L’amministrazione condominiale piace sempre di più e continua a offrire spazi lavorativi anche a chi opera da tempo nel settore. Lo sottolinea l’Anammi (Associazione nazional-europea degli amministratori d’immobili).
Sulla base di un’indagine tra i nostri 13mila soci – afferma il presidente Giuseppe Bica – abbiamo avuto la conferma che, nonostante la crisi, gli amministratori di condominio possono contare su un mercato professionale interessante, con notevoli opportunità lavorative. Molto dipende dal fatto che circa l’85% degli italiani abiti in condominio: un dato unico in Europa che spiega anche la centralità della materia condominiale nel nostro diritto. In questo quadro, la figura del professionista assume un ruolo fondamentale, aggiunge il numero uno di Anammi.
La riforma del 2012, che ha “professionalizzato” il ruolo dell’amministratore, ha fornito nuove possibilità agli operatori del settore che già si muovevano in un’ottica imprenditoriale. “È quello che Anammi ha messo in atto fin dalla sua costituzione nel 1993 – osserva Bica – imponendo anche l’obbligo di formazione continua. Oggi il mercato ci dà ragione, e i professionisti seri, in controtendenza rispetto ad altri settori, lavorano a tempo pieno, contando su compensi adeguati”. Lo dimostra il fatto che il 70% dei soci Anammi svolge in via privilegiata l’attività di amministrazione di immobili.
Stop, quindi, alla figura dell’amministratore “dopolavorista”. Ma non è tutto. Un’altra tendenza positiva, registrata nel mondo condominiale, è che i liberi professionisti si avvicinano al mondo del condominio con maggiore frequenza. Secondo i dati dell’associazione, un amministratore su tre è in possesso di una laurea: Giurisprudenza ed Economia sono le facoltà preferite, mentre ragionieri e geometri rappresentano il 70% degli associati, seguiti dagli avvocati e dagli architetti.
La materia condominiale è estremamente complessa – valuta il presidente di Anammi –. Per questo motivo, occorrono capacità manageriali e competenze tipiche del lavoratore autonomo. Inoltre, la giurisprudenza relativa al condominio è in continuo divenire e, soprattutto, non è univoca su casi analoghi. Ecco perché il ruolo di mediazione dell’amministratore è ormai imprescindibile.
Anche a causa delle numerose mansioni assegnategli, oggi l’amministratore di condominio si è trasformato nel punto di riferimento per tutto ciò che riguarda gli immobili da lui amministrati, dal lavoro di ristrutturazione alla prevenzione sismica.
Un fenomeno molto recente – chiosa il presidente Bica – che indica la vitalità di una professione, capace di dare nuove chance a chi è uscito dal mercato del lavoro.
Al riguardo, i dati Anammi ribadiscono la percentuale in crescita di persone con un passato professionale in altri ambiti e alla ricerca di una nuova strada professionale. “Nel biennio 2015-2017 – segnala Bica – il 30% dei nuovi iscritti all’associazione ha scelto questo percorso lavorativo come risposta alla perdita del lavoro o al rischio di precarietà”.