Una legge di bilancio in chiaroscuro. Ma, secondo il vicepresidente di Alac, Mauro Simone, a pesare è soprattutto l’assenza dalla politica di misure dedicate agli amministratori di condominio. E il clima di campagna politica permanente che crea sfiducia nei confronti del Paese.
In una manovra 2020 in chiaroscuro è senza dubbio positivo che la Legge di Bilancio abbia prorogato il bonus 50% sulle ristrutturazioni e quello per la riqualificazione energetica delle unità immobiliari con opere agevolate al 65% e al 50%.
Meno convincente è la nuova detrazione al 90% per gli interventi di recupero o restauro delle facciate. In generale, la lista di bonus fiscali è estesa, però giocano a sfavore la paura del futuro e la scarsa liquidità di cui possono disporre molte famiglie.
Peccato, invece, per la retromarcia dello sconto eco e sisma bonus in fattura per opere inferiori a 200mila euro.
Riguardo alla proprietà immobiliare spiace per la mancata proroga della cedolare al 21% per le locazioni commerciali per le quali auspichiamo la contrattazione concordata.
È un dato positivo la stabilizzazione della cedolare al 10% dei contratti concordati ad uso abitativo, non invece l’accorpamento IMU-TASI.
È buio normativo per gli amministratori di condominio, che chiedono giustamente l’equo compenso o meglio il diritto ad un compenso giusto e proporzionato alla qualità e quantità delle loro prestazioni professionali.
Auspichiamo il riordino della categoria, eziandio il riconoscimento del ruolo e della funzione delle associazioni iscritte nell’elenco del Mise.
La coperta troppo corta senza il taglio della spesa improduttiva unitamente a rivoli sospetti o inquinati e senza cospicui investimenti non ci fanno sperare nello sviluppo economico sostenibile auspicato.
Infine, non è edificante l’immoralità diffusa e la mancanza di senso dello Stato, per non parlare dei comportamenti, ai più alti livelli, da “sepolcro imbiancato”. Un modesto consiglio vorremmo dare ai reggitori della cosa pubblica.
Occorrerebbe mandare a votare i cittadini, di ogni livello territoriale, contemporaneamente per tutte le competizioni elettorali ogni 8/10 anni piuttosto che assistere alla campagna elettorale permanente, che contribuisce ad accrescere la sfiducia dei cittadini nei confronti dei partiti e dello Stato.