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Il piano europeo per l’indipendenza energetica dalla Russia

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, la Commissione Europea ha proposto un piano per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi prima del 2030, a cominciare dal gas. Il piano delinea anche una serie di misure per rispondere all’aumento dei prezzi dell’energia in Europa e per ricostituire le scorte di gas per il prossimo inverno.

IL PIANO REPOWEREU
L’Europa sta affrontando un aumento dei prezzi dell’energia da diversi mesi, ma ora l’incertezza sull’offerta sta inasprendo il problema. Il piano REPowerEU cercherà di diversificare le forniture di gas, accelerare l’introduzione di gas rinnovabili e sostituire il gas nel riscaldamento e nella produzione di energia. Queste misure, entro la fine dell’anno, potranno ridurre la domanda dell’UE di gas russo di due terzi.

COSA FARE PER I PREZZI DELL’ENERGIA
L’“Energy Prices Toolbox” della Commissione Europea dello scorso ottobre ha aiutato gli Stati membri a mitigare l’impatto dei prezzi elevati sui consumatori vulnerabili e resta un quadro importante per le misure nazionali. Oggi la Commissione ha presentato degli ulteriori orientamenti, confermando la possibilità di regolamentare i prezzi in circostanze eccezionali e stabilendo come gli Stati membri possono ridistribuire ai consumatori le entrate derivanti dai profitti del settore energetico e dallo scambio di quote di emissione.

LA NORMA SUGLI AIUTI DI STATO
Le norme UE sugli aiuti di Stato offrono inoltre delle opzioni per fornire sostegno a breve termine alle imprese colpite da prezzi elevati dell’energia e contribuiscono a ridurre la loro esposizione alla volatilità dei prezzi a medio e lungo termine. A seguito di una consultazione sulle modifiche mirate degli orientamenti sugli aiuti di Stato del sistema di scambio di quote di emissione, la Commissione consulterà anche gli Stati membri sull’esigenza di un nuovo quadro temporaneo di crisi in materia di aiuti di Stato, per concedere aiuti alle imprese colpite dalla crisi, in particolare coloro che devono affrontare costi energetici elevati.

DOSSIER STOCCAGGI GAS
La Commissione vuole presentare entro aprile una proposta legislativa che prevede che lo stoccaggio sotterraneo del gas in tutta l’UE sia riempito almeno fino al 90% della sua capacità entro il 1° ottobre di ogni anno. La proposta comporterà il monitoraggio e l’applicazione dei livelli di riempimento e integrerà accordi di solidarietà tra gli Stati membri. La Commissione prosegue la sua indagine sul mercato del gas in risposta alle preoccupazioni circa le potenziali distorsioni della concorrenza da parte degli operatori, in particolare Gazprom.
Per far fronte all’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, la Commissione esaminerà tutte le possibili opzioni per misure di emergenza volte a limitare “l’effetto contagio” dei prezzi del gas sui prezzi dell’elettricità – come dei limiti di prezzo temporanei – e valuterà anche delle opzioni per ottimizzare la progettazione del mercato elettrico tenendo conto della relazione finale della Agency for the Cooperation of Energy Regulators (ACER) e di altri contributi sui vantaggi e gli svantaggi dei meccanismi di tariffazione alternativi per mantenere l’elettricità accessibile, senza interrompere la fornitura e ulteriori investimenti nella transizione verde.

GNL, FORNITORI ALTERNATIVI, ELETTRIFICAZIONE, IDROGENO
L’eliminazione graduale della nostra dipendenza dai combustibili fossili della Russia può essere realizzata anche prima del 2030. A tal fine, la Commissione propone di sviluppare un piano REPowerEU che aumenterà la resilienza del sistema energetico a livello europeo basato su due pilastri: diversificare l’approvvigionamento di gas, tramite maggiori importazioni di GNL e gasdotti da fornitori non russi e maggiori volumi di produzione e importazioni di biometano e idrogeno rinnovabile; e riducendo più rapidamente l’uso di combustibili fossili nelle nostre case, edifici, industria e sistema elettrico, aumentando l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e l’elettrificazione.

SPINTA ALLA DIVERSIFICAZIONE
Una fornitura di GNL senza precedenti all’UE nel gennaio 2022 ha garantito la sicurezza dell’approvvigionamento di gas per questo inverno. L’UE potrebbe importare 50 miliardi di metri cubi in più di GNL (ad esempio da Qatar, USA, Egitto, Africa occidentale) su base annua. La diversificazione delle fonti dei tubi (ad es. Azerbaigian, Algeria, Norvegia) potrebbe portare a ulteriori 10 miliardi di metri cubi di risparmio annuo sulle importazioni di gas russe.
La Commissione valuterà in via prioritaria se sono necessari misure e investimenti nelle infrastrutture e nelle interconnessioni del gas pronte per l’idrogeno per superare le strozzature per il pieno utilizzo della capacità di GNL.
Raddoppiare l’obiettivo di Fit for 55 per il biometano porterebbe alla produzione di 35 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2030. A tal fine, i piani strategici del CAP degli Stati membri dovrebbero convogliare finanziamenti per il biometano prodotto da fonti sostenibili di biomassa, compresi i rifiuti agricoli e residui.

GLI OBIETTIVI SULL’IDROGENO VERDE
Altri 15 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile in aggiunta alle 5,6 tonnellate previsti nell’ambito della Fit for 55 possono sostituire 25-50 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo importato entro il 2030. Questo sarebbe costituito da ulteriori 10 tonnellate di idrogeno importato da diversi fonti e altri 5 mt di idrogeno prodotte in Europa, andando oltre gli obiettivi della strategia UE sull’idrogeno e massimizzando la produzione nazionale di idrogeno. Anche altre forme di idrogeno esente da fossili, in particolare a base nucleare, svolgono un ruolo nella sostituzione del gas naturale.
La Commissione svilupperà ulteriormente il quadro normativo per promuovere un mercato europeo dell’idrogeno e sosterrà lo sviluppo di un’infrastruttura integrata per il gas e l’idrogeno, impianti di stoccaggio dell’idrogeno e infrastrutture portuali. La nuova infrastruttura transfrontaliera dovrebbe essere compatibile con l’idrogeno. La Commissione valuterà in via prioritaria la notifica degli aiuti di Stato per i progetti relativi all’idrogeno e si impegna a completare la valutazione dei primi importanti progetti di comune interesse europeo sull’idrogeno entro 6 settimane dalla presentazione da parte degli Stati membri partecipanti di una notifica completa. L’obiettivo comune dovrebbe essere quello di consentire il completamento della valutazione entro l’estate.
Inoltre, la Commissione sosterrà progetti pilota sulla produzione e il trasporto di idrogeno rinnovabile nel vicinato dell’UE – a partire da un partenariato mediterraneo per l’idrogeno verde – e lavorerà anche con i partner per concludere partnership per l’idrogeno verde e con l’industria per creare un impianto europeo globale per l’idrogeno, aumentando l’accesso degli Stati membri all’idrogeno rinnovabile a prezzi accessibili.

SPINTA SULLE RINNOVABILI
Fit for 55 prevede di raddoppiare la capacità fotovoltaica ed eolica dell’UE entro il 2025 e di triplicarla entro il 2030, con un risparmio di 170 miliardi di metri cubi di gas all’anno entro il 2030. Accelerando l’implementazione dei sistemi solari fotovoltaici sui tetti fino a 15 TWh, quest’anno l’UE potrebbe risparmiare ulteriori 2,5 miliardi di metri cubi di gas.
A giungo la Commissione presenterà una comunicazione sull’energia solare con l’obiettivo di contribuire a sbloccare il potenziale di questa energia come principale fonte di energia rinnovabile nell’UE. Sulla base di un’analisi dello stato di avanzamento dell’energia solare in UE, la strategia proporrà un’iniziativa europea sui tetti solari, che identificherà gli ostacoli, proporrà misure per accelerare l’introduzione e garantire che il pubblico possa trarre pieno vantaggio di energia solare sul tetto.
La Commissione contribuirà a sviluppare ulteriormente la catena del valore dell’energia solare ed eolica e delle pompe di calore, rafforzando anche la competitività dell’UE e affrontando le dipendenze strategiche. Se necessario per attirare investimenti privati sufficienti, le misure includeranno l’incanalamento dei finanziamenti dell’UE verso le tecnologie di prossima generazione, la mobilitazione di InvestEU o del sostegno degli Stati membri.

RIQUALIFICAZIONE DELLA FORZA-LAVORO
Particolare attenzione sarà riservata all’accelerazione degli investimenti in riqualificazione e riqualificazione della forza lavoro, essenziali per sostenere la trasformazione. La Commissione, gli Stati membri e l’industria dovranno continuare a monitorare da vicino l’approvvigionamento di materie prime critiche e di altro tipo, promuovere partenariati strategici per garantire gli approvvigionamenti e prendere in considerazione l’adozione di altre azioni, come lo stoccaggio strategico, se necessario.

IL CONTRIBUTO DELLE POMPE DI CALORE
Raddoppiando il ritmo annuale pianificato di diffusione delle pompe di calore nella prima metà di questo periodo, l’UE raggiungerebbe 10 milioni di pompe di calore installate nei prossimi cinque anni. Ciò farebbe risparmiare 12 miliardi di metri cubi ogni 10 milioni di pompe di calore installate dalle famiglie. La rapida diffusione sul mercato delle pompe di calore richiederà un rapido potenziamento dell’intera catena di approvvigionamento e sarà accompagnata da misure volte a promuovere il rinnovamento degli edifici e l’ammodernamento del sistema di teleriscaldamento. Oltre ai progetti di case ed edifici, l’approvvigionamento energetico basato su energia eolica, solare e altre fonti a basse emissioni per la produzione di energia ridurrà anche la nostra dipendenza dal gas.

LA DECARBONIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA
Il piano REPowerUE potrà accelerare la diffusione di soluzioni innovative basate sull’idrogeno e di elettricità rinnovabile a costi competitivi nei settori industriali. La Commissione porterà avanti l’attuazione del Fondo per l’innovazione per sostenere il passaggio all’elettrificazione e all’idrogeno, anche attraverso un regime a livello UE per contratti di emissione di carbonio per differenza, e per migliorare le capacità di produzione UE per attrezzature innovative a zero e basse emissioni di anidride carbonica, come elettrolizzatori, solare/eolico di nuova generazione e altre tecnologie.
La piena attuazione delle proposte del “Fit for 55” ridurrebbe già del 30% il nostro consumo annuo di gas fossile, pari a 100 miliardi di metri cubi, entro il 2030. Con le misure del piano REPowerEU potremmo rimuovere gradualmente almeno 155 miliardi di metri cubi di consumo di gas fossile, equivalente al volume importato dalla Russia nel 2021. Quasi due terzi di questa riduzione possono essere raggiunti entro un anno, ponendo fine all’eccessiva dipendenza dell’UE da un unico fornitore. La Commissione propone di collaborare con gli Stati membri per individuare i progetti più idonei a raggiungere questi obiettivi, basandosi sull’ampio lavoro già svolto sui piani nazionali per la ripresa e la resilienza.

L’ENERGY PRICES TOOLBOX
La nuova realtà geopolitica e del mercato energetico ci impone di accelerare drasticamente la transizione verso l’energia pulita e aumentare l’indipendenza energetica dell’Europa da fornitori inaffidabili e combustibili fossili volatili. Dopo l’invasione dell’Ucraina, le ragioni per una rapida transizione verso l’energia pulita non sono mai state così forti e chiare. L’UE importa il 90% del proprio consumo di gas, con la Russia che fornisce circa il 45% delle importazioni, a livelli variabili tra gli Stati membri. La Russia rappresenta anche circa il 25% delle importazioni di petrolio e il 45% di quelle di carbone.
L’ “Energy Prices Toolbox” dell’ottobre 2021 ha aiutato i cittadini e le imprese a far fronte ai prezzi elevati dell’energia negli ultimi mesi, con 25 Stati membri che hanno adottato misure in linea con il pacchetto di strumenti che stanno già alleggerendo le bollette energetiche per oltre 70 milioni di clienti domestici e diversi milioni di micro, piccole e medie imprese.

COLLABORAZIONE CON I BALCANI E NON SOLO
La Commissione continua a collaborare con i vicini ei partner nei Balcani occidentali e nella Comunità dell’energia, che condividono la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili e l’esposizione agli aumenti dei prezzi, pur essendosi impegnati per gli stessi obiettivi climatici a lungo termine. Per Ucraina, Moldova e Georgia, l’UE è pronta a fornire sostegno per garantire energia affidabile e sostenibile. Lo sforzo in corso per provvedere a una sincronizzazione di emergenza delle reti elettriche ucraine e moldave con la rete dell’Europa continentale è un chiaro segno di questo impegno.

COSA DICE TIMMERMANS
Secondo il vicepresidente della Commissione Europea, Frank Timmermans, “con il piano presentato oggi possiamo dare nuova forza all’Europa. Il Fit For 55 ridurrà il consumo di gas del 30% entro il 2030 e questo significa 100 mld di mc di gas di cui non avremo più bisogno. Entro la fine dell’anno possiamo sostituire 100 mld di m3 di importazioni dalla Russia, ossia 2/3, per porre fine alla nostra eccessiva dipendenza e questo ci darà maggiore spazio di manovra. Il piano si basa su un duplice binario: da una parte andremo a diversificare l’approvvigionamento cercando nuove fonti per sostituire 60 mld di mc e concentrandoci sul biometano possiamo sostituire altri 18 mld di mc aiutando i nostri agricoltori a diventare produttori energetici. Potremo aumentare anche l’importazione di idrogeno rinnovabile e questo consentirà di sviluppare una infrastruttura interconnessa che ci consentirà di fornire idrogeno sostenibile in grado di sostituire 60 mld di mc di gas russo”.

COSA DICE SIMSON
Per la commissaria UE all’Energia, Kadri Simson, “dobbiamo muoverci velocemente e ridurre la nostra pericolosa dipendenza dai combustibili fossili russi. L’urgenza di rinunciare al gas russo è percepita in maniera più forte in alcuni Stati rispetto ad altri. Dobbiamo proteggere concittadini e aziende dai prezzi in crescita a causa del Covid e ora del conflitto in Ucraina. Ad ottobre abbiamo adottato una serie di misure per regolare i prezzi dell’elettricità per settore adottate da tutti gli Stati membri, ma ora non sono più sufficienti. Si può considerare di tassare i profitti dei prezzi dell’energia elevati e si possono usare anche gli introiti per sostenere i consumatori. Pensiamo che gli stoccaggi debbano essere pieni quando si provvederà ad aprile, ad almeno il 90% considerandoli come infrastrutture strategiche. Altra linea d’azione è ridurre la dipendenza da gas, che significa solare sui tetti, più rinnovabili, più risparmio energetico. Non possiamo pensare però alle rinnovabili se ottenere una licenza per costruire un parco eolico richiede 7 anni. Questi impianti devono essere considerati come di primario interesse pubblico e proporremo che gli Stati membri designino aree adeguate per i progetti pubblicando una raccomandazione per facilitare il rilascio dei permessi”.

Articolo pubblicato su “Energia Oltre”

Cosa si intende per condominio minimo

Con il termine condominio minimo si intende un edificio con unità immobiliari di proprietà di due soli distinti soggetti. Le cui parti comuni dell’edificio risultano quindi in comunione tra loro. L’elenco delle parti comuni di un edificio condominiale è dato dall’art 1117 del Codice civile. Sono pertanto considerate parti comuni tutte quelle necessarie all’uso comune e funzionali ai servizi in comune.
Le parti comuni si suddividono in tre categorie: a) struttura dell’edificio: come il suolo, le fondamenta, il tetto, le scale; b) locali adibiti ai servizi in comune: come la portineria o – dove presente – la zona lavanderia; c) le opere destinate all’uso comune, come ascensore, pozzo, impianto a gas.
Il condominio minimo si costituisce automaticamente, senza la necessità che ci sia una delibera dell’assemblea.
Nel condominio minimo non è obbligatoria la nomina di un amministratore condominiale. A livello normativo si applicano le stesse norme che regolano il condominio ordinario. Ovvero: ripartizione delle spese, votazioni in assemblea, millesimi e pagamento delle spese.
Non c’è alcun obbligo di l’apertura di un conto corrente condominiale. Non è necessaria la comunicazione della costituzione all’Agenzia delle Entrate. E quindi neppure dell’attribuzione di un codice fiscale. Non è obbligatoria la redazione di un regolamento condominiale. La costituzione di un condominio minimo non ha alcun costo.
Per l’accesso ad eventuali detrazioni è indispensabile che i documenti di spesa riportino i dati di chi ha pagato e l’indicazione della relativa percentuale. La scelta della fruizione diretta della detrazione, o indiretta, tramite la cessione di credito e/o lo sconto in fattura, dipende esclusivamente da ciascun condomino. In un condominio minimo, è possibile sia pagare ognuno la propria quota al fornitore, sia incaricare uno di loro di effettuare il pagamento totale.
Nel caso della sostituzione dell’impianto di riscaldamento condominiale, è prevista una detrazione pari a un massimo di 30mila euro. Il limite di spesa ammesso al Superbonus è pari a 27.273 euro ed è commisurato all’intervento effettuato sull’edificio.

Gli italiani vogliono case più efficienti

Un nuovo sondaggio di YouGov rivela che gli italiani vogliono comprare e affittare case efficienti dal punto di vista energetico e sono a favore di nuove misure per rendere gli edifici più sostenibili.
Il sondaggio, realizzato per la Fondazione Europea per il Clima (European Climate Foundation), ha intervistato le persone in Italia che intendono affittare o acquistare un immobile nei prossimi 5 anni.
I dati mostrano che gli italiani apprezzano molto le case efficienti dal punto di vista energetico, perché tagliano le bollette e sono migliori per l’ambiente. Inoltre, sia gli affittuari sia i proprietari di case sono d’accordo sulla necessità di una regolamentazione volta a ridurre l’impatto degli edifici sul cambiamento climatico.
In particolare, il 95% degli intervistati ha affermato che per loro è importante comprare o affittare una proprietà che sia efficiente dal punto di vista energetico.
Tuttavia, il parco immobiliare attuale non soddisfa questa domanda. Infatti il 65% degli intervistati afferma che non ci sono molte proprietà efficienti disponibili sul mercato. Gli intervistati che attribuiscono importanza al fatto di avere una casa ad alta efficienza energetica hanno dichiarato che è un vantaggio per l’ambiente (44%) e riduce le bollette energetiche (43%). L’85% degli intervistati sosterrebbe una politica che richiede che tutte le nuove abitazioni siano ad alta efficienza energetica e con sistemi di riscaldamento puliti (cioè non alimentati da combustibili fossili o biomasse non sostenibili). Il 72% dei partecipanti al sondaggio ha detto di essere a favore di una politica che introduca standard minimi di prestazione energetica per gli edifici. Gli intervistati a favore ritengono che tale politica aiuterà a combattere il cambiamento climatico (66%) e protegge da possibili rincari in bolletta (61%). L’88% ha detto che gli Attestati di Prestazione Energetica – un documento che sintetizza la prestazione energetica di un immobile – sono utili. Questo è importante, in quanto il 54% degli intervistati ha detto che trova poca o nessuna informazione sull’efficienza energetica degli edifici da poter esaminare.
Il sondaggio è stato pubblicato solo poche settimane dopo la presentazione della nuova Direttiva Ue sull’efficienza energetica degli edifici. La proposta include l’introduzione di nuovi standard minimi di prestazione energetica a livello dell’UE, che richiederebbero di riqualificare entro il 2033 gli edifici con i maggiori consumi energetici (cioè con classe energetica F e G).
Inoltre, la direttiva propone che a partire dal 2030 tutti i nuovi edifici debbano essere a emissioni zero, cioè consumare poca energia ed essere alimentati da fonti rinnovabili. Bruxelles propone lo stop a incentivi per le caldaie a gas dal 2027 e l’eliminazione dei combustibili fossili nel riscaldamento entro il 2040. Il Parlamento europeo e i governi nazionali dell’UE inizieranno presto i negoziati sul testo prima che diventi legge.

FONTE: Comunicato Stampa Kyoto Club

Contratto di locazione 4+4

affitto casa

La tipologia di contratto di locazione più diffusa è rappresentata dalla formula “4+4” . Viene sottoscritto tra locatore e conduttore e ha una durata stabilita con possibilità di rinnovo. Trattandosi di un contratto d’affitto a canone libero, per legge, non può avere una durata inferiore a 4 anni. Alla prima scadenza, l’accordo tra le parti si rinnova automaticamente per ulteriori 4 anni, per una durata complessiva, quindi, di 8 anni.
Nel dettaglio, il contratto di locazione 4+4 prevede che il rinnovo avvenga tacitamente una volta trascorsi i primi 4 anni, alle stesse condizioni. La disdetta può avvenire per volontà del conduttore, che però deve comunicarlo con un preavviso di almeno 6 mesi. Mentre il proprietario può decidere di non rinnovare dopo i primi 4 anni solo in alcuni casi previsti dalla legge. Anche il proprietario è tenuto al preavviso di almeno 6 mesi.
Il modello del contratto di locazione 4+4 prevede che siano presenti i dati anagrafici di locatore e conduttore, oltre agli estremi catastali dell’immobile e all’Attestato di Prestazione Energetica (APE).
Entro 30 giorni dalla stipula, il contratto di locazione deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate. Il costo grava sul locatore, che può ripartire non più del 50% sul conduttore. In caso di mancato pagamento sono ritenuti responsabili entrambi. Entro e non oltre 60 giorni dalla registrazione il locatore deve comunicare il nuovo contratto all’amministratore di condominio.

Intesa Roma Capitale, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza contro l’evasione

Scambi di informazioni e controlli incrociati per rafforzare la lotta all’evasione fiscale e garantire che i servizi comunali agevolati vengano erogati a chi ne ha effettivamente diritto. Sono alcuni dei punti chiave della nuova convenzione sottoscritta da Roma Capitale con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza. L’intesa, è stata firmata dal sindaco Roberto Gualtieri, dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e dal Comandante Regionale Lazio della Guardia di Finanza Generale di Divisione Virgilio Pomponi. Il protocollo, di durata triennale, rilancia la collaborazione avviata nel 2008 tra Comune di Roma e Amministrazione finanziaria, adeguandola al contesto attuale e all’evoluzione delle tecnologie informatiche. All’interno dell’attività di scambio di informazioni, Roma Capitale invierà al fisco segnalazioni relative a situazioni che evidenziano comportamenti evasivi e/o elusivi. L’Agenzia delle Entrate potrà poi utilizzare queste segnalazioni per dare vita ad un accertamento fiscale. Gli ambiti che potranno essere oggetto di attenzione sono relativi a commercio e professioni, urbanistica e territorio, proprietà edilizie e patrimonio immobiliare, residenze fittizie all’estero e la disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva dei cittadini residenti, così da consentire di verificare l’effettiva spettanza di benefici e agevolazioni da parte di Roma Capitale. La compartecipazione all’attività di accertamento fiscale avrà un riscontro economico diretto per il Campidoglio. In base a quanto previsto dalla legge n. 248/2005, le maggiori somme accertate e riscosse per effetto delle segnalazioni qualificate saranno infatti destinate a Roma Capitale.

Fonte: Agenzia Ansa

Sempre più insoddisfatti delle nostre case

Abitiamo in case delle quali non siamo soddisfatti. Per migliorarle facciamo piccoli aggiustamenti, più che radicali cambiamenti. È quanto emerge dal sondaggio realizzato da YouGov per ManoMano, l’e-commerce europeo del fai da te, giardinaggio e arredo casa.
Negli ultimi due anni, causa la pandemia, il modo di vivere la propria casa è radicalmente cambiato per due italiani su tre. E oggi soltanto un italiano su quattro, ovvero il 26%, dichiara di vivere nella casa dei
Nonostante questo, il 58% degli intervistati non ha apportato cambiamenti sostanziali alla propria abitazione tra marzo 2020 e oggi. La maggior parte delle persone che si sono dedicate a migliorare la propria casa ha scelto di cambiare alcuni pezzi di arredamento (44%) o di spostare i mobili per ottenere una nuova disposizione (43%). L’aggiunta di nuove piante, che permette di creare un ambiente più naturale e pulito, è un’altra delle attività preferite durante i rinnovi (40%). E oltre un terzo di essi (38%) ha dipinto le pareti, dando un nuovo tocco di colore e cambiando l’atmosfera degli ambienti.
Ma come è, oggi, la casa dei sogni? Uno su due (49%), vorrebbe un terrazzo con la zona barbecue, il tavolo per mangiare insieme ai propri cari e delle sdraio per rilassarsi all’aperto. Anche un’ampia cabina armadio con gli opportuni spazi dedicati a vestiti, borse e scarpe è desiderata da quasi una persona su due (46%), soprattutto le donne, che raggiungono una percentuale del 58% rispetto al 32% degli uomini.
Se fino al 2020 si privilegiavano le uscite tra locali, bar e ristoranti, adesso che la casa è diventata uno spazio multifunzione gli italiani sembrano orientati verso un intrattenimento fai da te. Tra le soluzioni dei sogni spiccano una sala cinema con maxischermo e comode poltrone (28%) oppure una sala giochi con tavolo da biliardo/da carte o per fare giochi di società (21%). O ancora la creazione di una stanza segreta, come quelle che siamo abituati a vedere nei film, nascosta dietro una libreria per avere del tempo per sé stessi e le proprie passioni (24%). Sono uomini e giovani (18-35 anni) a prediligere le stanze dedicate e progettate per svago e intrattenimento.
Gli italiani si dimostrano molto attenti alla cura del proprio corpo: per il 40% degli italiani, di cui il 45% sono donne e il 35% uomini, infatti, sarebbe un vero e proprio sogno ad occhi aperti poter dedicarsi a sessioni di relax nella spa con sauna, idromassaggio e bagno turco in casa proprio come al centro benessere.
Il tempo trascorso in casa e l’impossibilità di praticare attività sportiva all’aperto ha spinto i giovani tra i 18 e i 35 anni a desiderare dentro casa una palestra attrezzata con tapis roulant e tutto il necessario per allenarsi (33%) e tornare in forma dopo il lockdown.
Ma nella casa dei sogni non c’è solo divertimento e relax. Infatti oltre una persona su quattro (27%) vorrebbe un ufficio/studio, chiaro segno di come didattica a distanza e smart working abbiano influito sulla riorganizzazione degli spazi abitativi.
Tutti questi desideri sono in parte il frutto dell’impatto della pandemia sul modo di abitare la propria casa. In particolare, l’uso della cucina è aumentato per una persona su tre (33%), soprattutto tra chi ha oltre 55 anni (42%). Così come è aumentato il tempo che si trascorre nelle zone all’aperto della propria casa: balcone, terrazzo o giardino (29%).

Barriere architettoniche: detrazioni per eliminarle

disabile e ascensore

Per eliminare le barriere architettoniche è possibile beneficiare di detrazioni. Quali sono gli interventi agevolabili? A fornire le indicazioni è il Fisco. Infatti a Fisco Oggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate, un contribuente ha posto una domanda in merito. La risposta fornita diventa così una preziosa guida per tutti gli utenti interessati al tema.
Il contribuente ha domandato: “Si chiede se per usufruire della detrazione del 50% in dieci anni, prevista dall’articolo 16-bis del Tuir per gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, è necessario che nell’immobile ristrutturato abiti una persona disabile”.
Nel rispondere alla domanda, il Fisco ha innanzitutto ricordato che gli interventi finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche rientrano tra i lavori di recupero del patrimonio edilizio, previsti dall’articolo 16-bis del Tuir.
Per le spese relative agli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche sostenute entro il 31 dicembre 2024, è riconosciuta una detrazione del 50%. Tale detrazione è da ripartire in dieci quote annuali di pari importo e da calcolare su un importo massimo di 96.000 euro. A partire dal 2025 la percentuale di detrazione scenderà al 36% e si calcolerà su un importo massimo di spesa di 48.000 euro.
Il Fisco ha poi ricordato che l’Agenzia delle Entrate ha più volte precisato che la detrazione spetta anche se l’intervento per l’eliminazione delle barriere architettoniche è effettuato in assenza di persone con disabilità nell’unità immobiliare o nell’edificio oggetto dei lavori. Ricordando tuttavia che gli interventi che non presentano le caratteristiche tecniche previste dal decreto ministeriale n. 236/1989 non possono essere qualificati come interventi di abbattimento delle barriere architettoniche e quindi non sono agevolabili come tali.

Fonte: FiscoOggi

Fibra ottica nei condomini

AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha pubblicato il documento ufficiale per la realizzazione delle reti in fibra ottica nei condomini. L’Authority chiarisce che scopo primario di tali linee guida, è quello di agevolare il perseguimento di un obiettivo di cablatura stilato a livello nazionale.
Tali linee guida forniscono infatti indicazioni circa il corretto svolgimento di tutte le attività correlate alla realizzazione della rete in fibra ottica nei condomini, comprese le condotte da tenere in fase di richiesta di accesso, i prezzi per l’accesso all’eventuale infrastruttura esistente, la gestione delle attività di attivazione e migrazione, nonché le modalità di risoluzione in caso di controversie.
Uno degli obiettivi del Governo italiano è infatti quello di garantire una connettività FTTH da 1 Gbps a tutti i cittadini entro il 2026 (il cosiddetto Piano Italia a 1 Giga). Le linee guida sono state scritte proprio per velocizzare la realizzazione delle reti in fibra ottica nei condomini, evitando ritardi dovuti a incomprensioni e/o contenziosi di vario genere tra vicini.
Sulla base di quanto stabilito dall’AGCOM, vige l’auspicio di una mutua collaborazione in modo tale da assicurare la massima rapidità ed economicità dei lavori in atto. L’art. 2, nello specifico, parla di:
“facilitare l’interazione tra operatore e condominio, dettando tempi certi per il sopralluogo ed assicurando la massima partecipazione del condominio nella fase della predisposizione del progetto da parte dell’operatore anche attraverso la formulazione di proposte, alternative e ragionevoli, per la posa dei cavi, compreso l’uso delle infrastrutture di posa esistenti, laddove utili a ridurre gli interventi sull’immobile ed evitare inutili duplicazioni”.
Nelle linee guida vengono riportate le principali disposizioni normative, tra cui quella che consente all’operatore di accedere alle parti comuni degli edifici per installare (a proprie spese) tutti gli elementi necessari (come cavi, tubi, supporto), senza andare ad alterare l’estetica. Il ripristino dello stato originario dovrà essere effettuato a spese dell’operatore, il quale sarà chiamato a rimborsare in caso di eventuali danni.
Per evitare una inutile duplicazione, gli operatori potranno utilizzare l’impianto multiservizio già realizzato (obbligatorio negli edifici costruiti a partire da luglio 2015), concordando con il condominio il prezzo di accesso. L’operatore acquisirà così i diritti d’uso pluriennali con gestione e manutenzione.
L’amministratore dovrà consentire il sopralluogo da parte dell’operatore nel giorno concordato almeno con 6 giorni di preavviso. Durante il sopralluogo, sarà inoltre possibile suggerire all’operatore soluzioni alternative per la posa dei cavi. Al termine dovrà essere redatto un verbale che l’operatore invierà successivamente unitamente al progetto e alla documentazione tecnica.

Fonte: Comunicazione AGCOM

Case occupate, lo sfregio degli abusivi ai proprietari

Case occupate, lo sfregio degli abusivi ai proprietari, nell’ultima inchiesta portata avanti dal giornalista Mario Giordano alla trasmissione “Fuori dal coro”.
Al centro della vicenda, un ragazzo che, insieme alla compagna, abita abusivamente un appartamento. Il proprietario dell’alloggio è un pensionato di La Spezia. Si tratta dell’ennesimo locatore doppiamente sotto scacco: con casa occupata e affitto non corrisposto da dieci mesi.
Sì, perché come spesso accade, gli accordi che dovrebbero regolarizzare affitti contrattualizzati con tanto di canone mensile, a causa dell’arbitrio e dell’arroganza degli affittuari abusivi, diventano carta straccia. E al danno della casa occupata, il proprietario deve aggiungere anche la beffa del mancato introito.
Nel caso trattato nella trasmissione “Fuori dal coro”, il proprietario ha subito, oltre al danno e alla beffa, anche l’aggressione fisica: la violenza di un pugno sferrato all’improvviso dall’inquilino abusivo, in stato di ubriachezza. Un colpo inferto con violenza, che ha portato la vittima in ospedale, da cui è uscito con una prognosi di 10 giorni e un referto di trauma cranico.
Colpi che, per tutti i proprietari di immobili defraudati da occupanti abusivi, arrivano da tutte le parti: dagli inquilini morosi e illegittimi. E dall’impotenza di uno Stato che, anche a fronte di condanne e decreti di sfratto, difficilmente riesce a liberare i cittadini dalla morsa della prepotenza di questi abusi.
Quello denunciato da Mario Giordano a Fuori dal Coro è soltanto l’ultimo dei tanti casi di proprietari di case “sfrattati” da occupanti abusivi o defraudati da inquilini morosi. Un fenomeno drammatico, sempre più diffuso, contro il quale ad oggi lo Stato non ha ancora mosso un dito.

La sostenibilità piace, ma a costi ragionevoli

Quando si tratta di acquistare un prodotto, per il 53% degli europei il fattore decisionale è il prezzo. Mentre solo al 32% interessa la sostenibilità. È quanto rileva un’indagine che Grohe ha commissionato alla società internazionale di ricerca YouGov realizzata in sette nazioni europee, Italia inclusa.
Gli italiani sono in linea con la media europea, con il 47% che si è dichiarato attento al prezzo, mentre per il 36% la priorità è la sostenibilità. È tra gli over 55 si concentra una maggiore sensibilità verso un acquisto eco friendly (40%), mentre nella fascia 18-34 l’attenzione maggiore viene data al prezzo (55%). Allo stesso modo gli abitanti nelle aree urbane sono più attenti al prezzo (52%) rispetto a quelli delle aree rurali (42%). Se i più sensibili al costo sono i russi con ben il 70% delle preferenze, il Paese più virtuoso è la Francia, con il 49% di preferenze per l’aspetto sostenibile. Plastica (54%), rifiuti generici (53%) energia (51%), acqua (37%) ed emissioni di CO2 (40%): sono questi i principali fattori di risparmio di risorse e rifiuti a cui prestano attenzione gli europei quando acquistano un nuovo prodotto.
In Italia, in particolare, l’attenzione maggiore è verso la plastica (58%), l’energia (57%) e i rifiuti generici (55%). Il 46% dimostra attenzione verso la riduzione di emissioni di CO2, mentre il risparmio idrico è il fattore meno rilevante (34%). Diverso l’atteggiamento in Danimarca, dove il 53% del campione si dimostra sensibile al tema delle emissioni. La Francia rimane in prima posizione in termini di risparmio energetico e idrico in relazione ai nuovi acquisti: Il 58% presta attenzione al basso consumo di energia il 47% tiene d’occhio il consumo di acqua. In coda rispetto a quasi tutti i parametri c’è la Russia.