[A cura di: Rebecca Genesio] Gli animali domestici sono portatori di affetto e compagnia, ma spesso anche causa di contenziosi condominiali. Gli ultimi dati rilevati per il 2014 parlano di 32 mila casi di liti, tra quelle per così dire “tradizionali”, e diatribe più originali come i 12 casi in cui lo scontro è stato generato dagli insulti “pronunciati” dai pappagalli nei confronti dei vicini di casa.
Abbiamo intervistato Antonella Brunetti, pro-presidente nazionale AIDAA (Associazione italiana difesa animali ed ambiente), referente colonie feline, per commentare insieme i dati sulle liti in condominio che l’associazione ha stilato l’anno scorso.
Di cosa si occupa la vostra associazione?
L’AIDAA – Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente è una onlus che concorre alla tutela e al benessere animale e al patrimonio paesaggistico nazionale, promovendo altresì la cultura del rispetto per ristabilire gli equilibri esistenziali, indi, l’interazione uomo-animali e uomo-terra.
In che modo gestite le richieste di aiuto per litigi condominiali?
Attraverso i nostri sportelli telematici, con utenza telefonica, ogni richiesta è valutata singolarmente e inoltrata a mezzo mail al tribunale degli animali; queste ultime sono filtrate in base alla zona di provenienza e indirizzate agli avvocati territorialmente competenti. In base alla priorità della richiesta, alcune si risolvono per mezzo di consulenza on-line, altre direttamente concordando un incontro sul posto. Con lettera semplice all’amministratore o con forme conciliative, nella maggior parte dei casi, l’esito è risolutivo. La consulenza è gratuita.
Quali sono i motivi più comuni da cui scaturiscono le liti? Quali sono gli animali più problematici?
Fondamentalmente le liti si riferiscono a malumori scaturiti dall’abbaiare del cane, all’utilizzo degli spazi in comune, come l’ascensore, ai peli del gatto come causa di allergia. Gli animali che generano più problemi, di solito, sono i cani in primis; seguono i gatti.
Tra i dati che avete reso noti per il 2014, ci hanno inevitabilmente incuriosito i 12 contrasti causati dagli insulti dei pappagalli ai vicini. In casi come questo, com’è possibile decidere chi ha ragione e chi torto?
Ogni richiesta è valutata in base al fatto contingente, salvo casi che si verifichino con cadenza quotidiana, e di fatto, a conoscenza del proprietario dell’animale oggetto della diatriba. Nel caso dei pappagalli disturbatori, ricordiamo quello in cui il volatile lasciato in giardino, era solito insultare, con termini specifici e fuori luogo, una suora al passaggio; così come la richiesta di un amministratore ad un condomino per il pagamento della tassa rifiuti anche al suo cane, o come l’inverosimile richiesta giunta con nota dell’amministratore, nella quale si fa presente che i cani sono causa della caduta di calcinacci.
La recente riforma del condominio è stata causa di incremento di contenziosi?
Con la legge 220/2012, indiscutibile e perentoria sulla legittimità degli animali in condominio, quale principio indisponibile, abbiamo assistito ad un incremento di contenziosi, in quanto la stessa norma è scevra nello stabilire gli standard di intervento. Per quanto riguarda la proprietà esclusiva, (la riforma fa riferimento al regolamento assembleare a maggioranza) non possono essere disposti limiti o divieti sulla detenzione di animali, a differenza di quanto potrebbe essere previsto da regolamento contrattuale. Tuttavia, vige sempre il buon senso, così come quanto già stabilito dalle norme contenute nell’ord. ministeriale 23 marzo 2009.
Ultimamente sono aumentate le richieste di intervento da parte degli stessi amministratori di condominio presso i nostri sportelli, questo anche a seguito delle ombre gettate dalla riforma. È oggetto di studio e progetto la richiesta al Ministero affinché venga messo a disposizione un conciliatore per provincia.