[A cura di: Mauro Simone – pres. Alac Bari e vice segr. naz. Alac] Le imminenti elezioni rappresentano una occasione formidabile per rivolgere ai movimenti politici le istanze di una categoria bistrattata qual è quella degli amministratori di condominio, augurandoci ovviamente che i prossimi cinque anni siano contrassegnati da un impegno serio della Politica e del Parlamento volto a individuare le soluzioni, più volte da noi sommessamente suggerite, per affermare i diritti e le attese della categoria.
La legge sull’equo compenso dei professionisti che gestiscono i condomini deve essere applicata con concretezza previo un serio confronto attorno ai tavoli tecnici tra gli organi ministeriali e le associazioni di categoria rappresentative allo scopo di dare dignità al lavoro degli amministratori e al loro ruolo sociale e un giusto riconoscimento economico a coloro che svolgono questa attività.
La riforma del condominio (L. 220/12), unita alla “miniriforma” (L. 9/2014), ha apportato solo alcune modifiche alla disciplina del 1942; pecca però di vuoti normativi, essendosi limitata solo a dare rilevanza di diritto positivo ai pronunciamenti delle corti giudicanti di merito e di legittimità.
Dopo 5 anni di vigenza della novella condominiale è necessario un restyling sul piano normativo. I correttivi devono riguardare alcuni punti della disciplina, come l’art. 63 delle disposizioni di attuazione c.c., la disciplina dei rumori prodotti nei caseggiati dai residenti e dalle apparecchiature di immobili con attività rumorose, per limitarci a due sole questioni, e soprattutto modifiche dei criteri di professionalità e di aggiornamento delle competenze e qualificazione degli amministratori.
Sintetizzando si auspica quanto segue:
Le suddette proposte, per la indubbia semplicità ed immediatezza nella loro applicazione operativa, non causerebbero alcuna ricaduta sulla finanza pubblica e nel contempo contribuirebbero ad elevare lo standard di qualità delle prestazioni degli amministratori incidendo positivamente sugli interessi dei consumatori e dei professionisti seri, determinando inoltre un impatto positivo sulla trasparenza delle gestioni e sulla qualità e qualificazione degli amministratori di condominio e di supercondominio.