[A cura di: Anaci Padova] Era il 18.05.1970 quando, davanti al Notaio Benacchio, sei uomini e una donna, stanchi di sentirsi dire che il portiere era più importante di chi amministrava l’edificio, hanno costituito quella che allora si chiamava Apai (Associazione padovana amministratori immobiliari) e che nel tempo è diventata Anaci.
Sette professionisti padovani all’inizio di un percorso che avrebbe cambiato il volto non solo della città del Santo: 48 anni di lavoro, di impegno, di corsi e di formazione hanno lasciato traccia in molte città italiane. Evolutesi nella loro geografia e nella loro socialità anche grazie ad Anaci, l’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari: ecco la sigla nella quale è racchiuso il patrimonio di storia ed esperienza di oltre quarantacinque anni di associazionismo degli amministratori immobiliari italiani.
Nata nel gennaio del 1995 dall’unione dell’Anai (Associazione nazionale amministratori immobiliari, costituita nel 1970) con l’Aiaci (Associazione italiana amministratori di condominio ed immobili, costituita nel 1974), oggi Anaci è una forza trascinata da 8624 professionisti capaci di preservare il patrimonio immobiliare del sistema Italia.
La cura, la dedizione e la ponderazione possono essere qualità innate ma che necessitano di studio, aggiornamento e perseveranza per essere applicate nel lavoro di tutti giorni. Qualità che si riflettono, poi, nella vita quotidiana: amministrare immobili è non lasciare nulla al caso. Anaci è oggi presente in tutte le province italiane dove, oltre a svolgere attività di formazione per i propri iscritti, organizza corsi di avviamento e qualificazione rivolti a chi vuole conoscere più da vicino un’attività che concretamente aiuta il territorio ad essere più curato. L’associazione padovana, oltre ad organizzare corsi digitali e di persona, con i propri docenti, nelle aule degli istituti tecnici statali, insegna diritto immobiliare affinché, nel rispetto del D.M. 140/14, superato l’esame di Stato, gli studenti possono esercitare la professione di amministratore immobiliare. Inoltre svolge un’importante attività associativa, e dialoga intensamente anche con le strutture sociali e politiche locali, per promuovere gli obiettivi dell’associazione.
Conoscere Anaci è conoscere una realtà orgogliosa. Perché avvicinandosi a questa realtà si può percepire l’orgoglio di un’associazione fiera di aver creato con le sole, proprie, risorse, un impianto strutturato in corsi preparatori e di aggiornamento, lezioni nelle aule degli Istituti Statali, in convegni, in tavole rotonde ed incontri: appuntamenti ed eventi che accompagnano il neofita all’ingresso alla professione e lo seguono nella sua carriera e nel suo lavoro con corsi di aggiornamento professionale.
C’è poi l’orgoglio di appartenere ad una categoria professionale nuova, emergente, in continuo sviluppo giuridico, scientifico ed associativo; una categoria sempre più inserita nel contesto della società civile che inizia, gradatamente, e finalmente, a considerarla una risorsa. Ancora, c’è l’orgoglio di formare figure cresciute esponenzialmente nella società italiana: la figura dell’amministratore ha acquisito di anno in anno una sempre maggiore importanza, con lo sviluppo di strutture abitative sempre più complesse, tra la gestione delle parti comuni e realtà dove si condividono abitazioni e spazi commerciali.
Dopo 70 anni il Governo s’è interessato della regolamentazione degli articoli del Codice Civile afferenti il condominio. Con la Legge 220/12 ha cercato, invano, di aggiornare il Codice Civile. Con la Legge 4/13 l’amministratore è stato riconosciuto “professionista”. Con il D.M. 140/14 s’è stabilito che per fare l’amministratore, l’aspirante deve frequentare un corso di 72 ore e superare l’esame. Per esercitare la professione l’amministratore deve frequentare annualmente un corso di 15 ore e superare annualmente l’esame. Se non ha tali requisiti non può fare l’amministratore. Diritto e dovere dei condòmini è accertare che il loro amministratore sia in possesso dell’attestato previsto dal D.M. 140/14 perché sia la nomina che i contratti firmati da amministratori non in regola sono nulli.
Per incentivare tale professione, in data 7 marzo 2018 è stato pubblicato il Regolamento per l’esercizio dei condhotel, dopo la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera (D. Leg. 281/97). Gestire condomini è una complessa e poliedrica professione, che non può essere improvvisata. E Anaci contesta proprio questo: lottando contro l’improvvisazione, contro i pregiudizi.
Perché in passato l’amministratore era un semplice dopolavorista, un improvvisatore spigliato e buono, al più, a far due conti. Spesso la scelta di gestire edifici cadeva su un condomino: una persona, onesta – di questo non è corretto dubitare – ma priva di qualsiasi conoscenza tecnica e giuridica, chiamato a ricoprire l’ufficio di amministrazione del fabbricato, spesso per comodità o per opportunità di altri condòmini.
Osservando la realtà, però, non è difficile notare come oggi la figura dell’amministratore sia più complessa di un tempo: sinonimo di buona gestione è anche essere di supporto ai principali interlocutori all’interno dei condomini, i proprietari e gli inquilini. Anaci, sin dalla sua primordiale esperienza padovana, ha sviluppato la consapevolezza di quanto possa essere fondamentale sviluppare una cultura sociale del condominio: affrontare e combattere, perciò, la conflittualità che spesso caratterizza la vita condominiale. La filosofia dell’amministratore padovano non si limita alla gestione degli impianti e parti comuni, ma, in particolare alla mediazione e conciliazione degli attriti tra i condòmini.
La cultura del vivere insieme deve maturare grazie anche alla professionalità e alle capacità dell’amministratore, che sta assumendo sempre più il ruolo dell’educatore nei confronti del “proprio condomino”. È, quindi, particolarmente importante acquisire una competenza sempre maggiore e ad ampio raggio. Per questo, all’interno delle competenze dell’amministratore, c’è anche quella di sensibilizzare i condòmini su tutti gli aspetti relativi all’abitare e soprattutto relativi alla sicurezza, tema oggi di grande importanza: dalla sicurezza dell’impiantistica, a una nuova cultura per l’abbattimento delle barriere architettoniche, al problema dell’inquinamento elettromagnetico e acustico.
L’amministratore, insomma, è diventato un punto di riferimento. Un interlocutore privilegiato. Che tra operazioni preparatorie (informazione) ed esecutive (proposte di delibere assembleari), indispensabili per la realizzazione degli obiettivi comunitari, rappresenta il naturale intermediario capace di assumersi queste responsabilità. Una figura che necessita riconoscimento. Così come avviene in Germania, in Francia, in Spagna. Il patrimonio italiano – guardiamoci attorno – lo chiede. La risposta e la proposta di Anaci ci sono: con un’esperienza cresciuta in quasi cinquant’anni di professionalità. A Padova il big bang: era il 1970. La storia ha così riservato all’associazione padovana un primato: quello della conquista di un ruolo, tra mediazione di conflitti e cura del bene privato e comune.