di Tassa sui Rifiuti, è l’imposta destinata a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Come spiega il sito del MEF, “è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi”.
La TARI è corrisposta in base a tariffa commisurata ad anno solare.
La tariffa è composta da una parte fissa, determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, e da una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti. La tariffa è inoltre articolata nelle fasce di utenza domestica e non domestica (attività produttive o industriali).
Per quanto riguarda le utenze domestiche, la parte fissa è determinata in base alla superficie e alla composizione del nucleo familiare. Mentre la parte variabile è rapportata alla quantità di rifiuti indifferenziati e differenziati specificata per kg, prodotta da ciascuna utenza.
La quota fissa è calcolata moltiplicando la superficie dell’alloggio sommata a quella delle relative pertinenze per la tariffa unitaria corrispondente al numero degli occupanti, mentre la quota variabile è costituita da un importo rapportato al numero degli occupanti che va sommato alla parte fissa.
FONTE: La Legge per tutti
Cessione del credito, nuove indicazioni della UIF sui rischi da considerare ai fini degli obblighi antiriciclaggio.
Con la comunicazione dell’11 aprile 2022 l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia aggiorna le indicazioni sugli schemi di comportamento anomalo nell’ambito della cessione del credito in edilizia. Fornisce inoltre istruzioni specifiche ai fini della prevenzione di fenomeni di criminalità connessi all’emergenza Covid e al PNRR.
Per quanto riguarda i rischi legati alla cessione del credito, ai fini della normativa antiriciclaggio e della segnalazione delle operazioni sospette, sarà necessario prestare attenzione alla possibilità che i crediti siano relativi ad interventi non eseguiti o agevolazioni non spettanti, guardando in particolare alle caratteristiche del beneficiario.
Attenzione, inoltre, alle imprese, in particolare a quelle neocostituite, attive da poco nel settore anche in caso di periodi di inattività.
Dalla UIF arriva poi l’indicazione di prestare particolare attenzione ai contenuti dei contratti di cessione del credito: se troppo generici su termini, corrispettivo o modalità di pagamento sono da ritenersi a rischio.
FONTE: https://www.informazionefiscale.it/Cessione-del-credito-antiriciclaggio-rischi-UIF-contratti-nuove-imprese
Considerando gli ultimi 4 anni, chi ha scelto con attenzione un fornitore luce e gas nel mercato libero ha speso fino a 1.337 euro in meno (-18%) rispetto a chi è ancora sotto regime di tutela.
È quanto risulta da un’indagine di Facile.it.
In particolare, guardando alle migliori tariffe del mercato libero disponibili online da gennaio 2018 a marzo 2022, una famiglia tipo che all’inizio dell’ anno ha scelto una tariffa con prezzo bloccato per 12 mesi ha speso, tra luce e gas, 5.908 euro. Mentre chi è rimasto nel mercato tutelato ha pagato, sempre in media, ben 7.246.
In termini percentuali, il risparmio più elevato è stato ottenuto sulle bollette elettriche: la famiglia nel mercato libero ha pagato, nei 4 anni, 1.884 euro, vale a dire il 26% in meno rispetto a quella nel tutelato (2.534 euro). Se si guarda alla bolletta del gas nel mercato libero, invece, la spesa è stata di 4.025 euro, il 15% in meno rispetto a quella del regime di tutela (4.712 euro).
“Un risparmio considerevole, che potrebbe aumentare nei prossimi mesi”, spiegano gli esperti del sito di comparazione. “Dal primo aprile – precisano – le tariffe del mercato tutelato verranno aggiornate e non è da escludere un nuovo aumento. Mentre chi è nel mercato libero con prezzo bloccato, non vedrà cambiamenti fino alla scadenza della propria offerta”.
FONTE: Agenzia Ansa
Sarà di circa 150 mila euro il cofinanziamento regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche in edifici privati del Piemonte. Lo prevede il bilancio di previsione 2022-2024. Queste risorse andranno a sommarsi a quanto arriverà da parte dello Stato, permettendo cosi al Piemonte di disporre di oltre 4 milioni di euro totali.
È quanto annunciato dall’assessore alle Politiche della casa Chiara Caucino.
Oltre 2,5 milioni di euro saranno invece destinati alla alle Aslo (le Agenzie Sociali per la Locazione) per favorire la mobilità abitativa; 90 mila euro saranno destinati per politiche di sostegno e accesso alla casa per genitori separati; 7 milioni e 200 mila euro andranno per l’assegnazione di alloggi sociali, 13 milioni di euro per il recupero di immobili di edilizia residenziale fino a 50 mila euro ad alloggio e circa 100 mila euro per le nuove funzionalità dei servizi informativi di welfare abitativo.
Su quest’ultima voce si è soffermata l’assessore Caucino precisando che “è allo studio con il Csi una nuova banca dati sulla quale, settimanalmente, possano essere caricati e aggiornati i dati sugli immobili di edilizia residenziale pubblica da mettere a disposizione non solo delle Atc e dei Comuni, ma anche di tutti i soggetti interessati. Solo in quest’ultimo anno – ha proseguito Caucino – abbiamo riqualificato 161 alloggi e recuperato 276 abitazioni di edilizia residenziale pubblica”.
FONTE: Comunicato stampa Regione Piemonte
Si racconta che alcune piante siano in grado di portare energia positiva tra le mura domestiche.
Esiste una lista molto ampia di piante indicate per la loro capacità di purificare gli ambienti interni e assorbire le energie negative. Si tratta di piante generalmente rigogliose, che emanano piacevoli fragranze e donano all’abitazione un’atmosfera serena.
Rosmarino
Il rosmarino è in cima alla lista tra le piante da interno in grado di diffondere benefici. Un vero e proprio punto di riferimento. Grazie al suo profumo, il rosmarino purifica l’aria, tiene la casa lontana dai cattivi pensieri e può favorire il benessere fisico. Il profumo del rosmarino, tra le sue numerose qualità, migliora la memoria, combatte la stanchezza e previene i disturbi del sonno. Non manca chi lo utilizza a scopo terapeutico, per rafforzare il sistema immunitario. Si racconta sia anche una delle piante che porta fortuna sul lavoro. Preziosa, dunque, sulla scrivania.
Menta piperita
Oltre ad essere una pianta dai numerosi benefici per la salute, la menta piperita è sempre stata utilizzata per proteggere dal malocchio e dall’invidia. È conosciuta come la pianta del benessere, della resilienza e alcuni dicono che attiri la prosperità economica.
Eucalipto
Sebbene molti vogliano liberarsene, l’eucalipto è una delle piante che porta energia positiva. Metterlo sotto il letto aiuterà a dormire, respirare meglio e può proteggere dalle persone che si lamentano sempre e mancano di autostima.
Loto
Sinonimo di purezza in Oriente, il fiore di loto è una pianta acquatica utilizzata fin dagli albori dell’umanità per favorire l’energia positiva negli ambienti. Si dice che il fiore di loto giallo aumenti la felicità, mentre quello rosso intensifichi la compassione. Questa pianta dovrebbe aiutare ad affrontare meglio i problemi e a trovare sempre un lato positivo. Non solo. Il fiore di loto è anche un repellente naturale per mosche, zanzare e altri insetti.
Aloe Vera
L’aloe vera è una pianta che assorbe le energie negative in qualsiasi stanza della casa in cui viene collocata. Gli egizi la chiamavano la pianta dell’immortalità. Appesa alle porte allontana gli spiriti maligni. Oltre a purificare l’aria e rilasciare molto ossigeno durante la notte, l’aloe vera elimina paure e preoccupazioni. Il gel dell’aloe vera aiuta anche a prevenire la comparsa dell’acne e a combattere la disidratazione della pelle.
Tronchetto della felicità
Nel gruppo di piante che portano prosperità, c’è anche il tronchetto della felicità. Originario della Polinesia e della Malesia, questo piccolo cespuglio verde deve essere posizionato in stanze con molto spazio, in modo che possa crescere senza ostacoli. Per mantenere umido il terreno, deve essere innaffiato spesso.
Tasse e imposte sulla casa sono ormai avvertite come vere e proprie “patrimoniali”. La Tari disturba ancora di più, perché spesso il servizio è carente e inadeguato. La legge prevede però degli sconti in presenza di disservizi come la mancata raccolta dei rifiuti per lungo tempo o la lontananza dei cassonetti da casa.
Pochissimi, però, sono a conoscenza del fatto che sulla Tari si può ottenere lo sconto. Si tratta di una riduzione del costo del servizio compresa tra il 20 e l’80%. In alcuni casi si può addirittura arrivare all’esenzione totale dall’imposta.
A prevedere gli sconti sulla Tari è la stessa normativa che regolamenta il tributo: la legge n. 147 del 2013. Tutte le volte in cui l’ambiente attorno ai cassonetti è sporco e insalubre o ci sono ostacoli ad una agevole fruizione del servizio di raccolta della spazzatura, il contribuente ha diritto ad alcuni benefici fiscali.
Alcune riduzioni sono obbligatorie, altre facoltative, che vuol dire rimesse alla discrezionalità dei Comuni. E questo nonostante la Tari sia dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Quindi in caso di affitto deve pagare l’inquilino; in caso di usufrutto, l’usufruttuario; in caso di comodato, il comodatario.
FONTE: La Legge per tutti
Il settore delle costruzioni sta attraversando un periodo di ritrovata vitalità, grazie soprattutto all’efficacia delle misure governative legate al PNRR e al cosiddetto Superbonus. Il Piemonte si colloca ai primi posti in Italia per numero di interventi avviati e per il conseguente aumento del volume di fatturato, ma deve affrontare come principale criticità la difficoltà nel reperire personale qualificato. Le imprese di costruzione del Piemonte e della Valle d’Aosta lamentano infatti la difficoltà nel trovare figure quali assistenti di cantiere, responsabili di commessa, project manager, ingegneri civili ed edili, direttori tecnici e responsabili ufficio gare.
Questa mattina, presso l’Energy Center del Politecnico di Torino, se ne è discusso nel corso dell’incontro “Costruire è un lavoro serio”, nel corso del quale è stato presentato l’accordo sottoscritto tra Ance Piemonte e Valle d’Aosta e Politecnico finalizzato a consolidare ed ampliare la partnership strategica tra le due realtà.
Per agevolare l’incontro tra studenti e imprese verranno organizzati momenti di promozione che illustrino le opportunità offerte dai tirocini presso le imprese associate. L’Ance Piemonte e Valle d’Aosta avrà inoltre una funzione di hub/collettore di imprese per agevolare e stimolare le opportunità di esperienze formative attraverso lo strumento del tirocinio curriculare, mentre il Politecnico di Torino metterà a disposizione la piattaforma online del portale della didattica per la pubblicazione delle posizioni di tirocinio offerte dalle imprese associate.
L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali del Rettore Guido Saracco, del Vice Rettore per la didattica Sebastiano Foti, dell’Assessora regionale Elena Chiorino e dai direttori dei dipartimenti Diseg Giuseppe Ferro e Diati Francesco Laio; a cui ha fatto seguito la presentazione dell’offerta formativa di ingegneria civile e ingegneria edile da parte dei rispettivi coordinatori dei collegi, i professori Orazio Baglieri e Andrea Lingua.
La presidente dell’Ance Piemonte Paola Malabaila e dei Giovani ANCE Piemonte Andrea Cavallari hanno poi presentato l’associazione e le iniziative per la formazione in azienda, a cui sono seguite le testimonianze di imprese e studenti.
Il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco ha dichiarato: “Sono consapevole che il settore delle costruzioni è uno dei settori dove maggiormente si avvertono la necessità e l’urgenza di personale qualificato. Per questo il Politecnico sta impiegando tutti gli strumenti a sua disposizione per dare una risposta concreta alla richiesta che ci viene dalle imprese: oltre alle lezioni frontali e ai tirocini presso le aziende, offriamo ai nostri studenti la possibilità di arricchire la propria formazione con proposte di didattica innovativa – come le challenge o i team studenteschi – mentre alle aziende siamo in grado di fornire i nostri servizi di Job Placement e di formazione ad hoc”.
“La ripresa del settore delle costruzioni, dopo anni bui, si scontra con la mancanza di personale: tra il Pnrr e gli interventi legati al Superbonus, che in Piemonte stanno registrando a partire da febbraio 2021 una crescita esponenziale, la richiesta di personale è aumentata notevolmente – ha commentato la Presidentessa dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta Paola Malabaila. – Da tempo abbiamo attivato una fattiva collaborazione con il Politecnico di Torino, confermata da questo accordo che rappresenta il dialogo tra il mondo della formazione e quello delle imprese: un’interlocuzione tra due realtà per costruire competenze specialistiche e per costruire un futuro sostenibile. La nostra Associazione farà da hub di raccolta delle candidature che verranno veicolate tra le imprese associate”.
“Secondo le nostre stime, a livello nazionale, mancano 265mila tra professionisti, tecnici specializzati ed operai mentre a livello regionale stimiamo una richiesta di circa 25 mila addetti. Dall’indagine svolta dall’Ance Piemonte, su un campione di 140 imprese, è emerso che il 16% ha necessità di manovali, il 13,5% ricerca capo cantieri, il 5,4% responsabili di commessa, il 5,1% project manager, il 4,8% ingegneri civili ed edili, il 4,2% direttori tecnici – ha aggiunto il Presidente dei Giovani Imprenditori Ance Piemonte e Valle d’Aosta Andrea Cavallari. – La formazione e la sicurezza restano aspetti prioritari e non trascurabili, determinanti per rispondere alle nuove richieste del mercato e per contrastare il lavoro irregolare a favore di imprese serie e qualificate”.
Nei suoi saluti l’assessora Elena Chiorino ha commentato: “La politica deve agire a supporto delle imprese consapevole di quanto sia strategico garantire, attraverso la formazione, un valido sostegno alla loro capacità produttiva. Lo stiamo facendo in Regione Piemonte, la formazione non ė più da considerare una spesa, ma un investimento. Crediamo infatti che non ci possa essere competitività senza competenza come non possa esserci competenza senza un’adeguata formazione. Investiamo guardando al futuro evitando qualsiasi misura di stampo assistenzialista, ma puntando su misure che rendano ancora più efficace un percorso che vada dall’orientamento scolastico all’apprendistato, per garantire ai nostri ragazzi le condizioni migliori per poter scegliere di restare in Piemonte senza andare all’estero e di inserirsi virtuosamente nel nostro sistema produttivo. Serve un grande piano innovativo e le Academy sono la risposta più immediata, capaci di trasformare il Piemonte nel precursore della formazione di tutte quelle professioni che devono “ancora arrivare”.
Andrea Lingua, coordinatore del corso di studio di Ingegneria Edile, sottolinea l’importanza dell’iniziativa specialmente a valle dell’importante rinnovamento dei percorsi di laurea triennale e laurea magistrale che sono stati proposti 2 anni fa per definire una figura professionale al passo con i tempi: “sono cresciute le possibilità di inserire tirocini per 150 o 300 ore permettendo il completamento del percorso didattico per gli ingegneri edili mediante una esperienza pratica molto formativa nell’ambito dei cantieri edilizi”.
Orazio Baglieri, coordinatore del corso di studio in Ingegneria Civile, evidenzia come nell’offerta didattica in Ingegneria Civile, anch’essa oggetto di un profondo rinnovamento l’anno scorso, il tirocinio assuma un ruolo centrale testimoniato dal peso ad esso attribuito anche in termini di impegno e crediti formativi riconosciutiti (fino a 450 ore, equivalenti a circa tre mesi di attività pratica): “Ciò è frutto di precise scelte strategiche per la formazione della nostra comunità studentesca e il potenziamento delle opportunità in chiave occupazionale: la sottoscrizione dell’accordo con ANCE, volto a promuovere lo svolgimento del tirocinio presso le imprese di costruzione, si inserisce nel solco di queste scelte strategiche in momento storico cruciale per il settore e per il Paese”.
FONTE: COMUNICATO STAMPA POLITECNICO DI TORINO
Forti tensioni per i prezzi di frumento e mais (+89,4% e +96,2%), l’acciaio non riesce a riassorbire l’aumento registrato dopo lo scoppio del conflitto (+208,3%); il nickel continua a caratterizzarsi per elevata volatilità (+154,3%); alluminio e rame salgono a +106% e +71,2%
“Il conflitto tra Russia e Ucraina incide fortemente su logistica e materie prime. Nel primo trimestre 2022 più della metà delle imprese manifatturiere del nord ovest ha dichiarato di subire ostacoli alle esportazioni con problemi legati all’allungamento dei tempi di consegna e ai prezzi, con rincari considerevoli dei noli delle rotte marittime limitrofe ai territori colpiti dal conflitto”. Così il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada ha commentato l’alert lanciato dal Centro Studi Assolombarda con focus sui costi dello shipping internazionale e sugli ostacoli all’esportazione. “La guerra non ha fatto altro che peggiorare una situazione che per le imprese era già emergenziale – ha continuato Alessandro Spada -. A oltre un mese dallo scoppio della guerra, i prezzi delle materie prime energetiche e non energetiche si mantengono su livelli molto alti. È necessario agire con maggior decisione e rapidamente per ridurre nel breve gli impatti dell’emergenza e allo stesso tempo agire nel medio lungo periodo per uno sviluppo equilibrato e senza pregiudizi delle diverse tecnologie e fonti energetiche – come rinnovabili, nucleare di ultima generazione e idrogeno – per ridurre il più possibile la dipendenza da paesi instabili politicamente”.
Il Centro Studi Assolombarda evidenzia come la guerra in Ucraina abbia aggravato le criticità sulle catene di fornitura originate dalla pandemia, con forti aumenti dei prezzi di alcune materie prime e con crescenti ritardi e rincari della logistica merci che ostacolano la normale operatività delle imprese. Nel primo trimestre 2022, infatti, più della metà delle imprese manifatturiere del Nord-ovest (51%) ha dichiarato di subire ostacoli alle esportazioni. Tra i principali fattori avversi, emergono i “prezzi e costi” (per il 24% delle imprese) e l’“allungamento dei tempi di consegna” (per il 15%). Inoltre, è aumentata in modo considerevole, dall’8% del quarto trimestre 2021 al 26% del primo trimestre 2022, la quota di imprese che evidenzia “altri fattori” tra i principali ostacoli che condizionano l’export, un incremento almeno in parte riconducibile all’instabilità causata dal conflitto Russia-Ucraina.
Allungamento dei tempi di consegna
La crisi in Ucraina si inserisce in un quadro della logistica già caratterizzato da forte incertezza: lungo tutto il 2021 i ritardi nelle catene di fornitura si sono via via intensificati, per poi diminuire tra gennaio e febbraio 2022, complici i primi segnali di allentamento delle restrizioni pandemiche rilevati nei mesi di gennaio e febbraio. Ma a marzo 2022, con lo scoppio della guerra, i tempi medi di consegna sono tornati a crescere in tutta l’Area euro.
Costi dei noli marittimi
L’invasione dell’Ucraina ha determinato rincari considerevoli dei noli delle rotte marittime limitrofe ai territori colpiti, con riferimento sia alle petroliere di piccola taglia impiegate tra il Mar Nero e il Mediterraneo, sia alle navi cargo che trasportano grano e cereali passando dal Mar Nero. I rincari locali connessi alla guerra per il momento non incidono sugli indici aggregati, con i costi di spedizione globali che proseguono a muoversi lungo i trend precedentemente in atto (stazionarietà su alti livelli dei costi del cargo aereo e soprattutto dei noli container, alta volatilità per le portarinfuse).
Prezzi delle materie prime energetiche
Per quanto riguarda i prezzi delle materie prime, a oltre un mese dall’inizio del conflitto, si mantengono su livelli più alti di quelli di inizio febbraio 2022 e soprattutto ben superiori rispetto al periodo pre pandemia. Il prezzo del gas naturale europeo, dopo lo straordinario picco di inizio marzo, il 28 marzo 2022 si attesta sui 102,5 €/MWh, registrando un +818,2% rispetto a gennaio 2020; il prezzo del greggio prosegue su un trend di crescita (+79,0%);
Prezzi delle materie prime industriali e alimentari
Forti tensioni si confermano anche per i prezzi di frumento e mais (+89,4% e +96,2%), olio di girasole (+182%) e per il fertilizzante urea e nitrato di ammonio (+396%). L’acciaio non riesce a riassorbire l’aumento registrato dopo lo scoppio del conflitto (+208,3%); il prezzo del nickel continua a caratterizzarsi per elevata volatilità (+154,3%); alluminio e rame restano a livelli particolarmente elevati (+106,0% e +71,2%).
FONTE: Lorenzo Brambilla, Account Executive Espresso Communication
A caratterizzare un giardino è principalmente il tipo di vegetazione. I complementi d’arredo fanno la loro parte, e completano il tutto in un insieme con lo stile scelto. Esistono differenti stili, dunque, per arredare un giardino.
Il giardino naturale
Sfrutta la flora autoctona, rispettando l’ecosistema che si va a creare. E’ una soluzione a bassa manutenzione, in quanto richiede solo lo sfalcio regolare e l’utilizzo di prodotti naturali per la cura delle piante.
Il giardino mediterraneo
Se il clima lo consente, è possibile ricreare in giardino la macchia tipica della fascia mediterranea, con arbusti e siepi a basso fusto. L’arredamento deve privilegiare materiali come la pietra o il legno, che si inseriscono perfettamente nel contesto, senza snaturarlo.
Il giardino zen
Gli amanti dello stile giapponese possono ricreare quelle atmosfere, piantando dei piccoli bonsai, contornati da vialetti di ghiaia e piccole pareti di bambù. Non ultima una fontanella zen, decorata con piccole pietre e un Buddha. Stuoie in canna di bambù e piccoli cuscini completano l’effetto.
Il giardino roccioso
La flora di questo tipo di giardino può essere caratterizzata da piccoli arbusti di piante aromatiche, come rosmarino, salvia, maggiorana od origano, facili da manutenere e molto profumati, oltre che utilissimi in cucina. Tutt’intorno, posizionate muretti a secco e percorsi in pietra, di tipo calcareo, in granito o in ardesia. L’atmosfera dev’essere quella che si respira nelle assolate campagne pugliesi, dove vi sono ulivi, muretti e nulla più.
FONTE: articolo visto su Idealista.it
Quando si tratta di locare il proprio immobile, si corre sempre il rischio di incorrere in brutte sorprese. Al di là degli eventi prevedibili e inimmaginabili, come la pandemia Covid, che ha fatto finire in condizioni di morosità anche inquilini sempre scrupolosi e puntuali.
È quindi indispensabile tutelarsi al meglio. Per lo più i proprietari si preoccupano di chiedere un deposito cauzionale, la cui funzione però dovrebbe essere quella di coprire eventuali danni o debiti lasciati dall’inquilino a fine contratto. Alcuni chiedono fino a tre mensilità anticipate, altri la fideiussione bancaria.
Per quanto le sorprese possano sempre verificarsi, è necessario procedere attentamente a una selezione dell’inquilino che tenga conto soprattutto del rapporto reddito/canone. È dunque lecito chiedere la busta paga e la dichiarazione dei redditi dell’inquilino, e valutare che la spesa del canone di affitto non incida più del 40% sul reddito disponibile. Per esempio, per chi guadagna 1.500 euro netti al mese vorrebbe dire affittare un immobile per un massimo di 600 euro. Sempre utili, inoltre, eventuali referenze, se l’inquilino era già stato in affitto. Oltre a valutare un garante nel caso in cui la documentazione finanziaria dell’inquilino non sia del tutto convincente.
La classica suddivisione delle spese tra inquilino e proprietario prevede che le spese di manutenzione ordinaria (piccole riparazioni, pulizia della caldaia, pulizie scale, ecc..) siano a carico dell’inquilino, mentre quelle straordinarie siano a carico della proprietà. A patto, però, che eventuali interventi non siamo provocati dalla negligenza dell’inquilino. In tal caso, infatti, le gravano sull’inquilino stesso.
Tra i riferimenti normativi principali ci sono gli articoli del Codice Civile. L’articolo 1575 definisce gli obblighi principali per il proprietario: consegna di un immobile in buono stato, il mantenimento di questo stato per la durata del contratto e il pacifico godimento del bene da parte dell’inquilino. Mentre l’articolo 1587 raccomanda all’inquilino di “prendere in consegna la cosa, osservare la diligenza del buon padre di famiglia” e di dare il corrispettivo nei termini convenuti.