[A cura di: Mauro Simone – presidente Alac Bari]
Come Alac abbiamo posto da tempo il problema dei compensi degli amministratori di condominio, evidenziando che sono assolutamente inadeguati per l’impossibilità di poter adottare tariffe minime, stanti i divieti imposti dell’Antitrust e dell’U.E..
Mettendo da parte la questione dei tariffari minimi – in quanto per la Commissione dell’Unione Europea sono clausole restrittive della concorrenza e per la Direttiva Bolkestein sarebbe prima necessario notificare l’eventuale provvedimento che introduce il tariffario minimo obbligatorio – è, comunque, assolutamente indispensabile, per la dignità professionale degli amministratori di condominio, estendere ai non ordinisti l’equo compenso, ovvero un compenso proporzionato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto, tanto più necessario anche per impedire la concorrenza sleale da parte di amministratori che si offrono con prezzi al ribasso, a rischio di scarsa qualità della prestazione. Gli amministratori non hanno rappresentanza politica. Nessun partito o movimento politico tutela i professionisti associativi. Ci auguriamo che il progetto di legge dell’on. Sacconi per l’equo compenso riconosciuto anche agli amministratori di condominio, momentaneamente accantonato, venga riconsiderato dai senatori ed approvato al più presto. Tutti i rappresentanti delle associazioni di amministratori debbono far sentire la loro voce, in quanto il compito delle associazioni è anche quello di aumentare la loro funzione rispetto alle istituzioni e alla politica. A questo proposito, il 30 novembre, a Roma, è indetta un’adunanza dei professionisti non regolamentati da ordini e collegi. Aggiungere la voce della categoria degli amministratori di condominio deve servire a sensibilizzare tutte le parti su una questione di vitale importanza per i professionisti non regolamentati.