Quotazioni sostanzialmente stabili per il mercato immobiliare italiano con prospettive in miglioramento. Ma il Covid sembra aver inciso sulle scelte degli italiani che puntano con sempre maggior forza per una casa situata al di fuori dei grandi centri urbani, possibilmente in aree verdi e comunque dotate di giardini o terrazzi.
Sono queste le principali conclusioni del consueto sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia condotto da Bankitalia.Nel dettaglio nell’indagine condotta presso 1.323 agenti immobiliari dal 29 marzo al 30 aprile 2021, più del 60 per cento degli operatori segnala una sostanziale stabilità dei prezzi rispetto alla precedente rilevazione mentre la quota di coloro che riferiscono quotazioni in diminuzione è scesa, ma resta di poco superiore a un quarto del totale e i giudizi sulle condizioni della domanda sono migliorati nelle aree non urbane, ma si confermano sfavorevoli nelle città. Inoltre l’andamento dei nuovi incarichi a vendere è rimasto ovunque negativo mentre i tempi di vendita e lo sconto medio rispetto al prezzo iniziale richiesto dal venditore sono lievemente diminuiti.
Sono invece migliorate le prospettive, sia sul proprio mercato di riferimento sia su quello nazionale anche se le attese restano tuttavia prevalentemente negative nel trimestre in corso, mentre sono più favorevoli su un orizzonte biennale. Ma il dato che più colpisce è che nelle percezioni degli agenti, su un orizzonte di tre anni le caratteristiche delle abitazioni ricercate dai potenziali acquirenti saranno molto diverse da quelle prevalenti prima della pandemia, con una maggiore richiesta di unità abitative indipendenti e con spazi esterni.
In particolare la domanda di unità abitative indipendenti aumenterà per il 75,0 per cento degli operatori mentre la ricerca di spazi esterni crescerà per il 90,3 per cento.
Gli sviluppi attesi circa la dimensione e la posizione degli immobili richiesti sono invece più incerti: per il 44,5 per cento degli agenti la domanda di unità abitative di grandi dimensioni aumenterà a fronte del 44,2 che ne prefigura una stabilità. Il 43,3 per cento degli operatori si attende una maggiore richiesta di abitazioni in aree periferiche o non urbane, che rimarrà invece stabile per il 48,8 per cento. Per i due terzi degli intervistati, a tali sviluppi contribuirebbe in misura molto o abbastanza rilevante la possibilità di ricorrere al lavoro a distanza