L’ANAMMI sostiene la proposta della Consulta Nazionale delle associazioni degli amministratori di condominio, che chiede di inserire i professionisti del settore nelle liste dei lavoratori più a rischio, a causa della continua attività di contatto con gli stessi condòmini, con altri professionisti e gli uffici pubblici. Ad aumentare il rischio, anche le assemblee in presenza, richieste per usufruire del Superbonus.
Gli amministratori di condominio, per il ruolo che svolgono, rappresentano una categoria vulnerabile, da vaccinare al più presto contro il Covid-19. l’ANAMMI, l’Associazione Nazional-europea AMMinistratori d’Immobili, appoggia la proposta già avanzata dalla Consulta Nazionale delle Associazioni degli amministratori di condominio, e sottolinea come quello degli amministratori sia, per sua natura, un servizio essenziale, svolto a favore dei condòmini, e con una notevole ricaduta pubblica.
“Il 60% degli italiani, pari a 14 milioni di famiglie, vive in condominio – ricorda Giuseppe Bica, presidente dell’ANAMMI –. Oltre ad essere luogo di abitazione per tantissimi cittadini, dà anche lavoro e occupazione a migliaia di persone. A gestire tutto questo, nell’ambito di un rapporto continuo con i nostri condòmini, sono gli amministratori, chiamati a interfacciarsi con tecnici, fornitori, autorità pubbliche, altri professionisti. Ed è evidente che questo flusso continuo di contatti non può essere svolto semplicemente da remoto”. Basti pensare all’attività di sanificazione, essenziale in questo momento di emergenza sanitaria, o alla presenza di studi medici in condominio, coinvolti anch’essi nell’attività di vaccinazione e caratterizzati dal passaggio costante dei pazienti.
“Emerge chiaramente che l’amministratore condominiale incrocia, nel normale svolgimento del suo lavoro, persone potenzialmente a rischio, senza poter contare su effettive tutele – sottolinea Bica – proprio per questa ragione, insieme alla Consulta Nazionale delle associazioni degli amministratori di condominio, chiediamo al Governo, al Ministero della Salute e alle regioni di essere vaccinati quanto prima”.
Un ulteriore motivo di rischio deriva dalle assemblee di condominio, legate al ricorso al Superbonus del 110%, la maxi-agevolazione fiscale che consente di ristrutturare gli immobili avvalendosi degli incentivi statali. “Nonostante la possibilità di riunirsi online – spiega il presidente dell’ANAMMI – i condòmini, che devono decidere sugli interventi e sulla scelta dei preventivi di spesa, preferiscono l’assemblea tradizionale, più adatta a discussioni tanto importanti. Questo, però, implica per l’amministratore un aumento dell’esposizione al contagio, quindi una maggiore possibilità di contrarre il Coronavirus”.
La stessa riforma del condominio, nel 2012, ha ridefinito in senso pubblico il ruolo del professionista che, in tutta una serie di casi, deve interloquire con gli enti locali e le istituzioni nazionali. “Per legge, la targa con i riferimenti del professionista deve essere bene in vista, in modo che tutti possano contattarci per le emergenze – precisa Bica – Visto che è nostro dovere essere sempre a disposizione di tutti, ci sembra giusto essere inclusi nelle liste dei lavoratori che hanno diritto prioritario alla somministrazione del vaccino”.
Al riguardo, tutta la Consulta Nazionale delle Associazioni degli amministratori di condominio è disposta a collaborare con le istituzioni, per fornire i nominativi degli amministratori professionisti, ai quali consentire l’accesso al vaccino anti-Covid-19, e per qualsiasi altra informazione, utile all’inclusione di questi professionisti nelle liste delle categorie vulnerabili.
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