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Sicurezza e impianti: I suggerimenti per preservare la casa quando partite qualche giorno

[A cura di: Honeywell]

Il Natale si avvicina, e con esso le festività che consentiranno a molti di trascorrere qualche giorno di vacanza lontano da casa. Partire, tuttavia, non significa staccare la spina solo metaforicamente. Prima di chiudersi la porta alle spalle, infatti, è bene prendere alcune precauzioni, per evitare di trovare sgradite sorprese al proprio rientro. Occhio, dunque, a tutti gli accorgimenti che possono rendere la vita difficile ai ladri. Ma anche ad una serie di comportamenti che vi possono consentire di preservare gli impianti domestici e, di conseguenza, anche l’incolumità dell’alloggio. Su entrambi questi aspetti vertono i 10 consigli forniti da Honeywell, azienda leader da oltre 125 anni in ambito home comfort e sicurezza. Ecco il suo decalogo.

  1. Non scrivete dove andrete sui social media. Evitate di condividere pubblicamente i vostri piani di viaggio, annunciando al mondo che la vostra casa sarà vuota. Potrete sempre postare le foto al vostro ritorno.
  2. Tenete d’occhio la vostra casa. Installate una videocamera di sicurezza in modo da tenere d’occhio la vostra casa in tempo reale. Le videocamere più smart riconoscono anche gli allarmi fumo e i rilevatori di monossido di carbonio, a complemento dei sistemi di allarme già presenti in casa.
  3. Impostate il termostato. Se avete un termostato smart basterà attivare l’opzione di geofencing, e siete già pronti per partire. Al vostro ritorno potrete azionare nuovamente il riscaldamento da remoto. Ci sono anche termostati con la modalità “vacanza”: ricordate di impostare il numero esatto di giorni. Se invece avete un termostato programmabile di generazioni precedenti, suggeriamo di impostare la temperatura fra 16° e 18°C in modo da risparmiare energia.
  4. Organizzate la consegna della posta. Evitate di farvi consegnare pacchi mentre siete via, oppure accordatevi con i vicini o con il custode.
  5. Chiudete le canne fumarie. Se avete un caminetto, tenete alla larga animali, uccelli e insetti assicurandovi che la canna fumaria sia ben chiusa.
  6. Controllate il contenuto del frigorifero. Fate attenzione alle date di scadenza e consumate o date via i prodotti deperibili.
  7. Mettete al sicuro gli oggetti di valore. Assicuratevi di portare con voi gli oggetti di valore oppure accertatevi che siano in un luogo sicuro, come una cassaforte. In alternativa, potreste affidarli a una persona di fiducia come un parente o un amico.
  8. Al riparo da gelate o allagamenti. Esistono sul mercato dispositivi da installare vicino alle tubature soggette a congelamento o perdite che in caso di anomalie danno l’allarme tramite app, garantendo così agli utenti la possibilità di intervenire tempestivamente.
  9. Organizzatevi con i vicini per curare le piante. Se ai vicini avete affidato il ritiro della posta, potrete chiedere loro di dare anche un’occhiata alle vostre piante e innaffiarle quando serve. Non dimenticatevi di portar loro un regalo quando tornate.
  10. Impostate l’accensione delle luci. Per evitare che la casa appaia costantemente al buio, installate dei timer sui punti luce di diversi locali e impostateli in modo che si accendano e spengano a orari diversi. Assicuratevi inoltre di regolare la programmazione in modo che chi stesse facendo la posta alla vostra casa pensi che siate in ferie, ma sempre a casa.

Le istruzioni per l’uso del CNN per il deposito del prezzo dal notaio

[Fonte: Notariato]

Con la pubblicazione sul sito web del Consiglio Nazionale del Notariato (www.notariato.it) delle istruzioni per l’uso del deposito del prezzo dal notaio nella compravendita, ha preso ufficialmente il via, la scorsa settimana, la campagna informativa del Notariato per diffondere le pratiche corrette da seguire quando si compra o si vende un immobile. In particolare, l’operazione dell’organizzazione, che rientra nelle azioni della campagna informativa “#casaconviene” del Ministero dell’Economia e delle Finanze, si occupa di chiarire i dubbi sulla novità introdotta dalla legge sulla concorrenza (legge n. 124/2017, articolo 1, commi 63 e seguenti), entrata in vigore lo scorso 29 agosto.

Cosa prevede la normativa

Nelle compravendite immobiliari e nelle cessioni di azienda, la legge sulla concorrenza, entrata in vigore il 29 agosto scorso, ha introdotto la possibilità per l’acquirente di depositare dal notaio il prezzo.
Il notaio, eseguita la pubblicità prevista dalla legge e accertata l’inesistenza di gravami, quali ipoteche e pignoramenti, svincola in favore del venditore le somme depositate presso di lui.
Il deposito del prezzo può essere utilizzato anche per garantire accordi tra le parti diversi dalla sopravvenienza di gravami. Ad esempio, quando il venditore mantiene il possesso del bene successivamente alla vendita, l’acquirente può depositare parte o tutto il prezzo presso il notaio fino alla consegna. Si può ricorrere al deposito del prezzo anche quando vi siano pendenze condominiali o un’ipoteca sugli immobili. A volte, tuttavia, il deposito del prezzo non è concretamente praticabile.
Così, per rimanere agli esempi fatti, nel caso in cui il saldo prezzo viene utilizzato per estinguere il mutuo precedente acceso dal venditore.

Chi può chiedere il deposito del prezzo e quando?

Il deposito del prezzo può essere chiesto anche da una sola delle parti, che di norma è l’acquirente. Il deposito del prezzo può essere chiesto alla stipula del contratto di compravendita, ma è preferibile dichiarare di volersene avvalere già nel contratto preliminare o compromesso, perché il venditore ne possa valutare le conseguenze ed il notaio possa predisporre la migliore clausola contrattuale.
Così come è possibile chiedere il deposito del prezzo sin dal momento del compromesso, si può anche rinunciare a tale diritto, sia nel contratto preliminare che nel definitivo.

Quale procedura, nella pratica?

All’atto della compravendita l’acquirente consegna al notaio assegni a lui intestati o effettua un bonifico a suo nome. Il notaio è tenuto a versare gli assegni e ricevere il bonifico su un conto corrente dedicato. Si tratta di un conto impignorabile da eventuali creditori del notaio ed inoltre, in caso di morte, non cade nella successione del notaio.

Quando riceverà il prezzo il venditore?

Dipende da cosa si è pattuito nella compravendita. Nel caso più frequente, ossia quando si prevede il pagamento del venditore dopo la trascrizione del contratto e la verifica dell’insussistenza di nuovi gravami, saranno sufficienti pochi giorni.

Per maggiori dettagli, scarica il pdf  “Deposito del prezzo dal notaio. Le istruzioni per l’uso”.

Emergenza casa, Sicet: “Servono risorse per fare politica abitativa”

“La situazione abitativa nel nostro paese è critica e va affrontata con modalità e risorse adeguate”. Lo ha detto oggi il segretario generale del Sicet Cisl, Nino Falotico, nel corso di un incontro in Senato con il gruppo del Partito democratico presieduto dal capogruppo in commissione Bilancio, Sen. Giorgio Santini. All’incontro, oltre al Sicet Cisl, ha partecipato il Sunia Cgil con il segretario generale Daniele Barbieri. Sul tavolo le misure per la casa contenute nella legge di stabilità appena licenziata dal governo, misure ritenute dal sindacato inquilini della Cisl “largamente insufficienti e prevalentemente orientate ai proprietari di abitazioni”.

Nel corso della riunione, Falotico ha evidenziato che “l’emergenza casa è il risultato dei tagli al welfare abitativo fatti nel corso degli anni e al mancato rifinanziamento degli istituti di sostegno agli inquilini deboli. L’Italia vive una situazione paradossale: abbiamo più abitazioni che famiglie, 31,2 milioni contro 24,6 milioni, pertanto vi sono 7 milioni di abitazioni vuote, eppure non si riesce a dare un risposta strutturale al disagio abitativo”, ha osservato il segretario del Sicet nel corso dell’audizione, sottolineando che “qualsiasi misura di politica abitativa non può prescindere dal rifinanziamento dell’offerta a canone sociale”. Per Falotico “serve un piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica da sostenere con un prelievo fiscale di scopo sul comparto immobiliare o destinando una quota prestabilita del bilancio nazionale e regionale alle politiche per la casa”.

L’emergenza abitativa in Italia

Sul capitolo dell’emergenza sfratti il segretario del Sicet ha segnalato che nel 2016, secondo i dati forniti dal ministero degli Interni, sono in aumento sia le richieste di esecuzione di sfratto (158.720, +3,09%) sia gli sfratti eseguiti (35.336, +7,99%), mentre resta alto il numero dei provvedimenti di sfratto emessi, seppure in flessione del 5,5% rispetto al 2015, pari a 61.718, di cui 54.829 per morosità o altra causa diversa dal normale termine del contratto di locazione o da necessità del locatore. “Per ridurre l’emergenza sfratti e il rischio di deprivazione abitativa – ha sottolineato Falotico – è necessario riformare la legge 431/98 attraverso il superamento del doppio regime dei contratti assegnando al canone agevolato-convenzionato il ruolo di regolatore generale della locazione privata attraverso un contratto nazionale dell’affitto, integrato dagli accordi locali, da definire con la contrattazione collettiva. Inoltre serve un dispositivo normativo per la graduazione e la programmazione locale della concessione della forza pubblica su tutti i provvedimenti di rilascio in base alle possibilità di ‘rialloggio’ delle famiglie e la cronologia del titolo esecutivo”.

“Per fare politica abitativa servono risorse e di risorse in questa legge di bilancio ne vediamo davvero poche. Bisogna cambiare lo spartito che i governi hanno suonato negli ultimi anni – ha rivendicato Falotico – portando il fondo per la morosità incolpevole dagli attuali 11 milioni almeno a 50 milioni di euro per dare un risposta a circa 7 mila famiglie disagiate e destinando almeno altri 500 milioni al fondo di sostegno alle locazioni che nelle ultime due leggi di stabilità è stato praticamente azzerato nonostante le 245 mila richieste pervenute”. Per il segretario del Sicet è necessario inoltre accorpare la governance dei due fondi “per superare le attuali difficoltà gestionali” e rivedere il sistema delle detrazioni fiscali per gli inquilini portando al 19 per cento la detrazione del canone di affitto nel settore privato, “soluzione che tra l’altro favorirebbe – ha spiegato Falotico – l’emersione dei contratti parzialmente o totalmente a nero”. Chiesta anche la proroga delle detrazioni per gli inquilini di edilizia residenziale pubblica, in scadenza a fine anno, nonché il rimborso della detrazione non goduta agli inquilini incapienti. Infine, “tenendo conto che la bozza di legge di stabilità prevede un bonus fiscale significativo solo per i proprietari, come la conferma della cedolare secca al 10% per i canoni concordati, mentre per gli inquilini non prevede nulla”, ha fatto notare Falotico, il Sicet ha proposto di elevare la cedolare secca al 11-12% e destinare questo incremento al fondo affitti o a misure a favore degli inquilini.

La risposta della Politica

Il Sen. Giorgio Santini, dopo aver ascoltato le istanze e le proposte esposte, riferisce Falotico, ha sottolineato il tipo di approccio del governo ai temi di emergenza sociale, caratterizzato da un’impostazione che introduce fattori trasversali: la recente istituzione del fondo povertà, le opere di ristrutturazione del patrimonio edilizio e il fondo per gli interventi su infrastrutture, mobilità e territorio. Ciò non esclude però la fondatezza di un intervento mirato all’emergenza abitativa. Il Sen. Santini ha ritenuto infatti interessante la proposta dell’unificazione del fondo di sostegno alle locazioni e del fondo morosità incolpevole, anche recuperando le risorse inutilizzate di quest’ultimo. Considerato che al momento il dibattito è ancora aperto, Santini si è impegnato a verificarne la praticabilità e, fermo restando l’equilibrio di bilancio, a valutare possibili spazi sulle detrazioni fiscali in favore degli inquilini.

Cronaca Flash della casa e del Condominio

Violenta rissa tra vicine
Intervengono polizia e 118

Sono stati gli stessi residenti di un condominio di Piacenza a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Il motivo? L’ennesima lite tra due dirimpettaie consumatasi nei pressi della tromba delle scale e sfociata in una vera e propria rissa. Quando gli agenti sono intervenuti hanno provveduto a separare le due donne e a raccogliere le dichiarazioni di entrambe. A quanto sembra, non è stata riscontrata una causa scatenante all’origine della colluttazione, a parte normali screzi e lamentele dovute proprio ai cattivi rapporti di vicinato. Sul posto sono state fatte arrivare anche due autoambulanze, con le quali le “duellanti” sono state trasportate in ospedale per accertamenti e dimesse poco dopo.

La colf e sua sorella
le rubano la pensione

Una collaboratrice domestica di 55 anni è stata denunciata con l’accusa di aver sottratto la carta d’identità, il blocchetto degli assegni e la tessera bancomat di un’anziana di Catania, presso la quale prestava servizio. Nei guai è finita anche la sorella della badante, una donna di 40 anni, che avrebbe poi incassato, su mandato della 55enne, tre titoli bancari del valore complessivo di 9mila euro, provenienti dalla pensione della datrice di lavoro truffata. A far scattare le indagini è stata proprio quest’ultima, denunciando la scomparsa del bancomat al proprio istituto di credito, allo scopo di farsi consegnare una nuova tessera. Dalle successive intercettazioni della polizia di Stato è emerso che le autrici del furto e della successiva ricettazione, erano le due sorelle.

Una 15enne disabile
prigioniera in casa

Sconcertante ritrovamento nel napoletano, in una casa del centro storico di Torre del Greco, da parte dei servizi sociali e degli agenti di polizia del commissariato locale. Segregata al suo interno, in condizioni igieniche disastrose, i poliziotti hanno trovato una ragazza disabile di 15 anni, costretta a restare a letto a causa delle difficoltà motorie. L’allarme era scattato a seguito delle segnalazioni dei vicini, infastiditi dal cattivo odore proveniente dall’abitazione. Quando, eluse le resistenze dei genitori, di 56 e 43 anni, i soccorritori sono riusciti ad entrare nell’appartamento, su disposizione del Tribunale dei minori, hanno prelevato la minorenne e l’hanno trasportata all’ospedale per le visite del caso. Adesso si trova in una casa famiglia dell’hinterland napoletano.

Stalking e insulti ai vicini:
viene “sfrattata” da casa

Una donna di 56 anni, residente in un alloggio di Torino, è stata colpita da un provvedimento di divieto di dimora, emesso dal tribunale, per aver continuato ad inveire contro i suoi vicini di casa, di origine straniera. La 56enne era stata già protagonista di vicende analoghe nel corso degli ultimi anni, finendo per essere condannata per stalking a due anni e sei mesi di reclusione, con l’aggravante dell’odio raziale. Scontata la pena, era tornata a vivere nell’appartamento, riprendendo le vecchie abitudini nei confronti dei vicini. Tra queste, cospargere di sale e grasso la superficie del pianerottolo, gettare alcol sulla porta d’ingresso, abbandonare escrementi di cane sullo zerbino e, dulcis in fundo, minacciare i vicini di far loro fare la stessa fine della famiglia di Erba.

Presunto malintenzionato
bloccato a colpi di karate

Tentato furto finito male per un giovane di 27 anni che, nel cuore della notte, si aggirava con fare sospetto nell’androne di uno stabile in provincia di Bologna. Il 27enne, incensurato, non aveva fatto i conti con uno degli inquilini, un uomo di 40 anni esperto di arti marziali, che quella sera stentava a prendere sonno. Uditi alcuni rumori provenire dall’ingresso, il karateka si era insospettito, dirigendosi verso la porta della propria abitazione. Non vendendo le luci della scala accese, ha deciso di affrontare quella sagoma scura chiedendo cosa stesse facendo lì al buio. Non ricevendo risposta e vedendo che si stava allontanando, ha deciso di bloccarlo con una mossa di karate, per poi chiamare la polizia.

Bomba della Grande Guerra
uccide ragazzo in casa

Un giovane milanese di 35 anni è morto nella casa di montagna dove stava trascorrendo un periodo di villeggiatura insieme ai suoi genitori. L’assurdo incidente che ha causato il decesso è stato lo scoppio di un ordigno della prima guerra mondiale, recuperato qualche giorno prima, durante una passeggiata con gli amici, lungo un sentiero montano poco distante. La deflagrazione è avvenuta nel garage della villetta per cause ancora da accertare, mentre il giovane stava armeggiando con il residuato bellico. All’improvviso lo scoppio che gli ha tranciato di netto la mano, ma sarebbe stata una scheggia ad ucciderlo, perforandogli il cuore. Quando il padre del 35enne lo ha raggiunto dopo aver sentito il boato, è riuscito ad ascoltare le sue ultime parole: “Ho combinato una cavolata”.

Accatastamento fabbricati rurali: richiesta una proroga sulle registrazioni

[Fonte: Uncem Piemonte – Unione nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani]

Agevolare i cittadini nelle registrazioni degli immobili rurali al catasto edilizio urbano, rendere meno onerose possibili le pratiche, semplificare le procedure per gli uffici tecnici dei Comuni e tra i professionisti, sgravare i proprietari da imposte nei casi previsti dalla norma, precisando meglio le situazioni che non producono reddito, nell’interesse di riorganizzare le banche dati catastali.
Sono questi i principali temi dei quali si è discusso nella riunione a Roma di martedì 19 settembre, tra l’Agenzia delle Entrate, e i rappresentanti di Anci e Uncem, anche a seguito delle forti preoccupazioni espresse negli ultimi tre mesi da numerosi sindaci oltre che da moltissimi cittadini che hanno ricevuto dall’Agenzia oltre 800mila lettere di avviso bonario per il necessario accatastamento degli immobili, delle quali 200mila in Piemonte.

La mappa degli aggiornamenti catastali

Le Province di Cuneo, Torino e del Verbano Cusio Ossola sono tra quelle in Italia con maggiori situazioni ancora da aggiornare: immobili registrati al catasto agricolo, da dichiarare e inserire sul catasto edilizio urbano.
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate gli accatastamenti stanno procedendo (30mila le autocertificazioni già ricevute e immesse nella banca dati) anche grazie all’impegno di molti Comuni con i loro uffici tecnici. Uncem ha richiesto che il riallineamento delle banche dati, in tutto il Paese, tenga conto dell’esistenza di alcune situazioni peculiari nelle Alpi e in particolare nelle terre alte del Piemonte. L’abbandono della montagna ha portato a disporre di migliaia di beni immobili inutilizzati, in molti casi ruderi, oggi in parte distrutti. Per queste situazioni – per le quali è stata ribadita la necessità di una sola autocertificazione del proprietario, senza costi e senza successive imposte – l’Agenzia delle Entrate invierà una nota ai Comuni e ai professionisti con maggiori dettagli, nel precisare le fattispecie per le quali non sono necessarie registrazioni. Un’operazione auspicata da Uncem, per fare chiarezza e aiutare i cittadini nelle procedure. Anche rispetto ai casi dove vi sono parcellizzazioni della proprietà e della titolarità degli immobili, Uncem ha richiesto all’Agenzia di fornire supporto e maggiori informazioni, dando anche la disponibilità a organizzare un incontro dei tecnici dell’Agenzia con i Comuni montani piemontesi.

Le deroghe per le baite e i fabbricati rurali

Nonostante l’Agenzia delle Entrate non escluda errori nell’invio delle comunicazioni, in particolare relative alle aree montane piemontesi, Uncem ha confermato la disponibilità a collaborare al fine di agevolare cittadini ed Enti locali, in primo luogo migliorando la comunicazione, soprattutto su deroghe e categorie previste per baite e fabbricati rurali.
Nei prossimi giorni, Uncem, d’intesa con Anci, chiederà una proroga ai tempi previsti per le procedure di registrazione, finora fissati al 31 dicembre 2017. Un’istanza che l’Agenzia delle Entrate – rappresentata all’incontro con Uncem a Roma da Rossella Orlandi, vicedirettore generale dell’Agenzia e responsabile del Territorio e Catasto; e da Franco Maggio, direttore centrale Catasto Cartografia e Pubblicità – ha condiviso e verrà riportata ai parlamentari piemontesi oltre che al Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Nel corso dell’incontro, è stato toccato anche il tema della “fiscalità di vantaggio” per le imprese e le attività economiche delle aree interne – anche grazie al lavoro che si sta svolgendo tramite la Strategia nazionale – sul quale i vertici dell’Agenzia delle Entrate hanno condiviso l’urgenza posta da Uncem al tavolo, d’intesa con Ifel e Anci, con la necessità di aprire urgentemente un tavolo nazionale.

Comuni e geometri: un accordo per l’accatastamento degli immobili rurali

[A cura di: Anci]

Siglata a Roma la convenzione tra l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), la Fondazione patrimonio comune (Fpc), il Consiglio nazionale geometri e geometri laureati (Cngegl) e la Cassa italiana di previdenza dei geometri liberi professionisti (Cipag).

L’accordo sul catasto

L’accordo – firmato da Antonio Decaro, presidente Anci, Alessandro Cattaneo, presidente Fpc, Maurizio Savoncelli, presidente Cngegl, Diego Buono, presidente Cipag – è finalizzato a facilitare l’accatastamento dei fabbricati rurali, a cui sono tenuti per legge i Comuni italiani (ai sensi dell’art. 13, comma 14-ter del DL n. 201/2011).
Grazie a questa intesa, che tutti i Comuni interessati potranno sottoscrivere con i 110 collegi provinciali dei geometri, i compensi professionali peseranno meno sui bilanci comunali e l’individuazione dei geometri professionisti sarà resa più immediata dagli elenchi messi a disposizione dei Comuni italiani dal Cngegl. I costi delle operazioni di accatastamento, infine, potranno essere anticipati da Cipag con un fondo rotativo e, in un secondo momento, restituiti dalle amministrazioni comunali.

Regolarizzare gli immobili non accatastati

La regolarizzazione degli immobili non accatastati, rispetto alla quale l’Anci ha già avviato da tempo un’azione di sollecitazione nei confronti di tutti i Comuni, è utile anche a evitare il rischio di dover pagare per intero le sanzioni previste in caso di inadempienza, che arrivano a superare gli 8 mila euro per ogni immobile. La regolarizzazione tempestiva, invece, consentirebbe di sostenere solo il pagamento di 172 euro per ogni nuovo accatastamento.

Il presidente dell’Anci Antonio Decaro afferma: “Questo protocollo, che consente di avvalersi delle competenze tecniche dei geometri e di snellire una procedura sollecitata da tempo, va nella direzione che più volte mi sono posto da amministratore e da presidente dell’Anci: una collaborazione con le professioni tecniche che possono partecipare al più ampio processo di riforma della pubblica amministrazione. Il problema degli immobili non accatastati va affrontato e risolto. Con questa firma muoviamo un passo fondamentale in quella direzione”.

Dai condoni al fascicolo del fabbricato

L’accordo – aggiunge il presidente della Fondazione patrimonio comune, Alessandro Cattaneoci consente anche di guardare oltre: sono convinto che questa modalità di collaborazione tra professionisti e Comuni potrà dare le risposte che da troppo tempo si aspettano nel nostro Paese. Come ad esempio sui molti condoni ancora appesi (basta vedere quanto è successo ad Ischia), o sul tema dei controlli della staticità degli edifici ed il fascicolo di fabbricato”.

Proprio per dare continuità alla collaborazione tra categoria e l’Associazione dei Comuni italiani, Cipag e Cngegl parteciperanno inoltre all’assemblea nazionale dell’Anci, dall’11 al 13 ottobre, che si terrà a Vicenza. La presenza della categoria sarà un’ulteriore occasione per illustrare le best practice professionali provenienti dal territorio e messe a disposizione di tutti gli enti locali interessati.

La posizione dei geometri

La nostra partecipazione all’Assemblea nazionale dell’Anci – dice Maurizio Savoncelli, presidente Cngegl – è finalizzata a mettere a disposizione dei Comuni le migliori competenze della categoria, nel rispetto del principio di sussidiarietà tra pubblica amministrazione e professionisti, che è stato rafforzato dal recente Jobs act per i lavoratori autonomi”.

Siamo convinti – commenta infine Diego Buono, presidente Cipag – che iniziative come questa, oltre a costituire un esempio di sinergia pubblico-privato, siano estremamente utili e abbiano una forte valenza di reciprocità: da un lato gli enti locali potranno beneficiare della professionalità e delle facilitazioni per mettere a norma il proprio patrimonio urbano; dall’altro la categoria dei geometri potrà confermare il proprio contributo al miglioramento della vita sociale mettendosi ancora di più al servizio delle comunità locali”.

I NUMERI SCONVOLGENTI DELL’ABUSIVISMO EDILIZIO. E LA RICETTA DEI VERDI

[A cura di: Consiglio nazionale degli Architetti]

“Complessivamente risultano presentate 15,4 milioni di domande di condono, frutto dei condoni di Craxi del 1985 e di Berlusconi del 1994 e 2003. Di queste, circa 5,4 milioni risultano inevese, di cui 3,5 milioni relative al primo condono, 1milione al secondo e 840 mila al terzo”.
Lo hanno detto Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, e Sauro Turroni, responsabile nazionale politiche del territorio dei Verdi, in occasione della presentazione del dossier “La politica è franata – Tra abusivismo, consumo del territorio e dissesto”.

Per queste ragioni i Verdi propongono cinque azioni contro gli abusivi:

  1. rendere immediata la demolizione al momento dell’accertamento dell’abuso edilizio entro e non oltre 15 giorni dalla notifica del verbale;
  2. trasferire i poteri di repressione dell’abusivismo edilizio dai Comuni alle Autorità giudiziarie ed eliminare ogni potere di legislazione in materia alle regioni comprese quelle a statuto speciale;
  3. individuazione presso le procure di uffici specifici repressione abusivismo edilizio che dovranno essere potenziati con magistrati e personale tecnico;
  4. accordo strutturale tra il ministero di Grazia e Giustizia e il Ministero della Difesa per l’uso del genio militare negli abbattimenti;
  5. demolire prioritariamente gli immobili abusivi edificati nelle aree vincolate e demaniali.

RISTRUTTURAZIONI IMMOBILIARI ED EFFICIENTAMENTO: LE PROSPETTIVE EDILIZIE IN LOMBARDIA

[A cura di: Assoedilizia]

Per la prima volta dopo molti anni spira un venticello di moderato ottimismo all’assemblea generale di Assimpredil – Ance: l’ associazione dei costruttori di Milano, Monza e Lodi. Un moderato ottimismo messo nero su bianco – assieme a un corposo elenco di cose che non vanno e di cose da fare – dalla esaustiva relazione del presidente Marco Dettori (nella foto con Achille Colombo Clerici), preceduta dalla sintesi di una ricerca Makno. Ad ascoltare, una folta platea di imprenditori, assieme a chi è successivamente intervenuto: il sindaco di Milano Giuseppe Sala, i primi cittadini di Monza, Dario Allevi, e di Lodi, Sara Casanova; Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione Lombardia; il deputato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera. Il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, ha invece inviato un messaggio di saluto.

L’edilizia e il “modello ambrosiano”
Uno dei punti cardine della relazione di Dettori è stato la valorizzazione del “modello ambrosiano”, una alleanza tra le istituzioni – in primis la Regione – secondo i principi di flessibilità, responsabilità e controllo. La recessione ha colpito duramente: dal 2009 si è perso il 30% del capitale umano del settore delle imprese, e nell’ultimo quinquennio circa 35.000 posti di lavoro tra diretto e indotto: ma nel 2016 è stato rilevato un +13% del numero dei lavoratori a Milano, anche se permangono dati negativi nelle province di Monza e Lodi.
Nella difficile battaglia per tutelare chi opera nel rispetto delle regole, alleati preziosi sono le organizzazioni sindacali. Uno degli avversari più temibili resta, invece, la burocrazia.

Il settore delle costruzioni e il fardello della burocrazia
Gli esempi si sprecano. Risolvere le procedure autorizzative più semplici, ma fondamentali, indurrebbe il sistema delle imprese ad avere maggiore fiducia nella Pubblica Amministrazione. Tra le priorità, generare una nuova cultura di approccio all’ambiente affermando un diverso modello di intervento per la riqualificazione del territorio e il recupero delle aree dismesse, definendo azioni congiunte con le Amministrazioni locali per risolvere i nodi che bloccano i processi di rigenerazione.

Il nuovo Codice degli Appalti
Assieme all’auspicio di una legge “vera” di qualificazione delle imprese, la relazione si sofferma sul nuovo Codice degli appalti: 220 articoli, 172 refusi individuati e corretti, 441 modifiche, 60 decreti attuativi, prodotte nell’ultimo anno 1388 delibere Anac. Negli ultimi 5 anni il carico fiscale sul prodotto immobiliare è costantemente cresciuto rendendo praticamente impossibile determinare il costo finale di un investimento immobiliare; d’altro canto proprio gli incentivi fiscali per agevolare acquisto o recupero di abitazioni hanno dato risultati positivi, ma bisogna stabilizzare tali misure.

Le riqualificazioni immobiliari
L’obiettivo dovrebbe essere quello di incentivare operazioni di rigenerazione profonda del patrimonio costruito per innescare un capillare rinnovamento energetico, sismico e architettonico. Nel nostro territorio potrebbero esserci, nel prossimo decennio, più di 15 milioni di mq da rigenerare per un valore di investimenti di circa 20 miliardi. Mentre la città ha registrato negli ultimi due anni investimenti per oltre 6 miliardi, di cui 4 miliardi esteri.

L’housing sociale
I positivi risultati della politica urbanistica regionale sono stati ricordati dal vicepresidente Sala, il quale ha inoltre ricordato la grande collaborazione con il capoluogo e i meriti di quest’ultimo: primo caso in Europa di riqualificazione di un intero quartiere, il Lorenteggio; il 30% di housing sociale del residenziale che verrà edificato – assieme a 700.000 mq di verde – grazie al recupero degli ex Scali Ferroviari ; e una collaborazione sempre più stretta con i privati per risolvere il problema abitativo che vede, da un lato tanti alloggi non occupati e dall’altro lato la necessità di offrire casa a giovani e meno abbienti. Mentre il presidente Realacci ha riconosciuto il carisma di Milano, quarta finestra per il mondo dopo Venezia, Roma, Firenze: una città aperta a chi sta dentro le regole.

CRONACA FLASH DALLA CASA E DAL CONDOMINIO

Arrestato per stalking

della vicina di casa

Un uomo di 31 anni, residente in comune della provincia di Reggio Emilia, è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri, con l’accusa di stalking nei confronti della sua vicina di casa. Era cominciato tutto un anno fa, quando il molestatore, invaghito della dirimpettaia di 11 anni più giovane, aveva cominciato a tempestarla di messaggini, arrivando a pedinarla fino al posto di lavoro. La 20enne aveva cambiato impiego, denunciando lo stalker alle forze dell’ordine. Eppure, nonostante la notifica di divieto di avvicinamento alla giovane, dopo poco l’uomo si era palesato nel locale dove la vittima lavorava, riempiendola di insulti e minacciandola di fronte a numerosi testimoni. A quel punto sono intervenuti i militari dell’Arma che hanno proceduto all’arresto. 

Palazzina in fiamme

Salvati dal citofono

Tragedia sfiorata in un condominio della provincia di Ancona, colpito nel cuore della notte da un incendio che ha avvolto il quarto piano dello stabile. Nonostante le fiamme fossero visibili dalla strada, né il proprietario dell’appartamento maggiormente colpito, né i suoi vicini di casa si erano accorti di quanto stava accadendo, probabilmente a causa dell’ora tarda. A svegliare gli inquilini ci hanno pensato alcuni passanti che, alla vista del rogo, hanno cominciato a suonare all’impazzata i campanelli della palazzina, nel tentativo di allertare gli occupanti. Soltanto grazie alla loro tenacia il bilancio dell’incendio è stato di tre persone intossicate e una ustionata (il proprietario dell’alloggio). 

Il ladro “spiderman”

scivola durante la fuga

È rimasto a terra claudicante, il ladro acrobata che, assieme ad un complice, aveva tentato di svaligiare un alloggio al quinto piano di una palazzina di Monza. Dalle indagini è emerso che il malvivente, un 27enne proveniente dall’Albania, si trovava all’interno dell’appartamento quando, udito l’ascensore fermarsi al piano, aveva deciso di scappare calandosi dal balcone. Giunto al primo piano, saltando da un balcone all’altro, era però scivolato, rovinando al suolo tra le auto parcheggiate dei condòmini. A ritrovarlo, pochi metri più in là, sono stati i carabinieri della stazione locale, allertati dagli stessi inquilini dello stabile. Nessuna traccia, invece, del complice.

Muore folgorato

cambiando lampadina

I soccorritori hanno provato a rianimarlo fino all’ultimo, ma non c’è stato nulla da fare. Una morte assurda quella di un uomo di 58 anni, rimasto folgorato mentre stava tentando di sostituire una lampadina fulminata, nella sua casa di villeggiatura in una frazione di Taranto. Il 58enne è spirato poco dopo le 20 sotto gli occhi della moglie e della figlia, che avevano tempestivamente allertato il 118. Sulla tragedia indaga la Magistratura, che ha deciso di aprire un fascicolo per accertare se l’accadimento sia imputabile a una qualche imprudenza della vittima oppure al malfunzionamento dell’impianto elettrico dell’abitazione. Non sembrano esserci dubbi, invece, sulla causa del decesso.

Assemblea condominiale

si trasforma in rissa

Dovranno rispondere dell’accusa di rissa e lesioni personali i protagonisti della lite avvenuta in un comune in provincia di Frosinone, durante la periodica assemblea condominiale. Si tratta di una donna di 40 anni assieme al figlio maggiorenne, il compagno 40enne di lei e un uomo di 53 anni. Tra i quattro già da tempo non correva buon sangue e, durante l’ultima riunione di condominio, alle discussioni accese hanno fatto seguito le mani. Al termine della colluttazione sono finiti tutti in ospedale, anche se ad avere la peggio sono stati la donna e il 53enne. Dagli accertamenti dei carabinieri, allertati dal personale del nosocomio, sembra che all’origine dell’episodio vi siano motivi legati al non rispetto delle regole e all’eccessivo rumore da un appartamento all’altro.

I bimbi schiamazzano:

papà ferito da condòmino

Non è in pericolo di vita l’uomo accoltellato dal vicino di casa al termine di una lite consumatasi nel cortile di un condominio di Padova. A generare il diverbio sarebbe stato il rumore causato dai bambini che stavano giocando nel piazzale comune. Spazientito per il chiasso, l’aggressore, un uomo di 56 anni, si è affacciato al balcone lamentandosi e inveendo contro i minori. A quel punto è intervenuto il padre di uno dei ragazzini, blandendo un bastone e invitando l’uomo a scendere in cortile per risolvere la questione “da uomini”. Il 56enne non se l’è fatto ripetere due volte e si è presentato al cospetto dello sfidante armato di coltello. A conclusione della colluttazione il genitore è stato ricoverato e denunciato per porto abusivo di arma atta ad offendere, mentre il dirimpettaio è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.

Installa telecamere

per spacciare al sicuro

Aveva installato un sofisticato sistema di videosorveglianza il 40enne arrestato nella sua abitazione di Messina per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’operazione, messa a segno dalla squadra mobile della città dello Stretto con la collaborazione della locale unità cinofila della Guardia di Finanza, ha portato al rinvenimento di un notevole quantitativo di cocaina, marijuana e hashish e al recupero di circa mille euro in contanti. Le 4 telecamere, posizionate sul tetto della palazzina e collegate a due televisori, in salotto e in cucina, servivano al “professionista della droga” per monitorare il flusso dei clienti e per controllare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. Il sacchetto con lo stupefacente, non a caso, era stato lanciato dalla finestra poco prima del blitz.

CRONACA FLASH DALLA CASA E DAL CONDOMINIO

Fingono un furto

L’assicurazione li becca

Sono accusati di simulazione di reato e truffa aggravata i due coniugi cinquantenni, reo confessi, residenti in un comune dell’Emilia, che hanno finto di essere stati derubati in casa per ricevere i soldi dell’assicurazione. In realtà un furto, i due, lo avevano subito per davvero, ma qualche mese prima. Ad accorgersi della messa in scena è stata la polizia che, raccogliendo la denuncia e analizzando la dinamica dell’effrazione, ha scoperto che le modalità della finta razzia erano del tutto identiche a quelle precedenti. In particolare, dopo il primo colpo, la finestra dalla quale erano passati i ladri non era mai stata riparata. La coppia dovrà rimborsare l’assicurazione di 20mila euro.

Apre finestra per il caldo

Gli entrano i ladri in casa 

Una donna di 89 anni, residente in un comune della provincia di Monza e Brianza, è stata aggredita nella nel cuore della notte dai tre rapinatori che le stavano svaligiando casa. L’anziana stava dormendo nel suo letto quando si è accorta dei rumori provenienti dalla zona giorno. Quando si sono accorti di essere stati scoperti, i ladri l’hanno raggiunta e immobilizzata legandola al letto e malmenandola. Alle urla di aiuto ha risposto il figlio 60enne che si trovava nella stanza accanto, finendo anche lui vittima della violenza dei banditi. Secondo la ricostruzione dei fatti, questi ultimi si sarebbero introdotti nell’appartamento approfittando della finestra lasciata spalancata per il caldo.

Fingono un furto

L’assicurazione li becca

Sono accusati di simulazione di reato e truffa aggravata i due coniugi cinquantenni, reo confessi, residenti in un comune dell’Emilia, che hanno finto di essere stati derubati in casa per ricevere i soldi dell’assicurazione. In realtà un furto, i due, lo avevano subito per davvero, ma qualche mese prima. Ad accorgersi della messa in scena è stata la polizia che, raccogliendo la denuncia e analizzando la dinamica dell’effrazione, ha scoperto che le modalità della finta razzia erano del tutto identiche a quelle precedenti. In particolare, dopo il primo colpo, la finestra dalla quale erano passati i ladri non era mai stata riparata. La coppia dovrà rimborsare l’assicurazione di 20mila euro.

Apre finestra per il caldo

Gli entrano i ladri in casa 

Una donna di 89 anni, residente in un comune della provincia di Monza e Brianza, è stata aggredita nella nel cuore della notte dai tre rapinatori che le stavano svaligiando casa. L’anziana stava dormendo nel suo letto quando si è accorta dei rumori provenienti dalla zona giorno. Quando si sono accorti di essere stati scoperti, i ladri l’hanno raggiunta e immobilizzata legandola al letto e malmenandola. Alle urla di aiuto ha risposto il figlio 60enne che si trovava nella stanza accanto, finendo anche lui vittima della violenza dei banditi. Secondo la ricostruzione dei fatti, questi ultimi si sarebbero introdotti nell’appartamento approfittando della finestra lasciata spalancata per il caldo.