“L’obiettivo principale del superbonus del 110% è migliorare dal punto di vista della sicurezza e dell’efficienza energetica con lavori di qualità lo stato del nostro patrimonio immobiliare”. Lo ha detto Giorgio Spaziano Testa, presidente di Confedilizia, in audizione davanti alle commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive.
“Si tratta – ha detto Spaziani Testa – di un’incentivo importante, che può migliorare davvero, specie se esteso nel tempo, la sicurezza dei nostri immobili e la loro efficienza energetica (che si unisce ad altri incentivi altrettanto importanti spesso dimenticati ma che per fortuna il Parlamento ha prorogato fino a tutto il 2021 dal bonus facciate agli incentivi per gli interventi di ristrutturazione edilizia). Però se vogliamo davvero migliorare il nostro patrimonio edilizio” serve “l’estensione minimo alla fine del 2023” e “contestualmente modifiche, miglioramenti e correttivi alla normativa”
Parte della soluzione ad alcuni problemi è data naturalmente dalla durata. Se si estende lambito temporale della misura, che riguarda interventi di enorme rilevanza, è chiaro che la durata deve essere ampia.
Il minimo dellestensione è quella alla fine del 2023. Così il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in audizione nelle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera sullapplicazione del superbonus 110%. “Riteniamo che siano necessarie naturalmente altre cose: cè un tema di semplificazioni. Riteniamo utile aderire allidea proposta dallAnci che ha recentemente proposto che la legittimità sia valutata solo nella fase iniziale. Spaziani Testa ha quindi criticato lesclusione degli immobili cosiddetti di lusso e la limitazione a quelli residenziali.
“Dobbiamo farci una domanda sulla base dei dati che abbiamo appena letto da parte dellEnea, che ci fornisce i dati relativi alla parte energia del bonus ma non quella relativa al sisma, e che ci dice che sono stati attivati circa 13mila interventi – adesso ci sarà qualche aggiornamento degli ultimi giorni, ma insomma siamo su quella cifra – di cui solo 1.200 su edifici di tipo condominiale. Questo è un dato che deve far pensare e che noi diciamo che ci aspettavamo, non forse in questa misura così catastrofica: stiamo parlando dello 0,1% del totale dei condomìni italiani.”