[Fonti: Nuovo FiscoOggi – Agenzia delle Entrate e Anci]
Novità in materia di Imu sui terreni agricoli. Il decreto legge 4/2015 del 24 gennaio, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 19 dello stesso giorno, sposta il limite per l’esenzione a un’altitudine inferiore, e fa slittare i termini di versamento di quanto dovuto per l’anno 2014 al prossimo 10 febbraio. I nuovi criteri, per stabilire chi paga e chi no, rimandano sempre all’elenco dei comuni italiani consultabile sul sito internet dell’Istat ma, a differenza di quanto stabilito in precedenza con il Dm 28 novembre 2014, non si fa più riferimento all’ubicazione in termini di altitudine del centro del Comune, bensì alla “codifica” data dall’Istat al suo territorio.
In sostanza, l’esclusione va ricercata sempre nella lista pubblicata sul sito Istat, nella colonna “R” e non più nella “P”. Qui, se in corrispondenza di un determinato Comune si trova la lettera “T”, lo stesso è considerato totalmente montano; con “P”, invece, viene individuato un territorio parzialmente montano, mentre l’acronimo “NM” indica i comuni non montani, tutto ciò a prescindere dall’altitudine in cui è situata la sede amministrativa.
Ricapitolando: tutti i terreni agricoli (e quelli non coltivati) ubicati nei comuni “T” sono esenti dall’Imu. Per quelli identificati dalla “P”, invece, l’esonero è condizionato dal proprietario o dal “gestore”, cioè, per godere dell’esclusione dall’Imu, i terreni “parzialmente montani” devono essere posseduti e condotti da coltivatori diretti o da imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola; la regola vale anche in caso di concessione in comodato o in affitto a favore degli stessi soggetti. Pagano l’Imu, infine, tutti i terreni ubicati nei comuni “NM”.
Le nuove disposizioni si applicano anche per il 2014. Considerato, però, che l’innovazione della norma ha risucchiato nell’obbligo comuni in prima battuta esenti, a questi il decreto “abbona” la quota che avrebbero dovuto versare per il 2014. In pratica, per i terreni che erano esclusi dall’Imu in base ai criteri fissati dal Dm 28 novembre 2014 e che invece ne risultano assoggettati in virtù delle nuove regole dettate dal Dl 4/2015, il tributo 2014 non è dovuto.
Esenzione confermata e senza vincoli, infine, per “i terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile”.
Le novità contenute nel Dl 4/2015 spazzano via la scadenza del pagamento, che era fissata al 26 gennaio, e la fa slittare, appunto, al prossimo 10 febbraio. Entro tale data va calcolata l’Imu dovuta, applicando l’aliquota base del 7,6 per mille (a meno che il Comune di riferimento non ne abbia approvata un’altra), ed effettuato il versamento tramite specifico bollettino di conto corrente postale oppure tramite modello F24, indicando il codice tributo 3914.
Soddisfatta per l’il provvedimento l’Anci che, per voce del presidente, Piero Fassino, commenta: “Bene ha fatto il Governo a rivedere e correggere il regime fiscale sui terreni agricoli, accogliendo le richieste di tanti sindaci e dell’Anci. I nuovi criteri adottati e le molte esenzioni previste vengono, infatti, incontro all’esigenza di non penalizzare i terreni montani e le loro attività agricole, e determinano una significativa riduzione della platea dei Comuni e dei contribuenti interessati. Auspichiamo che dopo la scadenza del pagamento si verifichi con attenzione il gettito effettivo, e in conseguenza si riequilibri la riduzione di risorse già operata sui Comuni”.
[A cura di: Andrea Cartosio – Ist. Naz. Tributaristi]
Oggi, mercoledì 21 gennaio, potrebbe essere sciolta l’annosa questione riferita al pagamento dell’IMU sui terreni agricoli relativa all’anno 2014.
Nessuna novità in materia è emersa dal Consiglio dei Ministri tenutosi ieri; sarà dunque tutto rimesso alla decisone, si presume in data odierna, del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, che dovrà decidere se confermare, prorogare o abolire l’IMU sui terreni agricoli.
Furono i giudici laziali, con decreto 6651/2014 emesso a fine dicembre 2014, a sospendere l’efficacia del decreto emesso dal Consiglio dei Ministri il 28 novembre 2014 riferito al pagamento dell’IMU sui terreni agricoli data “l’assoluta incertezza dei criteri applicativi”.
L’impianto normativo originario imponeva ai proprietari di terreni posti in Comuni situati sotto i 280 metri di altitudine al pagamento dell’imposta, stabilendo esenzioni specifiche per terreni siti in Comuni tra i 281 e i 600 metri di altitudine, ed escludendo a priori i terreni situati in Comuni al di sopra di 601 metri d’altitudine.
Non resta che attendere il pronunciamento del Tar, dal momento che dalla relativa sentenza dipenderà la possibilità di un nuovo ricorso facendo slittare ulteriormente la decisione al prossimo mese.
Problemi di vita quotidiana in condominio. Diatribe che spesso sfociano in cause interminabili. Ecco, in una scheda a cura di Confappi, alcuni quesiti frequenti e una risposta dal punto di vista giuridico.
D. Può l’amministratore vietare di parcheggiare la bici nel cortile condominiale?
R. Essendo il cortile una parte comune dell’edificio, il punto di partenza è rappresentato dall’art. 1102 c.c., secondo cui “Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”. Secondo il Codice civile, quindi, il parcheggio della bicicletta sarebbe sempre consentito. Può capitare, però, che il regolamento condominiale lo vieti: in questo caso c’è poco da fare, a meno che l’assemblea non voti per modificare il regolamento. Lo stesso regolamento condominiale, a sua volta, è però subordinato sia al Regolamento edilizio comunale che a quello Locale di igiene. Così, ad esempio a Milano e Torino, le amministrazioni comunali hanno autorizzato il parcheggio della bicicletta all’interno del cortile condominiale e l’amministratore non può che attenersi alla legge.
D. Raccolta differenziata in condominio: chi paga la multa in caso di errato conferimento dei rifiuti?
R. Se nei cassonetti posti all’interno del cortile condominiale la raccolta differenziata dei rifiuti non è eseguita correttamente, la polizia municipale multa l’intero condominio, che per legge è responsabile nei confronti del Comune. A quel punto l’amministratore inserisce la sanzione nel bilancio, ripartendo l’importo fra tutti i condòmini, in base alla quota millesimale di ciascuno.
D. Chi paga per la tinteggiatura delle scale?
R. La risposta è contenuta nell’art. 1124 c.c. secondo cui “Le scale e gli ascensori sono mantenuti e sostituiti dai proprietari delle unità immobiliari a cui servono. La spesa relativa è ripartita tra essi, per metà in ragione del valore delle singole unità immobiliari e per l’altra metà esclusivamente in misura proporzionale all’altezza di ciascun piano dal suolo. Al fine del concorso nella metà della spesa, che è ripartita in ragione del valore, si considerano come piani le cantine, i palchi morti, le soffitte o camere a tetto e i lastrici solari, qualora non siano di proprietà comune”.