Tra le novità spicca la proroga di 180 giorni per il pagamento delle cartelle esattoriali.
Via libera al superbonus del 110% senza alcun tetto Isee. La commissione Bilancio del Senato ha votato l’emendamento alla legge di bilancio che modifica la norma eliminando il vincolo dei 25.000 euro di reddito per le villette unifamiliari. La battaglia è stata portata avanti da tutta la maggioranza, che è riuscita ad ottenere il via libera del governo alla cancellazione del paletto per accedere al credito d’imposta al 110%.
Sono tante le novità introdotte nella legge di Bilancio. Ecco le più rilevanti:
Proroga 180 giorni pagamento cartelle
Il termine per il pagamento delle cartelle notificate nel primo trimestre del 2022 è stato prolungato a 180 giorni. Come si legge nella relazione tecnica, l’intervento non determina oneri per la finanza pubblica perché “a pari del termine ordinariamente previsto di 60 giorni dalla notifica, il nuovo termine di 180 giorni ricade comunque nell’anno 2022”.
Pensione anticipata per ceramisti ed edili
La norma, contenuta in un emendamento alla manovra, approvato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama prevede un’importante modifica che gratificherà gli artigiani del settore. Scende, infatti, da 36 a 32 anni di contributi la soglia a cui, a 63 anni di età, edili e ceramisti potranno andare in pensione anticipata aderendo all’Ape social.
Sfratti bloccati: aiuti a piccoli proprietari
Arriva un fondo di solidarietà per i piccoli proprietari (non devono avere più di due immobili) che ne hanno affittato uno e ottenuto una convalida di sfratto per morosità ma che non hanno potuto metterla in esecuzione a causa della sospensione dei provvedimenti di rilascio degli immobili (decisa con uno dei dl Covid).
Con un emendamento alla manovra si stabilisce che il fondo avrà una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2022, ed erogherà contributi (pari al 50% del canone, ma non oltre 6400 euro) ai proprietari di casa per ciascun mese per cui ha subito la sospensione dell’esecuzione, fino ad un massimo di 16 mesi.
Nasce Fondo per lotta al Cyberbullismo
Nasce il Fondo per la lotta al cyberbullismo. L’accordo tra maggioranza e governo prevede che lo stanziamento si limita al 2022 con un importo pari a 2 milioni di euro.
Raddoppia bonus mobili ma solo nel 2022
Il bonus mobili raddoppia ma solo nel 2022. Uno degli emendamenti riformulati, prevede che il tetto di spesa in base al quale è calcolata la detrazione del 50% per il bonus, salga da 5mila a 10mila euro. Resta invece la soglia di cinquemila euro per il 2023 e il 2024. Il bonus riguarda mobili o elettrodomestici per l’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.
Superbonus 110% aree sisma fino al 2025
Per gli interventi nei territori dei comuni colpiti dagli eventi sismici viene prorogata la detrazione del 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025. Vengono quindi stanziati fondi pari a 300 mila euro di euro per il 2022, 9 milioni per il 2023, 41,2 milioni per il 2024, 96,7 milioni per il 2025, 145,1 per il 2026, 124,4 per il 2027, 86 per il 2028, 29,l4 per il 2029 e 0,6 per il 2030.
Proroga per bonus idrico
L’agevolazione per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio dell’acqua viene prorogata per un altro anno. L’accordo estende al 31 dicembre 2023 l’agevolazione (sotto forma di detrazione fiscale) per chi acquista sistemi che consentono di “razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica per acque destinate ad uso potabile”. Per il 2023 la misura viene rifinanziata con 1,5 milioni di euro.
Fonte: https://tg24.sky.it
Un bonus del 75% per abbattere le barriere architettoniche: la novità è contenuta nell’emendamento che rivede le regole per il Superbonus approvato dalla commissione Bilancio del Senato.
Si prevede una detrazione da scontare in 5 anni per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022, con tetto a 50mila euro per le villette, 40mila ad appartamento per i piccoli condomini e 30mila per le abitazioni nei palazzi oltre le 8 unità. Il bonus serve per installare ad esempio ascensori o montacarichi, e sarà esteso anche a “interventi di automazione degli impianti degli edifici”, comprese le spese di smaltimento dei vecchi impianti.
Fonte: Ansa
“La cancellazione del tetto Isee per il Superbonus 110% sulle unità abitative indipendenti e la modifica delle disposizioni del decreto antifrodi sono elementi molto positivi per dare continuità alle misure di incentivazione e rispondono alle richieste della Cna. La forte limitazione della detrazione – spiega la confederazione in una nota – rappresentava una ingiusta e immotivata penalizzazione nei confronti dei cittadini che non risiedono nei condomini e un depotenziamento dello strumento che ha fornito un impulso decisivo alla ripresa dell’economia”.
La Confederazione inoltre “apprezza la revisione dell’obbligo di asseverazione per gli ecobonus al 65% e 50% introdotto con il DL antifrodi prevedendo l’esonero per lavori di importo fino a 10mila euro così da scongiurare che il costo degli oneri vanifichi il valore della detrazione. Cna tuttavia ribadisce che stabilità nel tempo e semplicità delle misure sono più importanti della misura stessa dell’incentivo. Infine la Confederazione esprime rammarico per la sensibile riduzione del bonus facciate”.
Fonte: Comunicato Stampa
Nel 2022 torneranno tutte le agevolazioni principali che hanno portato, in piena pandemia, a un vero e proprio boom nel settore dell’edilizia: superbonus, ecobonus e sismabonus, bonus facciate, quello idrico e per i mobili e un nuovo sconto per abbattere le barriere architettoniche.
Ci sarà solo qualche ritocco, che riguarderà in alcuni casi le soglie, ridotte come per il bonus facciate, ma dopo il via libera alla manovra in commissione Bilancio al Senato vengono eliminati la maggior parte dei limiti che il governo aveva immaginato inizialmente al 110%.
Nella formulazione finale, frutto di un lungo negoziato tra maggioranza e governo, il Superbonus viene esteso al 2022 anche sulle case unifamiliari, cancellando i precedenti riferimenti a tetti Isee, a limitazioni all’abitazione principale e a termini di comunicazione della Cila. Viene inserito un unico vincolo: quello di effettuare il 30% dei lavori entro il 30 giugno 2022.
Per il resto, c’è l’equiparazione tra lavori trainanti e lavori trainati, la proroga a tutto il 2025 per gli interventi nelle aree colpite da eventi sismici a partire dal 2009, e la validità confermata anche per gli impianti fotovoltaici (fino a 48mila euro complessivi), cui si aggiunge, nell’ottica della spinta alle rinnovabili, anche un bonus per gli impianti di produzione elettrica che installano sistemi di accumulo.
Un emendamento, inoltre, ha anche rimediato all’incertezza che si era creata sulle cosiddette ‘asseverazioni’, ossia il controllo sulla congruità dei prezzi degli interventi edilizi, necessarie dopo il dl anti-frodi di novembre. Una circolare dell’Agenzia delle Entrate, però, aveva creato incertezza nelle modalità di valutazione dei prezzi. Nell’emendamento quindi si chiarisce che i prezzari individuati ai fini degli interventi di riqualificazione energetica restano applicabili anche per tutti gli altri bonus edilizi (sismabonus, anche al 110%, bonus ristrutturazioni, bonus facciate).
Una novità è invece l’emendamento che introduce il bonus del 75% per abbattere le barriere architettoniche: una detrazione in 5 anni per le spese sostenute nel 2022, con tetto a 50mila euro per le villette, 40mila ad appartamento per i piccoli condomini e 30mila per le abitazioni nei palazzi oltre le 8 unità. Il bonus serve per installare ad esempio ascensori o montacarichi, e sarà esteso anche a “interventi di automazione degli impianti degli edifici”, comprese le spese di smaltimento dei vecchi impianti.
Il bonus per l’acquisto di mobili (legato comunque ad una ristrutturazione edilizia) è confermato, ma ne viene rivisto il tetto: il testo della manovra presentato dal governo lo voleva ridurre a 5mila, ora sale a 10mila.
Prorogato fino al 2023 il ‘bonus idrico’, ovvero l’agevolazione per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio dell’acqua che consentono di ridurre il consumo di bottiglie di plastica. Unico bonus rimasto fuori dalle ‘correzioni’ della maggioranza è quello per gli interventi di rinnovo delle facciate degli edifici: viene confermato il taglio, proposto dal governo, dal 90% al 60% per il 2022, ma senza limiti di spesa.
FONTE: Ansa
Dal 1° gennaio 2023 la ricezione dei programmi tv sarà possibile soltanto attraverso tv o decoder di nuova generazione. In realtà il percorso verso il nuovo digitale terrestre è già incominciato e tanti apparecchi stanno dimostrando di non essere al passo con i tempi. Le prime operazioni per il graduale passaggio al nuovo segnale, che consentirà la riorganizzazione complessiva delle frequenze, sono infatti già state avviate a partire dal 15 ottobre.
Test di verifica
Per capire se il proprio apparecchio televisivo sarà in grado di trasmettere i canali tv anche dopo lo switch-off, esiste un test molto semplice, che consiste nel sintonizzarsi sul canale 200 (canale di test Mediaset) o sul 100 (canale di test Rai). Se si visualizza una schermata statica con la scritta “Test HEVC Main10”, si può stare tranquilli: il proprio televisore riceverà il nuovo segnale tv anche dopo che il passaggio alla nuova tecnologia sarà ultimato. Se invece non si visualizza niente e lo schermo rimane nero, vuol dire che l’apparecchio non supporta lo standard HEVC Main10.
Televisori interessati
I modelli di Tv acquistati dopo il 1° gennaio 2017 dovrebbero essere per legge in grado di ricevere il DVB-T2 e di decodificare il formato video HEVC. Tuttavia, se quelli con HDR sono sempre compatibili, ci potrebbero essere dubbi sugli apparecchi di marchi minori, di fascia bassa (‘entry level’) e soprattutto i televisori di piccolo formato. Infine i modelli venduti fra il 2013 e il 2017 potrebbero essere già in grado di ricevere il DVB-T2 ma ben pochi, al massimo dal 2016 in avanti, supportano il formato HEVC.
Le Tv che sicuramente avranno bisogno di essere integrate con un decoder, al momento sono di quattro tipi. 1) Tv antecedenti al 2010. Ricevono il segnale attraverso il digitale terrestre, ma già da ora potrebbero non mostrare i canali in alta definizione perché sprovvisti del supporto al codec MPEG4. 2) Tv del periodo 2010-2014. Ricevono in digitale terrestre, inclusi i pochi canali in alta definizione codificati in MPEG4. 3) Tv del periodo 2014-2015. Supportano lo standard DVB-T2, ma non quello più recente codec H265/HEVC. 4) Tv del periodo 2015-2016 e 2017-2018 che ricevono i canali 100/200 ma senza mostrare immagini. Supportano lo standard DVB-T2 e il più recente codec H265/HEVC ma non il formato a 10 bit. Se le emittenti decideranno di usare esclusivamente questo formato, anche questi televisori più moderni, la cui vendita era permessa dopo il 1° gennaio 2017, avranno bisogno di un decoder esterno.
Chi possiede televisori che, ad ora, non sono in grado di ricevere i segnali trasmessi in DVB-T2 o che non riescono a decodificare lo standard H265/HEVC, sarà costretto a dover prendere un decoder per poter vedere correttamente tutti i canali oppure a cambiare televisore. I decoder sono già in vendita nei negozi di elettronica a un prezzo che va dai 30 ai 250 euro.
Il Governo, intanto, ha rifinanziato il bonus Tv e decoder: nel 2022 arriveranno 68 milioni di euro per l’acquisto di apparecchi in linea con i nuovi standard tecnologici. Lo prevede l’emendamento del governo alla manovra che punta anche a ridurre il divario digitale delle persone più anziane e con redditi più bassi: gli over 70 che hanno un assegno pensionistico sotto la soglia dei 20 mila euro annui potranno ricevere il decoder (che deve avere un costo massimo di 30 euro) direttamente a casa, grazie agli accordi fra il Ministero dello Sviluppo e Poste.
Gli anziani e i disabili costituiscono una fetta importante della popolazione nazionale. Garantire loro la libertà di una vita autonoma dovrebbe essere una priorità dell’agenda politica sociale. Purtroppo, nelle agevolazioni fiscali e in particolare nella cessione del credito e/o sconto in fattura, le opere per l’abbattimento delle barriere architettoniche sono state dimenticate.
La cessione del credito e/o lo sconto in fattura per queste categorie è un’opzione che non si può più rimandare, proprio perché parliamo di categorie sociali già segnate da importanti precarietà economiche e personali.
La detrazione in dieci anni non basta, dal momento che in particolare gli anziani, oltre a essere percettori di redditi bassi, hanno anche un’aspettativa di vita che potrebbe non consentire la fruizione dell’intero credito fiscale.
Al contrario, lo sconto in fattura dal fornitore e/o la cessione del credito a un familiare o a un istituto di credito sarebbe un vantaggio enorme, peraltro senza costi ulteriori per la collettività in quanto il medesimo credito d’imposta, con lo sconto in fattura non fa altro che passare da un soggetto (il contribuente acquirente) ad un altro (il fornitore).
Da molti anni le opere e i prodotti per l’abbattimento delle barriere architettoniche rientrano tra gli interventi che possono beneficiare della detrazione fiscale del 50%; tali opere sono definite all’interno del Testo Unico delle Imposte sui Reddito all’articolo 16 Bis lettera e).
Queste agevolazioni sono totalmente giustificate dai benefici che ne derivano per la collettività e l’individuo.
L’abbattimento di una barriera architettonica, infatti, favorisce l’integrazione sociale e il diritto alla mobilità per le persone con disabilità e ridotte capacità motorie. Inoltre agevola, soprattutto per le persone anziane, il mantenimento a domicilio in condizioni di sicurezza, riducendo di conseguenza anche il rischio di incidenti domestici.
“In questi giorni siamo tutti molto sensibili al tema dei bonus fiscali ed in particolare al futuro dello sconto in fattura e/o della cessione del credito – commenta l’amministratore delegato di Stannah Montascale, Giovanni Messina – un efficace strumento con il quale i cittadini hanno potuto godere di una agevolazione immediata che ha stimolato e facilitato molte spese ed investimenti. Ci auguriamo tutti che tale strumento venga prorogato anche per il 2022 e che venga allargato finalmente anche alla categoria dei dispositivi che consentono l’abbattimento delle barriere architettoniche”.
A tal fine Stannah Montascale si è fatta portavoce di questa urgente istanza presso le istituzioni, inviando una lettera appello a 96 Deputati della Repubblica facenti parte della VI Commissione Finanze e della XII Commissioni Affari Sociali, a cui si aggiungono il Vice Capo di Gabinetto, il Segretario particolare, la Segreteria Tecnica, il Consigliere giuridico preposto alle attività del Settore Legislativo e il Consigliere giuridico per le questioni istituzionali e normative del ministro per le pari opportunità.
Fonte: Ufficio Stampa Stannah Montascale
L’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) e l’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) “censurano fermamente la riforma che limita l’accesso alla giustizia tributaria, impedendo di fatto l’impugnazione dei ruoli esattoriali dal momento della loro conoscenza dai relativi estratti, e il differimento della tutela giudiziale al momento dell’applicazione di misure cautelari, o espropriative”.
Lo affermano in una nota congiunta i presidenti Matteo De Lise e Francesco Paolo Perchinunno, convinti che il restyling, per come è strutturato, “appare incostituzionale nella parte in cui limita il diritto di difesa di tutti i cittadini. Eppure, la Corte di Cassazione ha riconosciuto in passato un interesse giuridicamente rilevante alla tutela dal momento della effettiva conoscenza di un debito iscritto a ruolo mai notificato o notificato irritualmente. È incostituzionale – evidenziano i due leader dei sindacati dei professionisti – anche nella parte in cui viola il principio di uguaglianza, creando categorie di contribuenti che possono accedere alla giustizia preventiva ed altre che dovranno attendere i provvedimenti esecutivi”.
L’obiettivo di deflazionare il contenzioso, spiegano De Lise e Perchinunno, “non può essere raggiunto con la compressione del diritto di difesa del contribuente, ma con la riforma organica della Giustizia Tributaria che preveda l’introduzione di giudici professionali e specializzati a tempo pieno e l’affidamento della gestione della mediazione tributaria a un organo terzo rispetto alle parti processuali o ad un giudice monocratico. Soltanto così si potrà pervenire ad un giusto bilanciamento tra tutela del diritto di difesa dei contribuenti, e dunque salvaguardia del principio di capacità contributiva da un lato, e deflazione del contenzioso dall’altro”, termina la nota.
FONTE: Ansa
Confedilizia non riesce a darsi pace sulla Riforma del Catasto. Afferma infatti il presidente dell’Associazione che rappresenta la proprietà edilizia, Giorgio Spaziani Testa: “L’incremento dell’imposizione immobiliare è l’obiettivo dichiarato della revisione del catasto, come può leggersi nella relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze che accompagna il testo governativo. Un testo, peraltro, che è irricevibile anche nel merito, sia per la sua estrema (e quindi pericolosa) genericità, sia per la sua connotazione fortemente patrimoniale”.
In una nota, il presidente di Confedilizia precisa: “L’altro giorno la Commissione Finanze della Camera si è soffermata a discutere a lungo su un articolo che, in seguito all’accordo raggiunto il 30 giugno nella stessa Commissione e nella sua omologa del Senato, non avrebbe dovuto essere contenuto nella riforma fiscale: quello riguardante la revisione del catasto”.
Il presidente Giorgio Spaziani Testa, nella nota, evidenzia come la Commissione si sia “spaccata” sulla riforma del catasto prevista dall’art.6 della Delega. “È emersa una netta contrarietà – è scritto nel documento – di tre gruppi politici, due di maggioranza (Lega e Forza Italia) e uno di opposizione (Fratelli d’Italia), al mantenimento di questa parte della delega (l’articolo 6) all’interno del testo presentato in Parlamento. Posizione coerente non solo con la decisione assunta il 30 giugno, ma anche con la volontà, da sempre dichiarata dai tre partiti del Centrodestra, di non avallare aumenti di tassazione sugli immobili”.
“A questo punto – conclude Spaziani Testa – l’unica strada – come richiesto da diversi deputati, è lo stralcio della revisione del catasto dal disegno di legge delega di riforma fiscale”.
FONTE: Ansa
Prosegue il lavoro della Regione Sardegna per la manutenzione, l’ammodernamento e la ristrutturazione del patrimonio pubblico, finalizzato a migliorare la qualità della vita di chi risiede negli immobili dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa, Area.
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori Pubblici, Aldo Salaris, ha approvato due distinte delibere che riguardano la manutenzione degli immobili pubblici per un valore complessivo di circa 5 milioni e mezzo.
“La gestione del patrimonio immobiliare pubblico richiede una grande attenzione, che si traduce anche in misure straordinarie volte a sostenere gli Enti locali nella loro attività di manutenzione degli immobili, fondamentale per garantire adeguati livelli di vivibilità per le famiglie che risiedono in queste strutture”, ha spiegato Salaris, che nel corso di questi mesi ha attivato, in collaborazione con l’Agenzia regionale e con i Comuni, tutte le procedure utili ad arginare i contraccolpi della crisi per i nuclei familiari più deboli.
Partendo dal presupposto che a una buona gestione degli immobili corrisponda un mantenimento del valore patrimoniale e un miglioramento della fruibilità, quindi della vivibilità degli alloggi, la Regione è impegnata in una importante azione di valorizzazione del patrimonio pubblico, che passa sia per la creazione di nuovi alloggi e sia per la manutenzione di quelli esistenti.
Rientrano nello stanziamento complessivo di 5.110.881, riferito all’annualità 2021, per il quale la Giunta ha concesso ad Area l’autorizzazione a procedere con la spesa (investimenti finanziati con avanzo disponibile), diversi Comuni tra cui Cagliari, Nuoro, Oristano, Carbonia, Sassari, Onanì. Sempre nell’ultima seduta di Giunta è stata approvata anche la delibera sulla ripartizione di altri 500mila euro in favore di altri Comuni (l’elenco degli interventi finanziati in questo caso verrà trasmesso al Ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo Sostenibile).
Si tratta di fondi destinati ad Area per gli immobili che si trovano nei Comuni di Carbonia (30.000 l’importo finanziato), Iglesias (30.000), Olbia (45.000), Oristano (69.583), Ozieri (60.000), Sassari (60.000), Tempio Pausania (60.000). Per il Comune di Nuoro sono stati stanziati 45mila euro, a Sassari andranno 60.000 euro.
FONTE: Ansa
La Giunta provinciale di Trento ha rinnovato anche per il triennio 2022-24 la possibilità per i titolari di un mutuo agevolato contratto per l’acquisto, la costruzione o il risanamento della casa di abitazione di sospendere il pagamento della rata di mutuo, per un periodo non superiore ai 18 mesi.
“Questo provvedimento è stato assunto fin dal 2009 per sostenere le famiglie in difficoltà, oggi più che mai, durante l’emergenza epidemiologica da Covid, è fondamentale supportare i cittadini e tutelare il bene primario rappresentato dall’abitazione principale”, ha spiegato l’assessore alla salute, Stefania Segnana.
Dal 2009 al 2021 sono 431 i titolari di mutuo casa agevolato che hanno sospeso il pagamento delle rate, traslandole a fine piano ammortamento. In totale sono state sospese 891 rate ossia una media di 2 rate a mutuo.
Dal 2009 opportunità richiesta da 431 persone (il 62% di 431) per un totale di 488 rate sospese (si tratta di rate semestrali con scadenza il 30 giugno e il 31 dicembre).
FONTE: Ansa