Unai (Unione nazionale amministratori d’immobili) ha sottoscritto il primo accordo sindacale che regolamenta le collaborazioni coordinate e continuative per il settore dell’assistenza famigliare, in ambito condominiale, nei casi di necessità straordinaria, urgente e non programmabile. I soggetti titolati alla stipula dei contratti di collaborazione sono le imprese fornitrici di servizi di assistenza (cooperative sociali, agenzie di servizi di assistenza e amministratori di condominio).
Unai e Professione in Famiglia (in rappresentanza delle famiglie utenti e delle cooperative sociali) e Sindacato Unitario Lavoratori, sono le organizzazioni di rappresentanza che hanno sottoscritto l’accordo, che in sostanza regola quelle forme di servizio di assistenza difficilmente prevedibili e che non trovano regolamentazione nei contratti del settore domestico e in quello socio-sanitario-assistenziale.
L’Operatore d’aiuto definito nell’accordo, fornirebbe servizi sostitutivi ed integrativi alle tradizionali funzioni famigliari, impedite temporaneamente da eventi non prevedibili. Ad esempio: assistenza notturna durante un ricovero ospedaliero, un periodo di convalescenza, una temporanea compagnia giornaliera di persona anziana e di un non autosufficiente, ecc.
Un settore in forte crescita ma per lo più irregolare. L’averlo regolamentato permette, alle imprese una regolarità nel rapporto lavorativo, al lavoratore dei diritti riconosciuti e alla famiglia la serenità di poter contare su personale qualificato e di non incorrere in spiacevoli contenziosi penali e civili. È sempre più frequente infatti, che soggetti privati forniscano questi servizi garantendo false sicurezze alle famiglie, le quali si trovano in seguito a dover rispondere in via penale come associato alla truffa fiscale, all’immigrazione clandestina, all’irregolarità previdenziale o infortunistica.
Alcuni numeri che riassumono le potenzialità del settore:
* 9,5 milioni ricoveri ospedalieri;
* 63 milioni di giornate di degenza;
* 6,8 giorni medi di degenza;
* 26,3 giorni di degenza per casi di riabilitazione e lungodegenza;
* 3 milioni di persone non autosufficienti;
* 23 milioni di ore lavorate nella settimana per assistenza extra sanitaria, di cui il 17,5% non supera i tre mesi.
Alcune stime quantificano, in difetto, oltre 100.000 lavoratori che potrebbero emergere dal lavoro nero. L’accordo prevede, per gli operatori d’aiuto, la modalità del contratto di collaborazione, l’autonomia nel fornire il servizio, le forme di coordinamento con l’impresa, i diritti sindacali, i minimi orari retributivi e il diritto di riposo psico-fisico. Essendo un accordo inedito, le parti sociali hanno costituito una Commissione Paritetica Nazionale per fornire agli associati informazioni utili su:
* interpretazione autentica sull’accordo;
* certificazione sulla correttezza dei contratti di collaborazione stipulati o predisposti per la stipula;
* ricerca di soluzioni extra giudiziali per i contenziosi che riguardano il rapporto in collaborazione.
I quesiti dovranno essere presentati direttamente alla propria organizzazione di rappresentanza (Unai, Professione in Famiglia e SUL) e quindi esaminati dalla commissione.
Hanno collaborato alla definizione dell’accordo associazioni in rappresentanza di soggetti portatori di deficit sanitari come l’Alzheimer, Sclerosi Multipla, Ictus, SLA, Parkinson, associazione di Caregiver familiare, Consulenti del Lavoro e cooperative sociali.
Unai, con la firma dell’accordo, ha inteso cogliere l’opportunità del proprio ruolo di rappresentanza istituzionale di categoria per dare un contributo a governare al meglio questo settore. L’auspicio è che il Parlamento voglia intervenire attraverso una legislazione di sostegno che permetta di portare a deduzione fiscale tutti i costi che la famiglia si trova a dover sostenere, soprattutto per supplire alle carenze socio assistenziali dello Stato, in particolare per i soggetti non più autosufficienti.