[A cura di: Andrea Tolomelli – pres. naz. Abiconf] Come è noto, l’incontro di confronto tra le associazioni rappresentative del mondo degli amministratori di condominio convocato dal Sottosegretario di Stato, avv. Jacopo Morrone per il 2 maggio 2019 presso il Ministero di Giustizia è stato spostato al 9 maggio per permettere la partecipazione di numerose associazioni che hanno fatto richiesta di partecipare all’assise.
Francamente non possiamo che condividere l’intento di garantire la massima partecipazione a tutte quelle associazioni che in qualche modo e forma sono rappresentative del mondo degli amministratori di condominio. Anzi, con tale seconda convocazione sono state chiamate associazioni, originariamente dimenticate, che di sicuro potranno portare autorevoli spunti di riflessione e/o discussione.
L’elevato numero di interlocutori chiamati al tavolo conferma l’iniziativa accolta e sostenuta da Abiconf di istituire un pubblico registro degli amministratori di condominio con la prevista iscrizione mediata dalle associazioni di categoria a cui i singoli amministratori sono iscritti. Si determinerebbe, così, uno strumento di chiara identificazione degli amministratori di condominio e delle associazioni di loro riferimento, tale da permettere un’univoca ricerca e controllo da parte degli utenti finali (ai quali la legge di riforma del condominio assegna l’arduo e forse improprio compito di verifica dei requisiti previsti per l’esercizio della professione dei professionisti scelti dalla stessa assemblea dei condòmini).
D’altra parte, verrebbero garantiti e valorizzati i ruoli delle associazioni di categoria previste dalla legge 4/2013 e sarebbe un primo ed importante passo verso la creazione un riconoscimento di identità di categoria, ben sentito dagli amministratori di condominio e purtroppo non altrettanto dimostrato da alcuni rappresentanti di associazione.
Tra l’altro, si chiarirebbero nel contempo le effettive consistenze numeriche delle diverse associazioni degli amministratori in modo da comprendere, chiaramente ed apertamente, gli ambiti di rappresentatività delle stesse. L’introduzione, poi, dell’accennato registro potrebbe essere un significativo passo per l’avvio di una contemporanea riforma dell’articolo 71 bis, anche per cancellare quella parte che prevede la possibilità per un condomino di amministrare il condominio senza i requisiti di formazione ed aggiornamento previsti dalla stessa norma.
Pertanto Abiconf rimane fermamente favorevole all’introduzione di un pubblico registro degli amministratori di condominio, purché la norma, nel contesto del panorama legislativo vigente, ed in particolare della legge 4/2013, riconosca il ruolo imprescindibile delle associazioni di categoria iscritte al MISE che rilasciano attestato di qualità dei servizi dei propri iscritti.
Nel ribadire l’apprezzamento per quanto correttamente proposto dal sottosegretario Morrone, anche nei termini dell’estensione al più ampio pubblico del dibattito sull’argomento, non può altrettanto condividersi l’iniziativa di coloro che nell’intento di far naufragare la proposta di introduzione di una specifico registro degli amministratori di condominio paventano non comprensibili interessi di lobby delle compagnie assicurative e/o dei mediatori immobiliari oppure rilanciano proposte difficilmente realizzabili nell’odierno contesto legislativo di creazione di un albo degli amministratori di condominio.
Per troppo tempo le associazioni di categoria di sono infruttuosamente spese per richiedere l’istituzione di un albo, ma nel contempo nei fatti si sono divise su tanti e più fronti, mostrandosi così incapaci di condividere un obbiettivo comune, tant’è che la riforma dell’istituto del condominio ed i noti decreti di formazione non hanno riconosciuto alle associazioni degli amministratori il ruolo che viceversa sarebbe loro spettato.
Pertanto è auspicabile la convergenza di tutti su quelle riforme realizzabili nell’interesse della categoria.