Alac, Ap, Unai: “Ecco perché non aderiamo al Tavolo politica/associazioni”
[A cura di: Paolo Gatto, pres. A.L.A.C.; Paolo Caprasecca, pres. Ap; Rosario Calabrese, pres. Unai] Il giorno 6 luglio 2020, sulla piattaforma Zoom, in videoconferenza, si è riunito il Tavolo di Concertazione della “Consulta delle Associazioni degli Amministratori di Condomini e Immobili”, per decidere in merito alla richiesta pervenuta dallo Studio Legale Pikler di partecipare al “Tavolo di intergruppo parlamentare per proposta di riforma organica della materia condominiale” (vedi qui per approfondire):
Alla riunione della Consulta hanno partecipato:
- ALAC – Associazione Liberi Amministratori Condominiali, rappresentata dal Presidente Paolo Gatto;
- AP – Amministratori Professionisti, rappresentata dal Presidente Paolo Caprasecca;
- UNAI – Unione Nazionale Amministratori d’Immobili, rappresentata dal Presidente Rosario Calabrese (foto).
Dopo ampia ed approfondita analisi:
- Preso atto che, a seguito di invito del 11 maggio 2020 da parte di UNAI, in data 18 maggio 2020, a mezzo videoconferenza sulla piattaforma Zoom, aderivano alla “Consulta delle Associazioni degli Amministratori di Condominio” le associazioni Abiconf, Aiac, Alac, Anammi, Anapi, AP, Apac, Arai, Fna, oltre alla promotrice Unai
- preso atto che nell’incontro della Consulta, tenuto sulla piattaforma Zoom il giorno 15 giugno 2020, Abiconf, per prima, a seguire Anammi, poi Fna e da ultimo Aiac, decisero di uscire dalla Consulta stessa;
- preso atto che la denominazione, estesa, della Consulta è stata tutelata con deposito presso la Camera di Commercio, in data antecedente a tale diaspora;
- preso atto che, le associazioni oggi presenti, essendo state fra le prime ad aderire alla Consulta, convocata da Unai, decisero di proseguire nei lavori del Tavolo di Concertazione, nonostante queste defezioni;
- preso atto che, nell’assemblea del 29 giugno 2020, la Consulta deliberò di integrare le tre regole, inizialmente concordate, per la partecipazione alla Consulta con le seguenti nuove regole:
Regola Quattro
Non potranno sedere al Tavolo di Concertazione rappresentanti di associazioni che abbiano in passato plagiato o tentato di plagiare “marchi” o “denominazioni” altrui o che siano in regime di obiettiva sudditanza, dipendenza o condizionamento da parte di organizzazioni della proprietà immobiliare, del commercio, dell’artigianato o comunque da enti e/o organizzazioni che rappresentano attività diverse dalle amministrazioni condominiali professionali.
Regola Cinque
Al Tavolo di Concertazione potranno partecipare unicamente associazioni il cui rappresentante legale esercita, nel concreto, almeno in forma collaterale, l’attività di amministratore di condominio.
Eccezioni
È ammessa la deroga a non più di una delle cinque regole sopra esposte, esclusivamente nel caso di personalità di spicco, a livello nazionale, o di organizzazioni di comprovata eccellenza nella tutela degli interressi degli amministratori di immobili e condomini.
- Preso atto della richiesta pervenuta dallo Studio Pikler, di partecipare al tavolo convocato per la riforma della normativa condominiale denominato “Tavolo di intergruppo parlamentare per proposta di riforma organica della materia condominiale”;
- preso atto che i membri della Consulta, a mezzo del proprio rappresentante, avevano posto come condizione di partecipazione a tale tavolo:
- che il “tavolo” avesse come obiettivo la “abrogazione” della legge 220/12 per sostituirla con altra che origini dal testo del previgente Codice, da integrarsi con le poche previsioni “utili” introdotte dalla L. 220/12, oltre a contenere nuove previsioni volte a garantire la funzionalità dell’ente;
- che al “tavolo” sedessero esclusivamente associazioni degli amministratori di condominio;
- preso atto che tale “Tavolo di intergruppo parlamentare” ha recepito la nostra condizione in merito alla legge 220/12, ma non la seconda in merito alla composizione del tavolo;
- considerato che a tale tavolo risultano aver aderito associazioni che non rispondono ai requisiti previsti dalle nostre regole numero due (divieto di commistione nella rappresentanza) e quattro (originalità di marchi e denominazioni), per essere considerate (da noi) meritevoli di rappresentare la categoria, secondo i nostri parametri;
- considerato che l’obiettivo primario, decisivo ai fini della nostra partecipazione a qualsiasi tavolo dove si parli di amministratori o di condominio, sarà (come per il passato) la tutela della professione e della professionalità dell’amministratore;
- considerato che fra gli obiettivi di questo tavolo non c’è un argomento fondamentale e urgente come l’Equo Compenso.
Ebbene, valutato quanto esposto sopra, la “Consulta delle Associazioni degli Amministratori di Condomini e Immobili” composta dalle associazioni ALAC, AP, UNAI, comunica agli iscritti delle rispettive associazioni e a quanti interessati che, al fine del impedire il ripetersi del disastro prodotto da una analoga “ammucchiata, con l’emanazione della legge 220/12:
- non ha aderito e non parteciperà al c.d. “Tavolo di intergruppo parlamentare per proposta di riforma organica della materia condominiale”, come già deliberato in data 29 giugno 2020 e comunicato agli organizzatori;
- attiverà propri strumenti, alternativi ed eventualmente di contrasto, in sede parlamentare e nelle specifiche commissioni, valutando di volta in volta le eventuali proposte di modifica partorite da tale “tavolo”, onde evitare danni maggiori a quelli attuali;
- proseguirà nei contatti, già a buon punto, di creazione di un proprio tavolo interparlamentare sui temi del condominio e dell’amministratore, nell’ottica e con l’obiettivo di migliorare la condizione dell’amministratore di condominio, oggi vessato dalla 220/12, mettendo a disposizione il proprio patrimonio di storia, di esperienza e di professionalità.
Obiettivo primario della nostra attività sarà la tutela della professione e della professionalità dell’amministratore, oltre ad evitare che personaggi estranei al nostro mondo e alle problematiche di noi amministratori ci danneggino con nuovi oneri o nuovi inutili e costosi orpelli burocratici.