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Piante da interno per case con poca luce

Esistono alcune piante che vivono bene anche in ambienti con una scarsa illuminazione

Aglaonema
Una delle piante da interno che ha bisogno di poca luce è la Aglaonema. Si tratta di una pianta in grado di raggiungere tra i 20 e i 150 cm di altezza che proviene dalla Cina e dalle Filippine. Questa pianta ha bisogno di molto calore e umidità. Le foglie, molto brillanti, possono assumere forme diverse, anche se generalmente sono strette, con macchie bianche, gialle o argentate. Quando le radici diventano troppo grandi è necessario cambiare il vaso.

Epipremnum Pinnatum
L’Epipremnum Pinnatum è una pianta tropicale con foglie a forma di cuore e capace di diffondersi in tutti gli angoli. Non richiede molta luce e molta acqua. Durante l’inverno si può innaffiare una o due volte alla settimana. Si tratta di una pianta d’appartamento sempreverde e rampicante, originaria dell’Asia sud-orientale.

Zamioculcas
La Zamioculcas è una pianta sempreverde di origine tropicale. Non necessita di luce diretta e neppure di particolari cure. Promette di risvegliare il lato magico di ogni stanza della casa e offre armonia agli interni. Si tratta di una pianta ornamentale caratterizzata da foglie verde brillante. I fiori sono discreti e compaiono da metà estate all’inizio dell’autunno. Per coltivare questa pianta basta mantenere l’ambiente interno a temperature comprese tra 10°C e 25°C. Non necessita di potatura e può essere bagnata solo due volte a settimana.

Felce
Le felci vivono in condizioni di scarsa illuminazione. Sono prive di fiori, frutti e semi. Arredano molto bene un bagno o un angolo lavanderia. Sono piante perfette per rivestire una parete danneggiata o un mobile che deve essere riparato. Le felci hanno foglie sottili, che possono raggiungere tra i 15 ei 50 cm di lunghezza.

Orchidea farfalla
L’orchidea farfalla rosa è una pianta con infiorescenze viola, rosse e rosa. L’orchidea farfalla può raggiungere i 40 cm di altezza e vive in terreni umidi. Questa pianta non necessita di molta acqua ed è consigliabile non bagnare le basi delle foglie per evitare che marciscano. Si tratta di una pianta che non necessita di molta luce e la temperatura dell’ambiente deve essere di almeno 16°C.

Ortensia
L’ortensia ama il sole, ma non la luce diretta. Fiorisce tra aprile e giugno. L’ambiente in cui si trovano le ortensie non deve superare una temperatura di 18°C. Anche in estate, le ortensie amano il clima più fresco. Questa pianta ha bisogno di molta acqua.

FONE: Idealista.it

Casa pignorata? Diritti e doveri

Cosa fare se la casa è pignorata? Quali sono i diritti e i doveri di chi ha una casa pignorata? Come si deve comportare? Le regole sull’esecuzione forzata immobiliare stabiliscono che il debitore continua ad essere proprietario del bene fino a quando il giudice non emette il provvedimento di aggiudicazione al miglior offerente. Tuttavia, i suoi poteri sono limitati, non potendo venderlo o dare in affitto. Né può comportarsi in modo tale da turbare le aste o da dissuadere eventuali offerenti.

Qui di seguito spiegheremo cosa fare se la casa è pignorata, cercando di indirizzare il comportamento del titolare nel miglior modo per poter ridurre “i danni” derivanti dalla procedura ed eventualmente sperare di tornare nella piena disponibilità del proprio immobile. Ma procediamo con ordine.

Poiché la proprietà non viene meno con il pignoramento, il debitore deve continuare a pagare le spese di condominio e le tasse collegate all’immobile.

Non è possibile però né vendere, né donare, né affittare, né dare in comodato o in usufrutto la casa pignorata. Semmai il contratto di affitto dovesse essere stipulato, il custode giudiziario avrebbe diritto a riscuotere i canoni e a trattenerli per consegnarli al creditore e pagare le spese della procedura.

La turbativa d’asta
Il proprietario della casa non può ostacolare le vendite, magari dissuadendo eventuali offerenti. Se si macchia di un comportamento del genere può essere denunciato per il reato di «turbativa d’asta». In più, perderà il diritto di abitare nell’immobile.

Si può bloccare un pignoramento della casa
Se la casa è pignorata ed è stata messa all’asta, il debitore può chiedere la chiusura della procedura se la base d’asta (cioè il prezzo di partenza della vendita giudiziale) scende così tanto da non consentire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori. Si tratta di una valutazione che fa il magistrato caso per caso, tenendo conto degli interessi del creditore e del debitore.

Non sempre i giudici concedono la liberazione dell’immobile a fronte pure di un enorme ribasso del prezzo di vendita. Di solito, è necessario scendere ad almeno un terzo del valore del bene rispetto alla perizia estimativa eseguita dal consulente tecnico incaricato dal giudice.

Il riacquisto della casa
Il debitore non può partecipare alle aste della propria casa, ma nulla esclude che, al posto suo, possa partecipare il coniuge, i figli o qualche altro familiare che, in tal caso, acquisterebbe in proprio il bene.

L’accordo con il creditore
Finché la procedura è in corso e l’immobile non viene aggiudicato, il debitore può sempre tentare un accordo con il creditore per chiudere la procedura pagando una parte del debito. Si tenga tuttavia conto che tanto più difficile è la vendita dell’immobile tanto più facile sarà trovare un’intesa.

La procedura di sovraindebitamento
È possibile bloccare il pignoramento in corso facendo ricorso alla procedura di sovraindebitamento che consente al debitore di chiedere al giudice una riduzione del debito dietro pagamento di una percentuale o prestazione di garanzie. Leggi Come uscire dai debiti col fisco.

FONTE – LA LEGGE PER TUTTI
https://www.laleggepertutti.it/555220_cosa-fare-se-la-casa-e-pignorata

Arredare un giardino

Il giardino rappresenta un ambiente esterno che in tanti, in tempi di restrizioni anti-Covid, hanno sognato. L’angolo verde, se ben progettato, può diventare uno spazio funzionale. Non solo per ricevere gli amici o intrattenere i bambini. Soprattutto per noi stessi e il nostro smart working.
Il primo passo da compiere per arredare un giardino è capire la funzione a cui è destinato. Uno spazio verde ben curato, una sorta di un piccolo ecosistema con diverse piante e fiori. Oppure un ambiente dedicato ai giochi dei bambini. O, un’area di ritrovo, per grigliate o pranzi e cene domenicali.

Arredare un giardino: la zona conviviale
L’ideare sarebbe riuscire a realizzare una veranda, antistante la cucina, in modo da separare nettamente la zona living dal resto del giardino. I complementi d’arredo ideali per l’esterno sono in rattan, plastica o materiali che resistano alle intemperie, di modo da lasciarli fuori anche durante l’inverno.
Un barbecue in muratura completerebbe l’area, ma ci sono anche quelli portatili.

Arredare un giardino: la vegetazione
Per quanto riguarda la vegetazione, la progettazione di un giardino è molto delicata. Occorre quindi rivolgersi a uno specialista, che saprà indicare che tipo di piante collocare in base al clima e al tipo di terreno e indicare quali possono coabitare nello stesso ecosistema, quali vanno esposte a maggior luce, quali sono infestanti, quali necessitano di acqua con costanza e quali invece ne vogliono meno.

Locazione: le spese condominiali a carico del proprietario

Le spese condominiali a carico del proprietario di un immobile dato in affitto, dalla manutenzione straordinaria alla sostituzione di parti in comune.
Chi mette la propria casa in affitto in un contesto condominiale non può pensare che tutte le spese di ordinaria e di straordinaria amministrazione possano ricadere sull’inquilino. La locazione di un immobile non consiste solo nel firmare un contratto con il conduttore e limitarsi poi ad incassare il canone di affitto: vuol dire anche partecipare alle spese straordinarie del condominio, affrontare eventuali imprevisti segnalati dall’inquilino ed altro ancora. In questo contesto, cosa deve pagare il locatore?
Il proprietario della casa, in linea generale, deve pagare le spese di manutenzione straordinaria: dal rifacimento del balcone alla sostituzione del citofono o del condizionatore, l’antenna della tv ed altro ancora che vedremo tra poco nel dettaglio.
Ci sono anche delle spese condominiali che non sono completamente a carico del padrone di casa e nemmeno del tutto sulle spalle dell’inquilino ma che vanno divise sempre (è il caso dello stipendio del custode) oppure solo a seconda della natura dell’intervento pur trattandosi dello stesso bene: succede, ad esempio, con la caldaia, la cui manutenzione ordinaria è a carico dell’inquilino mentre il proprietario deve pensare a quella straordinaria.

FONTE: La Legge per Tutti

Cosa deve pagare il locatore?

Bollette: monitoraggio degli elettrodomestici

In tempi di caro-energia è bene monitorare i consumi degli elettrodomestici per evitare sprechi. Da una mappatura fatta in Italia è emerso che, nel 2021, il forno è stato l’elettrodomestico che più si è avvicinato alla massima efficienza raggiungibile, con un valore medio di 4,4/5. La maglia nera va alla lavatrice, ferma a 2,9. Inoltre luglio è risultato il mese più energivoro. Si consuma soprattutto alla sera e la domenica passa tra il bucato e la tv.
Il monitoraggio su come gli italiani usano l’elettricità è stato realizzato da NeN, la startup EnerTech del gruppo A2A, attraverso “Robo”, il dispositivo “intelligente che permette di monitorare in tempo reale i consumi dei propri elettrodomestici, tutto via app.
NeN spiega che “ricava l’efficienza degli elettrodomestici dall’incrocio di diversi parametri, come la dimensione, la classe energetica e l’anno di acquisto”.
Forno e lavatrice sono anche gli elettrodomestici più presenti nelle case italiane (62,9% il primo, 65,4% la seconda), insieme al frigorifero (65,4%).
Come ogni anno, i mesi estivi hanno coinciso con un grande aumento dei consumi. Luglio, con 239,7 kWh di consumo medio, è stato il mese più energivoro, seguito da agosto (225,8 kWh) e giugno (224,8 kWh). L’aumento, spiega Nen, dipende in genere dalle temperature elevate, che spingono ad accendere i condizionatori, a utilizzare maggiormente la lavatrice e a costringere il frigo a sforzi maggiori per mantenere la temperatura interna. Al contrario, in primavera e in inverno i consumi sono stati inferiori alla media; in particolare, febbraio è stato il mese con le bollette più basse, con appena 158,7 kWh. Si consuma energia soprattutto di sera: ben 73 kWh di consumo medio, frutto di un maggiore utilizzo di forno, lavastoviglie e frigorifero. Al contrario, la lavatrice viene usata maggiormente tra la mattina e il pomeriggio. Mentre dal lunedì al sabato i consumi tra i vari elettrodomestici rimangono abbastanza costanti, si nota un aumento dell’utilizzo dell’energia la domenica. In particolare quella che alimenta i dispositivi d’intrattenimento, come TV, console e decoder, ma anche forno, asciugatrice e lavatrice.

FONTE: Agenzia Ansa

Rifiuti, dall’Arera nuovi standard di qualità

arera logo

Arera annuncia nuovi standard di qualità tecnici e contrattuali, omogenei nel Paese, nel settore dei rifiuti. Un obiettivo che verrà realizzato grazie al nuovo testo unico.
Testo Unico che consiste in un set di obblighi di servizio di qualità contrattuale e tecnica del servizio di gestione dei rifiuti urbani, minimi ed omogenei per tutte le gestioni del Paese, affiancati da indicatori e relativi standard generali, differenziati a seconda del livello qualitativo effettivo di partenza definito in base alle prestazioni previste nei contratti di servizio e/o nelle carte della qualità vigenti.
Sono questi gli obiettivi del ‘testo unico per la regolazione della qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani’ (tqrif), approvato dall’Arera con la delibera 15/2022/r/rif.
Nuovi standard minimi tecnici e contrattuali che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2023, ma per i quali la regolazione obbliga gli enti territorialmente competenti a scegliere, entro il prossimo 31 marzo 2022, uno dei quattro schemi regolatori previsti (da minimo ad avanzato), in base al livello di servizio effettivo di partenza, individuando i costi eventualmente connessi all’adeguamento agli obblighi all’interno del piano economico finanziario (pef) 2022-2025.

FONTE: Comunicato Stampa

Le misure contenute nel decreto energia

Le novità del decreto Energia prevedono innanzitutto un contributo straordinario per le imprese energivore basato sul credito d’imposta che riguarda solo le aziende che hanno subito un incremento del costo per KWh superiore al 30 per cento nel 2019. In questo caso il credito di imposta è pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2022. Il tutto per 700 milioni di euro di maggiori oneri.

Taglio in arrivo per gli oneri di sistema delle bollette
Arriva un nuovo taglio per le bollette nel secondo trimestre del 2022: la bozza di provvedimento prevede che Arera annulli “le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW. A tal fine, sono trasferite alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA), entro il 31 maggio 2022, ulteriori risorse pari a 1.800 milioni di euro”. Per ridurre gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico, l’ARERA provvede ad annullare, per il secondo trimestre 2022, anche “le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico. A tal fine, sono trasferite alla CSEA, entro il 31 maggio 2022, ulteriori risorse pari a 1.200 milioni di euro”.

Riduzione dell’iva e degli oneri generali nel settore del gas
Le somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali “contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di aprile, maggio e giugno 2022, sono assoggettate all’aliquota IVA del 5 per cento”. Inoltre, “qualora le somministrazioni di cui al primo periodo siano contabilizzate sulla base di consumi stimati, l’aliquota IVA del 5 per cento si applica anche alla differenza derivante dagli importi ricalcolati sulla base dei consumi effettivi riferibili, anche percentualmente, ai mesi di aprile, maggio e giugno 2022”. In questo caso il costo è calcolato in 591 mln. Per il secondo trimestre del 2022 “gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore del gas naturale, l’ARERA provvede a ridurre, per il medesimo trimestre, le aliquote relative agli oneri generali di sistema per il settore del gas fino a concorrenza dell’importo di 480 milioni di euro”.

Rafforzamento del bonus sociale elettrico e gas
Per il secondo trimestre dell’anno 2022 le agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati e ai clienti domestici in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale “sono rideterminate dall’ARERA, al fine di minimizzare gli incrementi della spesa per la fornitura, previsti per il secondo trimestre 2022, fino a concorrenza dell’importo di 500 milioni di euro”.

Le liti extracondominiali

violenza in casa

Vivere in condominio non è per nulla facile. Se i problemi esulano dai comportamenti indicati nel regolamento condominiale, si entra nel campo delle controversie tra i vicini.
I comportamenti che con maggior frequenza provocano tensioni e veri e propri scontri tra vicini di casa sono solitamente relativi ai rumori e alle immissioni.
Se per i primi è chiaro cosa si intenda, per le immissioni si tratta generalmente di odori, vapori, e simili.
Secondo la giurisprudenza chi può innescare il giudizio è soltanto colui che ritiene di essere molestato, sia che si tratti del proprietario dell’immobile sia che si tratti dell’inquilino.
Per i disturbi che provengono da un’attività commerciale o artigianale, il primo passo è rivolgersi all’Asl o alla polizia municipale. Se però questo non basta, bisogna ricorrere al giudice.
Sempre meglio, comunque, prima di andare in giudizio, avvisare il disturbatore con una raccomandata a/r, nella quale si invita a porre fine ai disturbi.
Il giudice ha poteri molto ampi: se i rumori o le immissioni derivano da una attività commerciale o artigianale può anche chiuderla e disporre il risarcimento del danno.

Su quali parametri decide il giudice
Anzitutto i regolamenti comunali e le norme di legge (come quelle sull’inquinamento acustico).
Queste però sono solo le basi di partenza. Il rispetto della norma generale non impedisce infatti che le immissioni formalmente in regola siano comunque fonte di disturbo e intollerabili per i vicini.
Soprattutto nei rapporti tra privati, la tollerabilità di rumori e odori deve essere stabilita di caso in caso, tenendo conto degli aspetti particolari di luoghi e situazioni. In pratica, l’unico modo con cui il giudice può capirci davvero qualcosa è ricorrere a una consulenza tecnica di ufficio.
Per i rumori è relativamente facile: generalmente si tratta di confrontare la media dell’intensità del rumore di fondo con quello delle immissioni: se supera i tre decibel il risultato è di solito ritenuto intollerabile.
Per gli odori, invece, diventa tutto più difficile e spesso bisogna basarsi anche sulle dichiarazioni di testimoni.

Se il civile diventa penale
Generalmente le molestie condominiali rimangono confinate nell’ambito della giustizia civile. Alcuni articoli del codice penale prevedono però reati che la giurisprudenza che si è accumulata nel corso degli anni ha ritenuto poter applicare anche nell’ambito delle banali liti tra vicini. Vediamo qualche esempio qui di seguito.
Arresto fino a un mese o ammenda di 206 euro sono le pene che possono essere applicate a chi getta mozziconi di sigarette, detersivi corrosivi e cenere sul balcone del vicino. Il reato commesso viene definito “getto pericoloso di cose”.
L’ingiuria non è più un reato anche se può essere facilmente commessa nel corso delle liti. Dire al vicino di posto auto che “fa schifo” o mandarlo pesantemente “aff…”, magari perché nel parcheggiare la vettura ha invaso il vostro spazio, viola il rispetto dovuto nei rapporti di vicinato e dà diritto a un risarcimento del danno. Quindi, anche se le frasi volgari sono in fin dei conti entrate ormai nel linguaggio comune, usarle al fine di mostrare disprezzo verso l’interlocutore danneggia l’onore e il decoro della parte, causando l’ingiuria; al termine del processo civile il giudice può infliggere una multa.
Evitate anche di spettegolare sui vicini: un condomino che ha diffuso la notizia di una presunta tresca di una vicina ha visto condannata la sua incapacità di tener chiusa la bocca. Il reato contestato è stato “diffamazione”.
Farsi giustizia da sé è una cattiva idea: due coniugi esasperati dai rumori e dalle immissioni moleste di un panificio hanno pensato di vendicarsi gettando acqua sul negozio. Risultato: condanna penale per molestie.
Lo stesso reato è stato contestato a una donna che, per vendicarsi di vecchi rancori, lavava il pianerottolo comune con detersivi che causavano allergia alla vicina. La pena è stata un’ammenda di 100 euro, oltre al pagamento di mille euro alla cassa delle ammende e delle spese processuali alla parte civile.

Attenti allo stalking condominiale
Identica sorte con condanna per molestie ha subito chi aveva preso di mira una coppia di vicini, disturbandoli dalle finestre e irridendoli quando li incontrava sulle scale. Se le molestie e le minacce vengono reiterate nel tempo diventano atti persecutori. Un fenomeno meglio noto come stalking. In questo caso niente ammenda: la pena è la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Gli atti persecutori non devono essere diretti necessariamente a una stessa persona: i giudici di cassazione hanno condannato per stalking un maniaco che aveva preso di mira i condomini di un intero edificio.

Bacheca condominiale: non è una gogna
Le bacheche condominiali servono a trasmettere comunicazioni riguardanti tutto il condominio e non singoli condomini.
Detta così sembra banale, ma la giurisprudenza della Corte di cassazione ci ha tenuto a sottolineare che la bacheca non può diventare una sorta di gogna, dove indicare a lettere scarlatte nome e cognome dei condomini morosi.
Secondo la Suprema corte, se la decisione dell’assemblea di considerare morosi alcuni condomini viene resa nota in un luogo accessibile non solo agli abitanti del condominio ma anche ad altri soggetti estranei, si cade nel reato di diffamazione.
L’amministratore, invece, ha il dovere di comunicare il nome dei morosi ai creditori del condominio non ancora soddisfatti che ne facciano richiesta.
Anche il Garante della privacy segue la stessa linea, sottolineando che l’eventuale morosità non deve essere portata a conoscenza all’esterno del condominio. La stessa però deve essere comunicata dall’amministratore nel rendiconto annuale destinato ai condomini o su richiesta di uno di questi.
In questi casi, la trasparenza condominiale prevale e il moroso non può appellarsi alla tutela della propria privacy per impedire che l’informazione venga data agli altri abitanti del palazzo.

FONTE: La Legge per Tutti

Liti in condominio: se il vicino di casa dà fastidio

Bonus verde 2022: la detrazione per giardini e terrazze

La Legge di bilancio 2022 ha confermato anche per il 2022 il “bonus verde”, l’agevolazione fiscale per gli interventi straordinari di sistemazione di terrazzi, giardini e aree scoperte di pertinenza, con la messa a dimora di alberi e piante. Interessati sia i proprietari degli immobili, sia eventuali inquilini. Il bonus spetta anche nel caso di interventi realizzati nei condomìni.
L’agevolazione era stata introdotta con la legge di bilancio 2018 (articolo 1, comma 12 della Legge n. 205 del 2017). Si tratta di una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la sistemazione di giardini, terrazzi, coperture, entro un limite massimo di spesa di 5.000 euro per ogni unità immobiliare, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo. In tutto, dunque, una detrazione massima di 1.800 Euro, con rate da 180 euro).

Il piano europeo per l’indipendenza energetica dalla Russia

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione Europea ha proposto un piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi prima del 2030, a cominciare dal gas. Il piano delinea anche una serie di misure per rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa e per ricostituire le scorte di gas per il prossimo inverno.

IL PIANO REPOWEREU
L’Europa sta affrontando un aumento dei prezzi dell’energia da diversi mesi, ma ora l’incertezza sull’offerta sta inasprendo il problema. Il piano REPowerEU cercherà di diversificare le forniture di gas, accelerare l’introduzione di gas rinnovabili e sostituire il gas nel riscaldamento e nella produzione di energia. Queste misure, entro la fine dell’anno, potranno ridurre la domanda dell’UE di gas russo di due terzi.

COSA FARE PER I PREZZI DELL’ENERGIA
L’“Energy Prices Toolbox” della Commissione Europea dello scorso ottobre ha aiutato gli Stati membri a mitigare l’impatto dei prezzi elevati sui consumatori vulnerabili e resta un quadro importante per le misure nazionali. Oggi la Commissione ha presentato degli ulteriori orientamenti, confermando la possibilità di regolamentare i prezzi in circostanze eccezionali e stabilendo come gli Stati membri possono ridistribuire ai consumatori le entrate derivanti dai profitti del settore energetico e dallo scambio di quote di emissione.

LA NORMA SUGLI AIUTI DI STATO
Le norme UE sugli aiuti di Stato offrono inoltre delle opzioni per fornire sostegno a breve termine alle imprese colpite da prezzi elevati dell’energia e contribuiscono a ridurre la loro esposizione alla volatilità dei prezzi a medio e lungo termine. A seguito di una consultazione sulle modifiche mirate degli orientamenti sugli aiuti di Stato del sistema di scambio di quote di emissione, la Commissione consulterà anche gli Stati membri sull’esigenza di un nuovo quadro temporaneo di crisi in materia di aiuti di Stato, per concedere aiuti alle imprese colpite dalla crisi, in particolare coloro che devono affrontare costi energetici elevati.

DOSSIER STOCCAGGI GAS
La Commissione vuole presentare entro aprile una proposta legislativa che prevede che lo stoccaggio sotterraneo del gas in tutta l’UE sia riempito almeno fino al 90% della sua capacità entro il 1° ottobre di ogni anno. La proposta comporterà il monitoraggio e l’applicazione dei livelli di riempimento e integrerà accordi di solidarietà tra gli Stati membri. La Commissione prosegue la sua indagine sul mercato del gas in risposta alle preoccupazioni circa le potenziali distorsioni della concorrenza da parte degli operatori, in particolare Gazprom.
Per far fronte all’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, la Commissione esaminerà tutte le possibili opzioni per misure di emergenza volte a limitare “l’effetto contagio” dei prezzi del gas sui prezzi dell’elettricità – come dei limiti di prezzo temporanei – e valuterà anche delle opzioni per ottimizzare la progettazione del mercato elettrico tenendo conto della relazione finale della Agency for the Cooperation of Energy Regulators (ACER) e di altri contributi sui vantaggi e gli svantaggi dei meccanismi di tariffazione alternativi per mantenere l’elettricità accessibile, senza interrompere la fornitura e ulteriori investimenti nella transizione verde.

GNL, FORNITORI ALTERNATIVI, ELETTRIFICAZIONE, IDROGENO
L’eliminazione graduale della nostra dipendenza dai combustibili fossili della Russia può essere realizzata anche prima del 2030. A tal fine, la Commissione propone di sviluppare un piano REPowerEU che aumenterà la resilienza del sistema energetico a livello europeo basato su due pilastri: diversificare l’approvvigionamento di gas, tramite maggiori importazioni di GNL e gasdotti da fornitori non russi e maggiori volumi di produzione e importazioni di biometano e idrogeno rinnovabile; e riducendo più rapidamente l’uso di combustibili fossili nelle nostre case, edifici, industria e sistema elettrico, aumentando l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e l’elettrificazione.

SPINTA ALLA DIVERSIFICAZIONE
Una fornitura di GNL senza precedenti all’UE nel gennaio 2022 ha garantito la sicurezza dell’approvvigionamento di gas per questo inverno. L’UE potrebbe importare 50 miliardi di metri cubi in più di GNL (ad esempio da Qatar, USA, Egitto, Africa occidentale) su base annua. La diversificazione delle fonti dei tubi (ad es. Azerbaigian, Algeria, Norvegia) potrebbe portare a ulteriori 10 miliardi di metri cubi di risparmio annuo sulle importazioni di gas russe.
La Commissione valuterà in via prioritaria se sono necessari misure e investimenti nelle infrastrutture e nelle interconnessioni del gas pronte per l’idrogeno per superare le strozzature per il pieno utilizzo della capacità di GNL.
Raddoppiare l’obiettivo di Fit for 55 per il biometano porterebbe alla produzione di 35 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2030. A tal fine, i piani strategici del CAP degli Stati membri dovrebbero convogliare finanziamenti per il biometano prodotto da fonti sostenibili di biomassa, compresi i rifiuti agricoli e residui.

GLI OBIETTIVI SULL’IDROGENO VERDE
Altri 15 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile in aggiunta alle 5,6 tonnellate previsti nell’ambito della Fit for 55 possono sostituire 25-50 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo importato entro il 2030. Questo sarebbe costituito da ulteriori 10 tonnellate di idrogeno importato da diversi fonti e altri 5 mt di idrogeno prodotte in Europa, andando oltre gli obiettivi della strategia UE sull’idrogeno e massimizzando la produzione nazionale di idrogeno. Anche altre forme di idrogeno esente da fossili, in particolare a base nucleare, svolgono un ruolo nella sostituzione del gas naturale.
La Commissione svilupperà ulteriormente il quadro normativo per promuovere un mercato europeo dell’idrogeno e sosterrà lo sviluppo di un’infrastruttura integrata per il gas e l’idrogeno, impianti di stoccaggio dell’idrogeno e infrastrutture portuali. La nuova infrastruttura transfrontaliera dovrebbe essere compatibile con l’idrogeno. La Commissione valuterà in via prioritaria la notifica degli aiuti di Stato per i progetti relativi all’idrogeno e si impegna a completare la valutazione dei primi importanti progetti di comune interesse europeo sull’idrogeno entro 6 settimane dalla presentazione da parte degli Stati membri partecipanti di una notifica completa. L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di consentire il completamento della valutazione entro l’estate.
Inoltre, la Commissione sosterrà progetti pilota sulla produzione e il trasporto di idrogeno rinnovabile nel vicinato dell’UE – a partire da un partenariato mediterraneo per l’idrogeno verde – e lavorerà anche con i partner per concludere partnership per l’idrogeno verde e con l’industria per creare un impianto europeo globale per l’idrogeno, aumentando l’accesso degli Stati membri all’idrogeno rinnovabile a prezzi accessibili.

SPINTA SULLE RINNOVABILI
Fit for 55 prevede di raddoppiare la capacità fotovoltaica ed eolica dell’UE entro il 2025 e di triplicarla entro il 2030, con un risparmio di 170 miliardi di metri cubi di gas all’anno entro il 2030. Accelerando l’implementazione dei sistemi solari fotovoltaici sui tetti fino a 15 TWh, quest’anno l’UE potrebbe risparmiare ulteriori 2,5 miliardi di metri cubi di gas.
A giungo la Commissione presenterà una comunicazione sull’energia solare con l’obiettivo di contribuire a sbloccare il potenziale di questa energia come principale fonte di energia rinnovabile nell’UE. Sulla base di un’analisi dello stato di avanzamento dell’energia solare in UE, la strategia proporrà un’iniziativa europea sui tetti solari, che identificherà gli ostacoli, proporrà misure per accelerare l’introduzione e garantire che il pubblico possa trarre pieno vantaggio di energia solare sul tetto.
La Commissione contribuirà a sviluppare ulteriormente la catena del valore dell’energia solare ed eolica e delle pompe di calore, rafforzando anche la competitività dell’UE e affrontando le dipendenze strategiche. Se necessario per attirare investimenti privati sufficienti, le misure includeranno l’incanalamento dei finanziamenti dell’UE verso le tecnologie di prossima generazione, la mobilitazione di InvestEU o del sostegno degli Stati membri.

RIQUALIFICAZIONE DELLA FORZA-LAVORO
Particolare attenzione sarà riservata all’accelerazione degli investimenti in riqualificazione e riqualificazione della forza lavoro, essenziali per sostenere la trasformazione. La Commissione, gli Stati membri e l’industria dovranno continuare a monitorare da vicino l’approvvigionamento di materie prime critiche e di altro tipo, promuovere partenariati strategici per garantire gli approvvigionamenti e prendere in considerazione l’adozione di altre azioni, come lo stoccaggio strategico, se necessario.

IL CONTRIBUTO DELLE POMPE DI CALORE
Raddoppiando il ritmo annuale pianificato di diffusione delle pompe di calore nella prima metà di questo periodo, l’UE raggiungerebbe 10 milioni di pompe di calore installate nei prossimi cinque anni. Ciò farebbe risparmiare 12 miliardi di metri cubi ogni 10 milioni di pompe di calore installate dalle famiglie. La rapida diffusione sul mercato delle pompe di calore richiederà un rapido potenziamento dell’intera catena di approvvigionamento e sarà accompagnata da misure volte a promuovere il rinnovamento degli edifici e l’ammodernamento del sistema di teleriscaldamento. Oltre ai progetti di case ed edifici, l’approvvigionamento energetico basato su energia eolica, solare e altre fonti a basse emissioni per la produzione di energia ridurrà anche la nostra dipendenza dal gas.

LA DECARBONIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA
Il piano REPowerUE potrà accelerare la diffusione di soluzioni innovative basate sull’idrogeno e di elettricità rinnovabile a costi competitivi nei settori industriali. La Commissione porterà avanti l’attuazione del Fondo per l’innovazione per sostenere il passaggio all’elettrificazione e all’idrogeno, anche attraverso un regime a livello UE per contratti di emissione di carbonio per differenza, e per migliorare le capacità di produzione UE per attrezzature innovative a zero e basse emissioni di anidride carbonica, come elettrolizzatori, solare/eolico di nuova generazione e altre tecnologie.
La piena attuazione delle proposte del “Fit for 55” ridurrebbe già del 30% il nostro consumo annuo di gas fossile, pari a 100 miliardi di metri cubi, entro il 2030. Con le misure del piano REPowerEU potremmo rimuovere gradualmente almeno 155 miliardi di metri cubi di consumo di gas fossile, equivalente al volume importato dalla Russia nel 2021. Quasi due terzi di questa riduzione possono essere raggiunti entro un anno, ponendo fine all’eccessiva dipendenza dell’UE da un unico fornitore. La Commissione propone di collaborare con gli Stati membri per individuare i progetti più idonei a raggiungere questi obiettivi, basandosi sull’ampio lavoro già svolto sui piani nazionali per la ripresa e la resilienza.

L’ENERGY PRICES TOOLBOX
La nuova realtà geopolitica e del mercato energetico ci impone di accelerare drasticamente la transizione verso l’energia pulita e aumentare l’indipendenza energetica dell’Europa da fornitori inaffidabili e combustibili fossili volatili. Dopo l’invasione dell’Ucraina, le ragioni per una rapida transizione verso l’energia pulita non sono mai state così forti e chiare. L’UE importa il 90% del proprio consumo di gas, con la Russia che fornisce circa il 45% delle importazioni, a livelli variabili tra gli Stati membri. La Russia rappresenta anche circa il 25% delle importazioni di petrolio e il 45% di quelle di carbone.
L’ “Energy Prices Toolbox” dell’ottobre 2021 ha aiutato i cittadini e le imprese a far fronte ai prezzi elevati dell’energia negli ultimi mesi, con 25 Stati membri che hanno adottato misure in linea con il pacchetto di strumenti che stanno già alleggerendo le bollette energetiche per oltre 70 milioni di clienti domestici e diversi milioni di micro, piccole e medie imprese.

COLLABORAZIONE CON I BALCANI E NON SOLO
La Commissione continua a collaborare con i vicini ei partner nei Balcani occidentali e nella Comunità dell’energia, che condividono la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili e l’esposizione agli aumenti dei prezzi, pur essendosi impegnati per gli stessi obiettivi climatici a lungo termine. Per Ucraina, Moldova e Georgia, l’UE è pronta a fornire sostegno per garantire energia affidabile e sostenibile. Lo sforzo in corso per provvedere a una sincronizzazione di emergenza delle reti elettriche ucraine e moldave con la rete dell’Europa continentale è un chiaro segno di questo impegno.

COSA DICE TIMMERMANS
Secondo il vicepresidente della Commissione Europea, Frank Timmermans, “con il piano presentato oggi possiamo dare nuova forza all’Europa. Il Fit For 55 ridurrà il consumo di gas del 30% entro il 2030 e questo significa 100 mld di mc di gas di cui non avremo più bisogno. Entro la fine dell’anno possiamo sostituire 100 mld di m3 di importazioni dalla Russia, ossia 2/3, per porre fine alla nostra eccessiva dipendenza e questo ci darà maggiore spazio di manovra. Il piano si basa su un duplice binario: da una parte andremo a diversificare l’approvvigionamento cercando nuove fonti per sostituire 60 mld di mc e concentrandoci sul biometano possiamo sostituire altri 18 mld di mc aiutando i nostri agricoltori a diventare produttori energetici. Potremo aumentare anche l’importazione di idrogeno rinnovabile e questo consentirà di sviluppare una infrastruttura interconnessa che ci consentirà di fornire idrogeno sostenibile in grado di sostituire 60 mld di mc di gas russo”.

COSA DICE SIMSON
Per la commissaria UE all’Energia, Kadri Simson, “dobbiamo muoverci velocemente e ridurre la nostra pericolosa dipendenza dai combustibili fossili russi. L’urgenza di rinunciare al gas russo è percepita in maniera più forte in alcuni Stati rispetto ad altri. Dobbiamo proteggere concittadini e aziende dai prezzi in crescita a causa del Covid e ora del conflitto in Ucraina. Ad ottobre abbiamo adottato una serie di misure per regolare i prezzi dell’elettricità per settore adottate da tutti gli Stati membri, ma ora non sono più sufficienti. Si può considerare di tassare i profitti dei prezzi dell’energia elevati e si possono usare anche gli introiti per sostenere i consumatori. Pensiamo che gli stoccaggi debbano essere pieni quando si provvederà ad aprile, ad almeno il 90% considerandoli come infrastrutture strategiche. Altra linea d’azione è ridurre la dipendenza da gas, che significa solare sui tetti, più rinnovabili, più risparmio energetico. Non possiamo pensare però alle rinnovabili se ottenere una licenza per costruire un parco eolico richiede 7 anni. Questi impianti devono essere considerati come di primario interesse pubblico e proporremo che gli Stati membri designino aree adeguate per i progetti pubblicando una raccomandazione per facilitare il rilascio dei permessi”.

Articolo pubblicato su “Energia Oltre”